Caserma dei carabinieri, un disastro: mancanza di privacy e rischio sfratto
Letto: 3877 volte
mercoledì 13 marzo 2013
Letto: 3877 volte
di Alessandra Anaclerio
La caserma si trova al primo piano del civico numero 5 di via Campione e, non appena si varca il suo ingresso, il disagio in cui versano gli agenti è immediatamente percepibile. Un corridoio lungo pochi metri con qualche sedia per far accomodare il pubblico e una porta chiusa a chiave con su affissa la scritta "sala d'attesa" da parecchio non agibile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ecco cosa precede la stanza in cui operano i carabinieri, quella dove si accomodano coloro che sporgono denuncia o, nei casi più gravi, dove sostano i criminali prima di esser accompagnati in prigione. Non essendoci la sala d’attesa, chi entra nell’appartamento può assistere in diretta anche agli interrogatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sono qui per denunciare un furto che ho subito- dichiara una signora in attesa del suo turno - e non è normale che non ci sia una sala d’attesa: chi sta nel corridoio può sentire tutto ciò che il denunciante dichiara ai carabinieri. Il diritto alla privacy qui sembra essere un optional».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Nulla è a norma nel presidio di via Campione - afferma Fabio Romito, consigliere della circoscrizione Picone-Poggiofranco- . Il server del comando è nella ex sala d'attesa, per questo motivo la stanza è stata chiusa. Per non parlare delle centraline elettriche, che si trovano in alto, alle spalle della postazione dove l'appuntato fa le denunce: non è quello che prevede la legge».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma non è tutto. I carabinieri si trovano a fare i conti con un secondo inconveniente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Quella caserma corre anche il rischio di essere chiusa perchè sotto sfratto – spiega Romito-. L'appartamento che occupano è di un privato cittadino che ne vuole disporre: di conseguenza sta sfrattando l'arma dei Carabinieri, che dovrebbe esser traferita lontana, al San Paolo, dove c'è la sede operativa logistica. Il Comune – denuncia il consigliere - non sta riuscendo a trovare una soluzione idonea per garantire il proseguo del servizio di pubblica sicurezza sul territorio di Picone-Poggiofranco. Se dovesse andar via l'unico presidio di sicurezza del quartiere, sarebbe una sciagura».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Alessandra Anaclerio
Alessandra Anaclerio