di Paola Setteducati

Indietro nel tempo alla scoperta delle proprie origini: è la ricerca genealogica
Archivi di Stato Civile, registri parrocchiali, atti notarili, Dna: sono solo alcune delle fonti che è necessario consultare per ricostruire il proprio albero genealogico, ovvero la “mappa” dei propri antenati, delle discendenze familiari e in definitiva delle proprie origini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per capire come avvengono questi tipi di studi che permettono di andare “indietro nel tempo” abbiamo intervistato Pier Felice degli Uberti, 63enne presidente dell'Istituto araldico genealogico italiano e della Confédération Internationale de Généalogie et d’Héraldique (Confederazione Internazionale di Genealogia ed Araldica), che riunisce a livello mondiale tutte le associazioni che operano nel medesimo ambito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per quali ragioni di solito viene richiesta una ricerca genealogica?

Generalmente si è mossi dalla curiosità, dal fascino di scoprire le proprie origini, sia in termini di luoghi di origine che di appartenenza a specifiche famiglie. Anche se alcune indagini vengono richieste per fini giuridici. Pensiamo ad esempio agli italo-americani: la domanda da parte loro è molto elevata ed è mossa dalla possibilità di ottenere la cittadinanza italiana e il riscatto di eredità giacenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come si procede concretamente alla ricostruzione di un “albero”?

Per prima cosa si raccolgono tutte le informazioni possibili sui predecessori del cliente: nomi, cognomi, date di nascita, aneddoti e tutto ciò che i parenti più anziani possono ricordare. Senza escludere fotografie, cartoline e utensili. Tali oggetti possono infatti raccontare molto riguardo la posizione sociale e le condizioni economiche degli avi e fungeranno da supporto alla seconda fase della ricerca: la consultazione degli atti pubblici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono i principali documenti consultati?

Il primo riferimento è l'archivio di Stato Civile, normalmente conservato nell'anagrafe del Comune di provenienza di ogni componente della famiglia. Codificato nel 1866, fornisce informazioni attraverso i certificati di nascita, matrimonio e morte. A tal proposito però c'è da tener presente che possono esservi importanti lacune, dovute magari alla perdita di documenti a causa di calamità o incendi che li hanno distrutti. Ma è anche possibile ottenere materiale risalente addirittura ai primi dell’800, al periodo napoleonico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E se si volesse andare ancora più indietro?

Prima del 1808 le fonti più affidabili sono i registri parrocchiali, dove sono conservati i certificati di battesimo, matrimonio e morte. Sono stati istituiti con il Concilio di Trento, intorno alla metà del Cinquecento e sono tenuti nelle chiese d'appartenenza dei diversi componenti familiari. Ma anche in questo caso è molto frequente incappare in "vuoti" documentali. Se questo dovesse accadere si può tentare la consultazione dell'Archivio storico della diocesi a cui appartiene la parrocchia in cui è stata censita la famiglia. Qui sono custodite anche le “visite pastorali”, vere e proprie ispezioni effettuate in passato, per rilevare eventuali forme di abusi, eresie, cattivi costumi praticati dai fedeli. Le fonti sono comunque svariate e comprendono anche gli atti notarili, catastali e giuridici presenti in tribunali e questure. Ma si tratta solo di una branca di ricerca, accanto ad essa non è da sottovalutare la genealogia genetica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ovvero?

L’analisi del Dna in laboratori specializzati. In questo modo è possibile scoprire le origini e gli spostamenti dei propri antenati nel corso dei millenni. Io ad esempio sottoponendomi al suddetto test ho scoperto che soggetti aventi il mio stesso cromosoma Y (che rimane uguale in tutti i discendenti maschi) popolavano il Caucaso, circa 60mila anni fa. La genetica è del resto ben più affidabile rispetto a un atto pubblico. Basti pensare a un caso molto diffuso in Italia: il riconoscimento del figlio da parte di un padre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che cosa si ottiene al termine dello studio?

La raffigurazione grafica dell'albero genealogico, fino al periodo in cui è stato possibili reperire documenti, che vengono allegati allo stesso. Per la genetica, i risultati del test del Dna che esplicitano le percentuali di appartenenza a specifiche popolazioni dell'antichità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quanto può costare una ricerca approfondita?

Tanto, anche migliaia di euro. Le spese per l'ottenimento degli atti sono irrisorie o nulle, ma il tempo impiegato per la ricostruzione di un albero è notevole. Può durare mesi o anni. A questo poi si sommano le spese per gli spostamenti fisici che l’esperto dovrà affrontare per risalire alle origini più antiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Chi può condurre queste indagini?

Purtroppo in Italia, a differenza di Paesi come Francia e Spagna, manca un albo o un'associazione che certifichi la preparazione dell’esperto. Occorre quindi informarsi bene prima di spendere i propri soldi. In generale comunque è bene affidarsi a qualcuno che abbia frequentato una scuola ad hoc. Nel mondo ce ne sono quattro molto valide: la Brigham Young University negli Stati Uniti, l'Escuela de GenealogíaHeráldica y Nobiliaria, Hidalguía di Madrid, l’Institute of Heraldic and Genealogical Studies di Canterbury e la Scuola di genealogia, araldica e scienze documentarie presente Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Capita durante gli studi di scoprire cose “sorprendenti”?

Io ho scoperto di essere cugino di 20° grado allo scrittore Cesare Pavese. Ma diciamo che spesso le sorprese sono in negativo: in molti infatti sono convinti di appartenere a famiglie nobili o a personaggi d'importanza storica, magari semplicemente perché portano un cognome altisonante. Ma spesso non è così. Pensiamo ai Caracciolo: non tutti coloro che possiedono questo nome in realtà appartengono all'antica casata napoletana, molti discendono da nuclei che lo hanno acquisito semplicemente perché lavoratori di terreni appartenuti a tale casata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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  • dottMaurizio Ricchiuto - cerco Albero genealogico della mia famigliaRicchiuto d aragona e stemma dei comuni di Bari Lecce Taranto Brindisi via d aurio n38 p cap73100lecce Puglia tel0832249803scrivetemi mio avv principedon Antonio Enrico Mario Ricchiutoatoscrittorepoeta filosofo umanista musicistaparoliere semioticasiciologo natoil23marzo 1938 a Lecce moglie contessa Cristina Romsno nata a matino il20luglio1939figli Maurizio poeta scrittore fiorella scrittrice poetessa
  • Maurizio Ricchiuto - cerco stemma della famigliaRicchiuto albero genealogico ricerca avi mia madre contessa Cristina Romano nata a matino provincia di Lecce il20 luglio 1939 mio padre principeRicchiuto Antonio scrittore poeta umanista filosofo sociologo nato a Lecce il23 marzo 1938


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