Il divano sprofonda? Siete stati gabbati: ecco i segreti per un buon acquisto
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giovedì 22 settembre 2016
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di Cassandra Capriati
Il prezzo – Intanto il prezzo può essere un primo indicatore: per questo tipo di prodotto vale il detto “come spendi mangi”. Un costo basso è sinonimo di poca qualità. Se si compra un divano-letto a 399 euro (quando in genere già solo una buona rete e un materasso da mettere all’interno costano tra i 280 e i 350 euro), è evidente che non si potrà chiedere al prodotto di durare per sempre. O ancora: non bisogna stupirsi se una poltrona pagata 100 euro si scopre essere poi realizzata col cartone pressato o imbottito con i sacchi che si usano per buttare la spazzatura. Il prezzo quello è.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La struttura – Il problema è che non sempre vale il contrario: cioè spendere tanto non dà la sicurezza di acquistare un prodotto di qualità, soprattutto resistente. Perché è la resistenza ciò che conta e questa viene garantita dai materiali utilizzati per realizzare la struttura (o fusto). Insomma non è importante solo l’estetica ma anche la funzionalità e il divano deve poter sostenere nel tempo il peso delle persone che lo utilizzeranno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quando siete in uno showroom di mobili potete fare una prova per vedere se il divano è abbastanza robusto. Provate a spostarlo con una gamba: se ci riuscite non è un buon segno, una poltrona di qualità è infatti pesante e piantata bene per terra. Questo perché nei prodotti buoni viene generalmente utilizzato il legno (il top è il faggio) o in alternativa un multistrato, cioè un materiale formato da diversi fogli di legno. Se un divano è leggero vuol dire che per realizzare la sua struttura è stato impiegato l’agglomerato di legno, quello che normalmente è chiamato truciolare. E il truciolare è debole e meno duraturo sia del legno che del multistrato. Addirittura c’è chi utilizza un misto tra truciolare e cartone pressato. Se quando vi poggiate sul bracciolo questo si affossa, è molto probabile che la vostra poltrona appartenga a quest’ultima categoria, che è facile definire di “serie c”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La seduta – La seduta di un divano può essere sia rigida che morbida, dipende dalle preferenze. Ma attenzione: se quando ci si appoggia si ha il risultato di “entrare” letteralmente nella poltrona, cioè se ci si “infossa”, non siamo in presenza di un prodotto morbido ma cattivo. La comodità è infatti determinata dal livello del molleggio, che contribuisce anche a sostenere il corpo. Per questo è essenziale la presenza di un intreccio di cinghie elastiche in grado di assicurare un’alta resistenza. Se ci sediamo e sprofondiamo allora vuol dire che il numero delle cinghie non è sufficiente: probabilmente sono state ricoperte da un telo rigido che all’inizio regge, ma poi con il tempo tende a cedere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il tessuto – E’ praticamente impossibile distinguere al momento dell’acquisto un divano in vera pelle da uno in ecopelle. Un fattore su cui basarsi potrebbe essere il prezzo, visto che la pelle costa minimo mille euro, ma il solo prezzo o la sola marca non sono sinonimi di garanzia. Un trucco potrebbe essere quello di “annusare” il prodotto: la pelle ha un odore caratteristico. Anche se in realtà ci si accorge della differenza solo una volta che il divano lo si è portato a casa. L’asino infatti casca quando la poltrona si graffia: se è davvero in pelle, sotto il taglio si troverà un altro strato di pelle, altrimenti farà capolino del normale e banale tessuto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La scheda prodotto – In realtà c’è un “trucchetto” per compiere un acquisto consapevole. Quando ci si reca da un rivenditore si deve chiedere subito la cosiddetta “scheda prodotto”. Quest’ultima, che è resa obbligatoria dalla legge, deve contenere tutte le indicazioni in merito ai materiali utilizzati, ai metodi seguiti in fase di realizzazione, oltre alle istruzioni per il corretto utilizzo e per la manutenzione. Tra l’altro nella scheda è presente il “martindale”, che fornisce l’indicazione su quanta resistenza ha il tessuto alle abrasioni o alla luce. Più è alto il numero del martindale maggiore sarà la qualità del tessuto.
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Cassandra Capriati
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