di Salvatore Schirone

Lamasinata, Barinedita scopre un mondo sotterraneo: bunker, tunnel, armi ed ipogei
BARI - In questo articolo parleremo di bunker, tunnel segreti, ipogei, ritrovamenti di armi e tracce sepolte della seconda guerra mondiale. E di chi, grazie alla propria curiosità, li ha scoperti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Villaggio del lavoratore, periferia nord-ovest di Bari, zona Stanic. Quartiere spoglio, privo di luoghi di socializzazione. Per un gruppo di ragazzi c'è solo il canalone nel quale tirare due calci al pallone in un improvvisato campo di calcetto. Un giorno iniziano dei lavori e non possono più giocarci. Ed ecco che per la comitiva inizia un nuovo passatempo: l'esplorazione della lama. Quello che attira la loro attenzione sono i numerosi bunker che costellano tutta Lamasinata, una delle nove lame che attraversano la terra barese fino al mare. I giovani esploratori diventano "bunkerraider".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Michele Gravina, 22 anni, il più giovane del gruppo, a distanza di qualche anno racconta: «I tedeschi temevano lo sbarco degli americani e costruirono lungo il canale diversi bunker. Alcuni di questi sono collegati tra loro da tunnel in cemento armato alti più o meno 70 centimetri. L'accesso è molto stretto e scomodo. Noi li abbiamo esplorati per gioco. Vi abbiamo trovato bossoli, scritte in tedesco sulle pareti, foto, sedie, taniche, pale e alcune granate».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una prima verifica la facciamo andando sul posto. Percorrendo la strada che accosta il canale dal mare fino al quartiere in via Bruno Buozzi, si incontrano infatti una serie di bunker collocati su ambo i lati a costante distanza l'uno dall'altro (vedi galleria foto 1-4). Non sembra inverosimile l'ipotesi dell'esistenza di cunicoli di collegamento che permettessero una via di fuga in caso di attacco e un canale di comunicazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Comunque non crediamo alle parole di Michele: non c'è nemmeno una foto degli interni che possa provarlo. Inoltre non abbiamo mai sentito parlare di canali sotterranei nei bunker. Ma Michele dice di non essere stato il solo a esplorare quei posti. E cita Nicola De Toma: «Lui ne sa più di me. Può dirvi molto di più».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nicola De Toma, è un ferroviere 55enne, profondo conoscitore delle lame baresi. «Sì, è vero  - ci dice - i cunicoli esistono. In particolare ne conosco almeno due. Uno sfrutta un ipogeo, l'altro collega direttamente due bunker. E' probabile che Michele abbia visto anche dei residuati bellici. In lama Misciano, ad esempio, ho trovato in un bunker delle granate e abbiamo immediatamente denunciato la loro presenza alle autorità competenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Appena sentiamo parlare di ipogei (antiche abitazioni e chiese scavate nella roccia), ci rivolgiamo allo storico Sergio Chiaffarata, esperto di insediamenti rupestri, che decide di verificare. E la scoperta non tarda a venire. Il 17 settembre alle ore 6.30, con la guida di Nicola De Toma, Sergio Chiaffarata e il suo gruppo porta alla luce un inedito insediamento rupestre in prossimità di un bunker in Lamasinata, subito battezzato, "ipogeo del bunker" (vedi foto 5-9). «Questo insediamento rupestre non lo avevo mai visto - dichiara Chiaffarata -. Ci sono segni chiari di una pressa e di una macina. Fanno pensare ad un laboratorio, riutilizzato in varie epoche dal medioevo ai giorni nostri per diversi scopi, fino a farne un accesso al bunker. Questa straordinaria scoperta ci induce a esaminare più attentamente tutti gi altri bunker conosciuti, perché potrebbero riservarci altre sorprese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lasciamo agli esperti stabilire datazione e natura dell'ipogeo. Per noi è importante aver verificato che il racconto di Michele corrispondeva al vero. Non una leggenda metropolitana quindi, ma una storia tutta ancora da scrivere sul sistema difensivo di Bari durante la seconda guerra mondiale.


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  • antonio - Egr.professore,complimenti per il suo articolo,non conoscevo perfettamente la storia dei burker.Grazie a Lei ho scoperto una bella cosa.
  • Marco Petruzzelli - Solo 2 osservazioni 1) se si va a vedere negli archivi storici Le casematte su citate sono state costruite durante la 1 guerra mondiale e non al seconda. 2 alcuni delgli Ipogei Riscoperti in tempi recenti erano ben noti ed esistono testimonianze scritte e fotografiche della loro conoscenza, Basti vedere gili archivi DEl CAI Bari, Archeoclub e ADIRT. Buona serata Marco.


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