di Vincenzo Drago

Gli alpinisti baresi, che al mare preferiscono la montagna: «Bellezza e tranquillità»
BARI - Una città dal clima mediterraneo, con il mare nel dna e che governa la regione meno montuosa d'Italia. Possiamo dirlo con certezza: se accostiamo le parole "Bari" e "montagna" il contrasto è assicurato. Eppure nel capoluogo pugliese c'è una piccola minoranza che non riesce a vivere senza avventurarsi periodicamente in luoghi d'altura: si tratta dei 180 membri della sezione locale del Club alpino italiano, veri irriducibili dell'alta quota.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La sede è in un piano terra di via Volpe, una piccola strada del quartiere Madonnella, quasi a voler "sfidare" il monopolio della vocazione marinara cittadina: siamo infatti a poche decine di metri dal lungomare Nazario Sauro e da un posto sacro per i pescatori come N' dèrr'a la lanze. «Il club è la più antica e numerosa associazione di montanari in Italia - spiega il presidente della sezione, la geologa e speleologa castellanese Rosanna Laragione -. Al nord è praticamente un'istituzione, con migliaia di iscritti distribuiti soprattutto nei paesi a ridosso dell'arco alpino. In Puglia invece siamo poco conosciuti per ovvie ragioni geografiche. Le vette scarseggiano e i pochi appassionati sono riusciti a dar vita solamente a tre gruppi: Foggia, Gioia del Colle e Bari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nella sede abbondano corde, moschettoni e altre attrezzature usate per le passate ascensioni. Su uno scaffale è esposto anche il grosso cranio di un animale ritrovato in una grotta durante un'esplorazione. Ma ad attirare l'attenzione sono soprattutto le foto appese sulle pareti, una serie di panorami mozzafiato immortalati sin dal 1983, anno in cui la sezione è stata aperta. (Vedi foto galleria)

«Per questioni logistiche ci muoviamo il più delle volte verso i massicci più vicini - evidenzia Rosanna - come il Pollino, il Gran Sasso e la Maiella. Alcuni soci però sono riusciti in passato a togliersi delle grandi soddisfazioni addirittura fuori dall'Europa: c'è chi è riuscito a scalare l'Aconcagua, il più alto rilievo del continente americano, mentre altri hanno preso parte a una spedizione sull'Himàlaya, senza però conquistare alcuna cima».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un susseguirsi di splendidi paesaggi naturali e lunghe avventure che stranamente non sembra attirare i giovani baresi, che grazie alla loro età sarebbero più adatti alle escursioni più dure. «Nel nostro gruppo abbiamo solo una decina di persone sotto i 30 anni - sottolinea la geologa - e il perchè è difficile da spiegare: forse a molti ragazzi non va giù l'idea di provare un'attività che comporta comunque un certo impegno fisico. Spesso proviamo a fare proseliti, ma gli inviti sono poco efficaci: è arduo impressionare persone che da quando sono nate hanno sempre vissuto tra il mare e la campagna».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Eh già, perché non è mica così “normale” avere la fortuna di nascere sul mare, ma dedicare il proprio tempo libero a progettare escursioni e arrampicate. «Sì ma la bellezza e la tranquillità dei luoghi che andiamo a visitare non hanno eguali – sottolinea con fermezza Rosanna – e una volta provata, la montagna ti entra nel cuore. Molti di noi hanno avuto la fortuna di avere genitori che li hanno portati in vacanza in altura sin da piccoli e grazie a questo è scattata una molla. Proprio qualche mese fa tre coppie hanno tesserato addirittura i loro neonati, un gesto simbolico che la dice tutta sulla voglia di camminare che verrà trasmessa ai piccoli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Attenzione però, perdersi tra enormi praterie, laghi incontaminati e vette maestose può anche essere pericoloso. «Qualche anno fa persino noi ci trovammo in difficoltà - continua la montanara -. Eravamo sui pendii del monte Cervati, nel subappennino lucano. Come spesso accade a una certa altitudine, il meteo cambiò all'improvviso: scoppiò un violento acquazzone e il sentiero che stavamo percorrendo scomparve sotto l'acqua. Non a caso però con noi c'erano alcune guide locali: fu grazie alla loro esperienza che tornammo a valle sani e salvi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Consigliare di andare in montagna solamente in compagnia dei nostri maestri sarebbe però esagerato – conclude Rosanna - ma in qualsiasi caso è necessario prendere le precauzioni più elementari, come indossare un paio di scarponi, consultare le previsioni del tempo e portarsi un'adeguata scorta d'acqua al seguito. Capita che qualche sprovveduto non prenda in considerazione questi fattori, ma attenzione questi sono errori che nei casi più sfortunati si pagano con la vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il sito del Club alpino italiano di Bari

(Vedi galleria fotografica)
 


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