di Salvatore Schirone

Bari, salta la ''Mostra della radio''. L'assessore: «Non ne sapevo niente»
BARI - «Mi vergogno, non rispondo nemmeno più al telefono, non so come giustificarmi davanti a tutti gli estimatori di Guglielmo Marconi sparsi per il mondo». In queste parole c’è tutta la delusione e lo sconforto del barese Umberto Giarletti, custode di una delle più quotate e prestigiose collezioni di documenti marconiani, dopo essersi reso conto che la "Mostra nazionale della radio e della filatelia marconiana" attesa per settembre nel capoluogo pugliese, non avrebbe mai avuto luogo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Una telenovela», come la definisce Giarletti, ma senza lieto fine: Bari non è stata in grado di trovare un posto idoneo per ospitarla. Parliamo di un’enorme collezione radio d'epoca, di importanti documenti che riguardano Marconi, di decine di sue fotografie e di una stazione radio che sarebbe stata allestita per l'occasione dall'Ari (Associazione radioamatori italiani), attiva h24.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La storia inizia a febbraio, con la richiesta di ospitare la mostra nella Sala del Colonnato della Provincia, come avvenuto negli anni 90. Ma la concessione per il 25 aprile viene negata per motivi elettorali (elezione del nuovo Consiglio Comunale). In realtà la legge che vieta l'utilizzo dei luoghi pubblici in prossimità della competizione elettorale non è estesa alle manifestazioni culturali ed infatti altri eventi si sono svolti regolarmente in quello e in altri luoghi pubblici. Marconi ha forse un connotazione politica? Bah, tant'è. 

Si ripiega allora sulla sala Murat in piazza del Ferrarese con i suoi 400mq appena sufficienti a contenere tutta la collezione. L'accordo con il Comune sembra fatto. C’è la promessa dell'allora sindaco Michele Emiliano e della sua segreteria. Si conviene per il periodo 24 settembre -22 ottobre. Ma con il rinnovo del Consiglio comunale a maggio, tutto cambia. La curatrice della mostra, la signora Ornella Giarletti, figlia di Umberto scopre che la sala Murat durante l'estate è stata prenotata per ospitare un'altra manifestazione. L’evento viene bloccato. «Abbiamo perso il finanziamento promesso dalla Banca Popolare di Bari - ci racconta Umberto Giarletti -, bloccato gli annulli filatelici concordati con le Poste, sospeso gli impegni con i grafici. E soprattutto abbiamo deluso la Fondazione Marconi e tutti gli appassionati della radio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un'occasione unica doveva essere questa edizione 2014. Un concentrato di ben cinque anniversari marconiani da celebrare proprio a Bari, unica città del Sud e seconda dopo Bologna, a essere legata in modo indissolubile all'inventore della radio. In ordine di importanza: il 140esimo anniversario della nascita di Guglielmo Marconi (25 aprile 1874), il 110mo della prima telecomunicazione senza fili, avvenuta tra Bari e la montenegrina Bar, il 110mo del conferimento della cittadinanza onoraria barese a Marconi, il 169esimo dell'installazione del primo apparecchio radio amatoriale costruito da Marconi, il 90esimo della nomina di Marconi a senatore del Regno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Di tutti questi eventi, la collezione Giarletti conserva i documenti originali. Si va dall'atto di nascita di Marconi, alla delibera di giunta con la quale il Comune di Bari gli conferiva la cittadinanza onoraria, fino ad arrivare al diario originale del suo fedele assistente, George Stephen Kemp, che annotò ogni momento delle fasi del collegamento Bari-Bar. Una mostra che sarebbe servita non solo a rendere il meritato tributo a questo illustre "concittadino", ma che avrebbe ridato alla città di Bari la visibilità nazionale che merita. Ma come è stato possibile aver mancato clamorosamente questo appuntamento con la storia?

Abbiamo provato a chiedere spiegazioni all'attuale assessore alla Cultura del Comune, Silvio Maselli. Attraverso Facebook l'assessore ci ha risposto: «Confesso che non lo so, domani verifico in assessorato». In realtà esistono diverse mail mandate da Giarletti alla sua segreteria e anche una risposta dello stesso Maselli. E soprattutto una lettera ufficiale indirizzata al Comune datata 23 aprile e protocollata in data 6 maggio 2014, numero 110128/vu/6 (Vedi documenti in galleria). Ma dalla segreteria dell’assessore ci fanno sapere che questa richiesta «non è mai pervenuta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Assurdo che in assessorato non sappiano nulla - dichiara Giarletti -. L’assessore Maselli è stato contattato da me, personalmente. Ho provveduto anche inviare nuovamente i documenti. Avevamo concordato nei primi giorni di settembre un incontro, per cercare una soluzione di buon senso, ma l'assessore non si è presentato, demandando ogni procedura alla segreteria. Per rimediare ci hanno proposto altre location, il fortino di Sant'Antonio ad esempio, un luogo però troppo piccolo per ospitare la mostra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche nella sede Ari di Bari c'è grande amarezza. Si cerca disperatamente un luogo dove allestire almeno una stazione radiofonica per effettuare lo stesso ponte radio che 110 anni fa unì Bari e Bar. «Per l'occasione abbiamo ottenuto dal ministero dello Sviluppo Economico l'autorizzazione a tramettere con un nominativo speciale marconiano», ci dice il presidente Lello Cafaro. Si tratta di un preciso identificativo speciale che riguarda tutte le attività radioamatoriali di carattere marconiano, quindi di valore storico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre l’Ari e la Collezione Giarletti annunciano una conferenza stampa per denunciare questa incredibile “disattenzione” dell'amministrazione comunale, proviamo a riflettere: nel 1901 Marconi riuscì a connettere con le sue onde radio le due sponde dell'oceano Atlantico, sfidando le migliaia di chilometri di distanza, la curvatura terrestre e i mari burrascosi del nord, mentre noi figli dell'era digitale non siamo in grado di comunicare nell'ambito di una stessa città, tra un ufficio amministrativo e l'altro. No, non è Giarletti a doversi vergognare, ma l'intera Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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