Bari, orme di cinghiale alle porte del San Paolo: «Arrivano dalla Murgia»
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martedì 8 luglio 2014
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di Eva Signorile
«Io e mio fratello - racconta Alessio, uno degli scopritori delle orme - ci siamo recati nel Parco Regionale di Lama Balice per fare delle fotografie: volevamo vedere quanto fosse cambiato il paesaggio all'indomani delle grandi piogge che c'erano state nel barese. Nella nostra esplorazione ci siamo imbattuti in alcune impronte. Abbiamo pensato subito ai cinghiali, ma non volevamo credere che si fossero spinti così vicino alla città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In effetti, che ci fanno un cinghiale a Bari? «L’ipotesi più probabile è che provenga dall'area protetta del Parco dell'Alta Murgia, ma non possiamo averne la certezza piena, visto che questi animali non hanno il "bollino" di riconoscimento», afferma la naturalista del Parco dell'Alta Murgia, Anna Grazia Frassanito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Però non parlerei di branco - continua l’esperta - penso piuttosto a un caso isolato, di un "maschio adulto solitario" sfuggito al gruppo, probabilmente in cerca di acqua. I cinghiali ne hanno bisogno non solo per bere, ma anche per le loro normali funzioni fisiologiche: cercano quindi delle pozze per fare i cosiddetti "bagni", momenti in cui si lavano o si rotolano nel fango, ad esempio». Le parole della dottoressa, trovano riscontro proprio nel fatto che, a seguito delle forti piogge del giorno prima, a Lama Balice si era formato un vero e proprio fiume.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I cinghiali sulla Murgia sono stati reintrodotti tra il 2000 e il 2002 ad opera dell'Ambito Territoriale Caccia della Provincia di Bari. All'epoca, cioè 5 anni prima che venisse istituito il Parco, furono introdotti 170 esemplari per scopi venatori, che da allora si sono moltiplicati fino a costituire un problema per il mondo agricolo della Murgia, al punto che, dopo un programma triennale di monitoraggio della specie, si sta pensando di avviare anche l’abbattimento selettivo per contenere l'emergenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non si erano però mai riscontrate tracce della loro presenza così vicino alla città, anche se la Frassanito assicura che questi animali generalmente non sono pericolosi per l’uomo: «Il cinghiale carica solo quando si sente sotto minaccia. Se si trova davanti ad esempio un cacciatore che gli punta il fucile addosso o magari se una persona capita nei pressi di una madre con dei piccoli. In questi casi allora il rischio di aggressione è decisamente elevato».
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