I custodi scolastici: «Viviamo nell'edificio e siamo i suoi schiavi»
Letto: 20320 volte
venerdì 27 giugno 2014
Letto: 20320 volte
di Micaela Ricci
«Ho una casa all’interno dello stabile - spiega Franca, custode 50enne della scuola “Michelangelo” di Bari - e le uniche utenze che non devo pagare sono quelle dell’acqua, perché il contatore è lo stesso e sarebbe impossibile distinguere l’acqua consumata da me da quella utilizzata dal personale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oltre ad avere le consuete mansioni di cura e pulizia delle classi, di collaborazione con docenti, segretari e dirigenti, i custodi hanno il compito di vigilare quando la scuola è chiusa. Loro sono i primi ad entrare nell’edificio la mattina, controllando che tutto sia a posto per l’ingresso dei docenti e degli alunni e sono gli ultimi ad andare via.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Al termine dell’orario scolastico - afferma Francesco - devo controllare che siano stati chiusi tutti i rubinetti, le porte e le finestre e spesso mi sento un medico reperibile in qualsiasi momento. Mi è capitato di essere chiamato in orari inopportuni dal dirigente scolastico o dal personale amministrativo, anche quando non ero in servizio come collaboratore scolastico poiché, si sa, ho le chiavi di tutta la struttura e conosco i segreti per far funzionare qualsiasi cosa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci si rivolge al custode anche quando si fanno lavori di ristrutturazione a scuola, perché ogni presenza nuova o estranea deve passare al setaccio del suo occhio attento. «Gestisco i rapporti con gli operai - dice la collaboratrice della “Michelangelo” - devo sapere chi entra per tutelare la sicurezza di tutti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La scuola è un microcosmo in cui tutto può accadere e i custodi sono spesso protagonisti di episodi singolari. «Se gli insegnanti lasciano le finestre aperte nelle aule e io non me ne accorgo, scatta di notte l’allarme e sono costretto a lasciare il mio letto nel buio per spegnerlo per evitare si svegliare tutto il vicinato», dice Francesco. Così come a volte bisogna saper fronteggiare il pericolo. «Una volta ho visto dal cortile interno delle fiamme altissime che avevano incendiato l’erba della campagna circostante e che si stavano minacciosamente avvicinando all’edificio – ricorda sempre il collaboratore della “De Marinis” -. I docenti erano riuniti in collegio e avevano parcheggiato le proprie auto a pochi metri dalle fiamme. Ho dovuto far intervenire i vigili del fuoco e in quell’occasione ho temuto il peggio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un giardino o dei cespugli spesso separano la loro casa dall’esterno per evitare sguardi indiscreti, ma basta affacciarsi o guardare attraverso le cancellate della scuola per intravedere i panni stesi o la porta e le finestre della loro abitazione (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Questa condizione di dipendenza può diventare un peso, almeno a detta di Franca: «Mi piace vivere e lavorare nello stesso luogo ma ci sono momenti in cui vorrei essere autonoma e indipendente, senza dovermi preoccupare se i docenti finiscono più tardi del previsto una riunione e senza dover essere sempre disponibile in casi di emergenza. Ma so che fa parte del mio lavoro e cerco sempre di trovare i lati positivi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche perché i custodi non possono disporre della propria casa in maniera assoluta, bisogna sempre chiedere il permesso al dirigente scolastico per fare ad esempio feste o invitare qualcuno. «Una sola volta mi è capitato di utilizzare la scuola per esigenze personali, è accaduto quando ho festeggiato i miei 25 anni di matrimonio - sottolinea Franca -. Ho invitato amici e parenti perché lo spazio a disposizione è tanto, ma ho chiesto il permesso al dirigente. Non mi permetterei mai di fare qualcosa senza avere il consenso dei miei superiori: sarebbe una mancanza di rispetto e poi si verrebbe a sapere. Molti insegnanti abitano nel mio quartiere e sicuramente noterebbero luci o rumori nella scuola e capirebbero».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Perché noi non ci sentiamo i padroni della scuola - commenta Francesco - ma piuttosto i loro schiavi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Micaela Ricci
Micaela Ricci
I commenti
- Giacomo - Figura strana e complessa quella del custode scolastico. Soggetto a regolamento di servizio il dipendente dell'amministrazione comunale, nonostante la sua durata di 6 anni, mostra un attaccamento alla Scuola quasi fosse un suo dipendente, curando struttura e suppellettili come proprie. Particolarmente, quando la abita tutto diventa quasi la sua abitazione e quindi ne assicura la massima conservazione. Ma il suo apporto notevole è nel diventare factotum importante del Dirigente, quasi il suo alter ego, capace di reperire le soluzioni più pragmatiche e più immediate. Che cosa dire, poi, del rapporto con gli alunni: diventa il papà putativo carezzando i più educati e rimproverando adeguatamente i più indisciplinati. Con gli insegnanti pecca un po' in simpatia e antipatia. In compenso è innamorato di tutte le belle insegnanti e non disdegna di evidenziarlo. Ecco questo è il ricordo che ho del custode scolastico.
- Felicia - Qualcuno mi potrebbe spiegare la differenza che ce con il profilo custode e mansione custode giorgia