di Mina Barcone

Il cimitero degli arti: dove mani e piedi amputati vengono sepolti in attesa della loro "ricongiunzione"
BARI –  Mani, gambe, braccia e piedi seppelliti come fossero cadaveri, in attesa di essere ricongiunti, un giorno, al loro “legittimo proprietario”. È quanto prevede il dpr n. 285 del 1990, che regolamenta una particolare inumazione: quella degli arti amputati.

In molti sepolcreti italiane è infatti presente un’area dedicata a parti del corpo recise durante operazioni chirurgiche. A Bari ad esempio, per via di mancanza di spazio nel principale camposanto cittadino, un “cimitero degli arti” è presente nel quartiere Carbonara e in quello di Palese (nella foto)

Nella necropoli di quest’ultimo rione, alle spalle della chiesetta, si trova una zona formata da due campi di terreno adiacenti, all’interno della quale sono posizionate una dietro l'altra delle lapidi in pietra numerate in ordine crescente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ognuna di quelle steli è lì a indicare il luogo di sepoltura di un arto, che sia un braccio o una gamba, perso da uno sfortunato durante un incidente. I numeri fanno invece riferimento a un registro presente negli uffici delle necropoli, in cui sono segnati i codici identificativi della parte recisa e della persona alla quale apparteneva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«La procedura è seguita dalla Asl di competenza - spiega Pasquale Milano, responsabile dei servizi cimiteriali di Bari -. L’arto è conservato all’interno di celle frigorifere per qualche giorno e, dopo che il Comune ha rilasciato la necessaria autorizzazione, viene trasferito nel camposanto dove viene censito, numerato e posto sottoterra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Numero che, una volta morto il “proprietario”, servirà ai suoi parenti per riconoscere l’arto, così da seppellirlo accanto al corpo del defunto. «Se l'interessato non lascia alcuna indicazione a riguardo, possono comunque decidere per lui i congiunti - sottolinea Milano -. Qui infatti non occorre un testamento biologico come nel caso della donazione degli organi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà quelle degli arti non sono le uniche lapidi presenti a Palese. Ce ne sono altre, che sono lì a segnare il posto dove riposano i feti che non sono riusciti a superare le 28 settimane di gestazione. Sono spesso abbellite da fiori e girandole colorate: le stesse magari con cui lo sfortunato bimbo avrebbe giocato, se solo fosse riuscito a venire al mondo.


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Mina Barcone
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  • Carmine Panella - Articolo molto interesssante e fuori dell'ordinario.
  • G. C. - Questo articolo molto interessante, farebbe pensare a quanto siano scrupolosi ed efficienti i cimiteri a Bari. In realtà e per esperienza personale, nonostante la mia famiglia avesse regolarmente acquistato un loculo dalla confraternita per mia madre per uno dei cimiteri periferici di Bari, dopo alcuni anni non rimane traccia nè del loculo e nemmeno della "traccia burocratica" della stessa! Questa credo sia la fine di molti nella mia condizione solo magari perchè si recavano di rado in cimitero a trovare i propri cari! Ritengo questo così scandaloso che sarebbe sufficiente come motivo per scappare da questa città.


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