di Gaia Agnelli

Da Bari al Galles per vincere i mondiali di Beach Sprint: è la storia dei fratelli Quaranta
BARI - Dal mare pugliese a quello di Saundersfoot, in Galles, per conquistare una medaglia storica: il primo oro mondiale per l’Italia nel Beach Sprint, categoria Under 19. A tagliare questo importante traguardo, il 16 ottobre scorso, sono stati i fratelli baresi Michelangelo e Alessandra Quaranta (nella foto), il primo 18enne, la seconda 16enne: entrambi atleti del Circolo Canottieri Barion.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I due sono saliti sul gradino più alto del podio nella “World Rowing Beach Sprint Finals”, la competizione internazionale che vede gli atleti sfidarsi in questa specialità del canottaggio che si compone di tre fasi: una iniziale di corsa sulla spiaggia, una in acqua a bordo di un’imbarcazione a remi e una finale di corsa sull’arenile verso il traguardo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Li abbiamo intervistati.  

Due giorni fa vi siete presi una bella soddisfazione…

Non riusciamo ancora a crederci, è stato come vivere un sogno. Onestamente non credevamo di poter vincere, anche perché quel giorno la stanchezza iniziava a farsi sentire: dalla Final Eight (i quarti di finale) alla Finale era trascorso poco meno di mezz’ora, dato che le ultime tre gare si disputano una dietro l’altra. Ma non avevamo il tempo per riposarci: il nostro ultimo avversario, la Spagna, ci stava aspettando. C’era un po’ di preoccupazione perché quel giorno il mare era molto mosso. Ma forse è stata proprio questa la nostra carta vincente: al Barion ci eravamo allenati tantissimo per affrontare qualsiasi condizione meteorologica. Eravamo quindi preparati alle onde: sapevamo che richiedono molta tecnica, mentre i nostri sfidanti hanno puntato tutto sulla forza fisica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parlate come dei veterani: a quando risale la vostra prima remata?

Abbiamo iniziato entrambi all’età di nove anni, con l’obiettivo di portare avanti il nome dei Quaranta nello sport. Il canottaggio fa infatti parte della storia della nostra famiglia, a partire da nostro padre Carlo, colui che ci ha sempre spronati. Siamo quindi cresciuti nell’antico Circolo Canottieri Barion, dove ci siamo approcciati al canottaggio e alle faticosissime gare da 2000 metri. Da un annetto a questa parte però abbiamo deciso di cimentarci anche nel Beach Sprint, grazie al quale possiamo gareggiare nel doppio misto, quindi in coppia maschio e femmina. Nel canottaggio infatti non ci sono competizioni ad alto livello che prevedono questa tipologia di equipaggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo di questa nuova disciplina.

Il Beach Sprint è una specialità del canottaggio che si pratica su delle imbarcazioni più larghe e stabili, si svolge sui 500 metri e si compone in tre fasi. La prima è un tratto di corsa sulla spiaggia verso il mare, poi c’è la rapida salita sulla barca a bordo della quale si rema per compiere due slalom e un giro della boa, infine si scende dal natante per correre 30 metri sull’arenile sino a raggiungere il traguardo, rappresentato da un pulsante che ferma il cronometro. Per praticarlo non serve tanta resistenza, ma potenza e agilità: si tratta infatti di gare brevi che si svolgono in pochi minuti. Ma ancora più importante è la tecnica di remata: la difficoltà maggiore sta infatti nell’aggirare la boa con una virata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


In un anno di pratica in che modo siete riusciti a guadagnare il pass che vi ha portato in Galles per i Mondiali?

(Risponde Alessandra) Ci siamo allenati ininterrottamente sulla velocità, soprattutto per riuscire a salire e scendere in pochissimo tempo dalla barca. Ognuno di noi si è focalizzato poi su un’azione ben precisa: Michelangelo, che è sempre stato più agile di me, si è allenato sulla prima parte della gara, mentre io sulla rotta da seguire per aggirare bene la boa e sulla corsa finale. A un certo punto ci siamo quindi sentiti pronti per partecipare ai campionati italiani che si sono tenuti ad agosto a Barletta, sul lungomare Pietro Mennea. In quell’occasione io mi sono classificata seconda nel singolo, mentre Michelangelo si è aggiudicato due medaglie d’oro, di cui una vinta proprio con me nel doppio misto. Così, in qualità di campioni, è arrivata la chiamata in Nazionale per rappresentare l’Italia ai Mondiali nella categoria Under 19.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come si è svolta la competizione?

C’erano sedici equipaggi rappresentanti altrettanti Paesi iscritti. Abbiamo cominciato con la qualificazione disputando i Time Trials, ossia un percorso cronometrato che si svolge in solitaria. Lì non ci siamo classificati bene: eravamo spaesati perchè dovevamo ancora conoscere il campo e siamo arrivati settimi. La promozione alla fase successiva dunque non è stata diretta: ce la siamo dovuta giocare attraverso uno spareggio con il Giappone. A quel punto abbiamo avuto accesso alla Final Eight, ossia i quarti di finale con otto equipaggi: qui il nostro avversario è stata la Gran Bretagna. Nonostante gli sfidanti giocassero in casa, siamo riusciti a dimostrarci molto più lucidi di loro, guadagnandoci la vittoria. Alle semifinali (i Final Four) abbiamo gareggiato con gli Stati Uniti (i vice campioni degli scorsi Mondiali), fino ad arrivare alla finale con la Spagna.  

Ricordiamo i momenti più importanti della finale.

(Risponde Michelangelo) Ho iniziato io con la corsa di partenza, raggiungendo subito mia sorella sull’imbarcazione. Siamo quindi partiti remando verso le boe. Dopo aver aggirato l’ultima, quella della virata, ci siamo indirizzati sulla rotta di ritorno ma, proprio sul finale, ci ha colpito un’onda che ha fatto girare entrambe le barche, sia la nostra sia quella degli spagnoli. A quel punto non ho perso tempo: mi sono calato in acqua cominciando a correre verso il traguardo. A tutta velocità ho raggiunto il punto di arrivo e ho premuto il pulsante, con il cronometro che ha segnato i 3 minuti e 33 secondi, esattamente undici in meno dello spagnolo che stava dietro di me. Mi sono sdraiato sulla sabbia e ho esultato con le mani al cielo, per poi stringere la mano al mio avversario.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Risponde Alessandra) Io invece ho realizzato che stavamo veramente vincendo solo quando ho visto mio fratello premere il pulsante. Ero ancora in acqua e dovevo provvedere all’imbarcazione, ma sono stata immediatamente circondata dai membri del nostro team che mi abbracciavano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E ora testa al prossimo obiettivo…

Prima però dobbiamo riprendere un po’ il fiato. Ma non avremo molto tempo, visto che dovremo tornare ad allenarci per indossare nuovamente la canotta azzurra. A fine ottobre ci attendono infatti gli Europei che si terranno in casa dei nostri ultimi avversari: a San Sebastian, in Spagna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il video della competizione di Beach Sprint svoltasi in Galles


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