Cunicoli, gallerie e grotte: sotto le vecchie case di Andria si trova una millenaria città
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giovedì 26 maggio 2016
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di Graziana Abbasciano
«Basta avventurarsi negli scantinati degli attuali palazzi del borgo antico, quasi tutti costruiti dopo la fine del 700 - spiega -. Qui ci si imbatte spesso in arcate e porte murate che se fossero demolite permetterebbero l'accesso alla cosiddetta "Andria sotterranea", cioè il centro abitato come appariva circa tre secoli fa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma come si è arrivati alla sovrapposizione dei due paesi? I primi insediamenti nell'area risalivano al Neolitico: una serie di grotte naturali di tufo e pietra calcarea, a volte usate come giacigli per gli animali. La zona progredì lentamente nel corso dei millenni fino all'arrivo dei normanni nel XI secolo, quando la nuova dominazione decise di collegare i vari nuclei abitati dell'epoca con delle gallerie e di proteggerli innalzando una possente cinta muraria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nacque quindi un vero e proprio villaggio, antenato di quello che oggi è un popoloso capoluogo di provincia. «Le nuove mura però ne limitarono l'ingrandimento e quindi per diversi secoli potè svilupparsi solamente in modo verticale - racconta lo storico -. In pratica le nuove costruzioni sorsero sempre al di sopra di quelle già esistenti, che a loro volta venivano adibite a depositi o cantine. Una tendenza ad allungarsi verso l'alto che si interruppe soltanto nell'800, soprattutto dopo l'Unità d'Italia, quando la cinta fu gradualmente abbattuta e l'espansione divenne orizzontale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il centro storico così come lo vediamo oggi è dunque l'ultimo "strato" di quel villaggio primordiale. Ma oltre a essere sempre murati, gli ingressi che conducono nell'Andria del passato sono dunque dislocati in appartamenti privati. Insomma per poterli apprezzare bisogna anche sperare che i proprietari di questi immobili curino questi piccoli pezzi di storia in loro possesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo riusciti a visitarne due conservati in buono stato (vedi foto galleria): uno in via De Anellis, l'altro in via Santa Chiara, entrambi a poca distanza dal 1° vicolo San Bartolomeo, quello che con i suoi 42 centimetri di larghezza sembra possa rappresentare la strada più stretta d'Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La grotta di via De Anellis, situata 10 metri sotto il livello stradale, è accessibile grazie a una botola. Probabilmente era usata come stalla: in un angolo spicca una rientranza che somiglia a una mangiatoia. «Quando abbiamo comprato lo stabile - evidenzia il proprietario della casa - il percorso sotterraneo era inagibile perchè sommerso dai rifiuti. Ripulendolo ci siamo accorti della bellezza del luogo e abbiamo deciso di metterlo in sicurezza, costruendo una scalinata e illuminandolo. Le ampie arcate visibili sulle pareti testimoniano che da qui un tempo partiva un cunicolo collegato con altri ambienti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Meno pulita è la galleria di via Santa Chiara che si articola su due livelli ed è percorribile sino a una profondità di 18 metri. Un paio di scale conducono al primo livello: su una parete in tufo notiamo una conchiglia, inglobata lì nella roccia da chissà quanti millenni. Il soffitto invece attira la nostra attenzione per la sagoma di una botola murata realizzata sul pavimento del piano superiore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da una stretta apertura nel muro parte la piccola discesa che immette nel secondo livello. Ci destreggiamo a fatica tra i tanti detriti che calpestiamo e nonostante la scarsa illuminazione intuiamo la presenza di una fessura: è il varco che porta al terzo livello, ma è murato. Putroppo siamo costretti a terminare la nostra ricognizione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Esistono altri luoghi sotterranei simili in via Porta la Barra, via Ponte Giulio e via Vaglio - evidenzia comunque Soriano -. Collegandoli tra di loro si otterrebbe un'unica galleria lunga circa 900 metri». E in città c'è chi fantastica persino su un tunnel che metterebbe in collegamento Andria con Castel del Monte. Ma si sa, parlando dell'imponente monumento federiciano le leggende sono sempre dietro l'angolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Graziana Abbasciano
Graziana Abbasciano
I commenti
- Franco Alberto - Buon pomeriggio leggendo l'articolo ho notato delle analogie con la città di Castellaneta che anch'essa come nel caso in questione con percorsi ipogei murati. Desidererei approfondire un pò l'argomento ed avere qualche notizia in più. Grazie sin d'ora per la disponibilità