di Gabriella Quercia

Il mondo degli storici sidecar. E c'è ancora un'azienda russa che li produce
Vederli passare per le strade delle città è ormai una rarità e provare l’ebrezza di essere anche solo per una volta un loro passeggero diventa un desiderio sempre più difficile da realizzare. Parliamo degli storici sidecar, speciali e inusuali moto con accanto la “gondola”, il carrozzino (di 1,90 metri di lunghezza per 50 centimetri di larghezza) dotato della terza ruota, che fa sì che stare in tre su una moto non provochi il rischio di incappare in pesantissime e giustificate sanzioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nati durante i primi anni del 900, le “motocarrozzette” rappresentavano un ottimo compromesso per chi non poteva permettersi un’automobile ma non voleva rinunciare al piacere di “farsi un giro” con moglie e figli al seguito. Il loro “fascino” è dovuto anche all’uso che ne facevano sia gli eserciti di Hitler, Mussolini e Stalin negli anni più bui del secolo scorso. «Indubbiamente i sidecar rappresentano un’icona bellica - ci spiega Massimiliano Allevi, proprietario 39enne di un negozio di Ascoli Piceno specializzato nella vendita di moto d’epoca e pezzi di ricambio per sidecar sovietici -. Il loro uso militare era dovuto al fatto che permettevano il trasporto di tre soldati armati di mitragliatrice».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La tecnologia tedesca aveva raggiunto picchi di sviluppo nella costruzione di questo tipo di moto. Non è un caso che i sidecar d’epoca più ambiti provengano dalla Germania degli anni 40. Citiamo qui con la Bmw R 75 (il cui valore attuale si aggira sui 35mila euro) e la Zündapp KS 750, acquistabile alla “modica” cifra di 50mila euro (Vedi foto galleria). In circolazione ne sono rimasti pochissimi esemplari, unici anche per esser stati i primi sidecar anfibi: riuscivano a guadare un fiume grazie al motore isolato che non prendeva acqua, montavano sul carrozzino un impianto di riscaldamento ed erano dotati di ruote motrici e marce ridotte. «I tedeschi produssero solo 15mila esemplari di questi sidecar», afferma Massimiliano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In Italia il periodo d’oro dei sidecar si arrestò poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il sopraggiungere del “miracolo economico italiano” degli anni 60, segnò il declino dell’originale moto, che lasciarono il posto alle più evolute automobili. A mantener viva la memoria di questi pittoreschi motoveicoli ci pensa però il Museo del Sidecar di Cingoli, in provincia di Macerata, che annovera nella sua collezione più di cento motocarrozzette risalenti agli albori del secolo scorso, molte delle quali utilizzate in film in bianco e nero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In rete è comunque molto facile trovare sidecar d’epoca, anche a prezzi tutto sommato accessibili. «Anche con 3 o 4mila euro - ci spiega Massimiliano - si possono comprare dei sidecar russi. Dico russi perché il “basso” costo è dovuto alla grande produzione che c’è stata in Russia fino agli anni 80, dove venivano usati per uso civile e non solo militare. Mentre se si vogliono acquistare dei sidecar d’epoca restaurati, di qualsiasi azienda, si parte come minimo dai 6 o 7mila euro in su».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche per i pezzi di ricambio non ci sono grandi difficoltà. «La questione delle parti sostitutive non deve allarmare nessuno - aggiunge il 34enne genovese Fabio Dagnino, corridore e possessore di tre sidecar da pista - perchè le case produttrici di una volta continuano ancora a produrre i vari pezzi. Se per esempio possiedo una Bmw o una Suzuki d’epoca posso chiedere direttamente all’azienda di fornirmi ciò di cui ho bisogno. Purtroppo in Italia i sidecar sono rari, ma nel resto d’Europa sono ancora in circolazione, componenti di ricambio compresi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Comunque i sidecar da strada non appartengono solo al passato: c’è chi ancora li produce. L’azienda russa Ural è l’unica al mondo rimasta a vendere ed esportare sidecar interi, con motocicletta e gondola, a un prezzo che parte dai 10mila euro. Ma se si vuole solo la gondola ci si può rivolgere alla partenopea Uglietti, alla parmigiana Centoallora o alla maceratese Frontalini. «Perché  - come ci spiega la piemontese Loredana Arisio - c’è sempre la possibilità di “attaccare” la gondola a una moto qualsiasi, come ho fatto io. Avevo un modello abbastanza recente della Morini e ho deciso di trasformarla in un sidecar, facendo costruire la gondola in acciaio e alluminio con il telaio che collega la struttura alla moto. Anche se è sempre necessario omologare il sidecar prima di poterlo guidare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Per chiunque volesse assemblare un sidecar - ci spiega Massimiliano - è consigliabile l’adattamento su una moto degli anni 70 o 80. Una Kawasaki o una Yamaha di quegli anni sono ideali. Il segreto è scegliere moto che abbiano uno sterzo largo, perché permettono una guida più semplice. Naturalmente è ovvio che anche l’“ovetto” sarà calibrato in base alla moto». Ma i costi non sono indifferenti. La costruzione e l’assemblaggio richiedono dai 6mila euro in su, cifra che può lievitare (anche fino a 30mila euro) a seconda dei gadget che si decide di far installare: dal riscaldamento dell’abitacolo, allo stereo, passando per l’imbottitura artigianale e alla completa chiusura del carrozzino, che si tramuta in una piccola capsula.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Chi sceglie di possedere un sidecar da strada - continua Massimiliano - ama le passeggiate. Non è un fan del brivido né dell’alta velocità e infatti una moto dotata di “barca” con passeggero, può al massimo spingere fino a 80 chilometri orari su un rettilineo. Non è possibile andare più veloce, altrimenti si rischia di farsi molto male». Ma non tutti vivono il sidecar alla stessa maniera. Questi mezzi infatti possono essere divisi in due categorie: i già citati mezzi da strada, da 35/40 cavalli e quelli da corsa, decisamente più veloci capaci di raggiungere anche i 300 chilometri orari grazie agli oltre 200 cavalli e che vengono prodotti soprattutto da case giapponesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché ci sono le corse tra sidecar. Sono gare ufficiali della Federazione motociclistica italiana (la stessa che rilascia la licenza per guidare i sidecar da corsa), al cui vincitore viene assegnato l’ambito titolo del “Trofeo Moto Varano”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nelle corse il pilota è quasi disteso in avanti, con il casco all’altezza del manubrio per fendere meglio l’aria. Diverso è invece il ruolo del passeggero, che deve a tutti gli effetti bilanciare il peso della moto durante le curve. «Per guidare un sidecar veloce - ci spiega il corridore Fabio - bisogna essere dei veri e propri atleti, soprattutto se si è un passeggero. È necessario avere buone braccia per potersi aggrappare alle maniglie e un ottimo fiato per affrontare tutta la gara, soprattutto quando ci si “rannicchia” nel carrozzino per rendere il veicolo il più aereodinamico possibile. Detto questo la difficoltà più grande si presenta quando si fanno le curve: avendo il sidecar tre ruote il rischio di “cappottamento” è molto alto. Di conseguenza quando il pilota curva a sinistra il passeggero porta il suo peso all’esterno della moto, quasi sull’asfalto, mentre quando la curva è a destra deve quasi “buttarsi” sulle spalle del pilota».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Infine come ogni passione che si rispetti anche quella per i sidecar prevede delle “reunion”. «Noi amanti dei sidecar per le passeggiate ed escursioni siamo più numerosi di quelli appassionati delle corse – sostiene Loredana -. Ci vediamo molto spesso. Per esempio a fine gennaio si svolgerà un raduno in Germania molto popolare al quale partecipano di solito molti italiani. E’ bello stare tra amici, rilassandosi guidando i nostri meravigliosi sidecar».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il sito del Museo del sidecar di Cingoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il sito del negozio di Massimiliano Allevi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel video una gara del "Trofeo moto Varano" dell'ottobre 2013:


 


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Gabriella Quercia
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  • massimiliano - Complimenti per l'articolo, molto piu' completo della pagina su wikipedia!..


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