di Francesco Sblendorio

Paese che vai, numero di supermercati che trovi: Binetto il più ''global''
BARI - Pane, latte, pasta, vino, formaggio, uova, latticini. Tutti noi compiliamo una lista di questo tipo almeno una volta a settimana. Ma per trovare i prodotti che ci occorrono di volta in volta facciamo una scelta tra due diverse opzioni: supermercato o piccolo commerciante?

Nel primo possiamo trovare tutti i prodotti che vogliamo, anche se spesso, soprattutto per gli alimentari, dobbiamo attenerci a prezzi, marche e qualità prestabilite. I piccoli rivenditori invece ci permettono un scelta più ampia: possiamo recarci dal macellaio di fiducia, dal panificio che fa il pane più buono e da chi vende la frutta più fresca. Chiaramente il “giro” comporta una perdita di tempo maggiore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Molto spesso però siamo costretti a una scelta, in base al paese dove abitiamo. Ci sono infatti centri che ormai da tempo hanno puntato sui supermercati, a discapito di commercianti che magari esercitavano la loro professione da decenni. In altri paesi al contrario continuano a persistere i piccoli rivenditori, con i supermercati che rappresentano ancora l’eccezione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma ci sono paesi più “tradizionalisti” e altri più “globalizzati”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In provincia di Bari, la situazione è decisamente a macchia di leopardo. Leggendo i dati Istat sul “commercio al dettaglio in esercizi non specializzati” (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimarket e altri esercizi non specializzati di alimenti vari, compresi i surgelati), notiamo che la maggior parte dei paesi presenta una densità di tali esercizi per popolazione pari a uno ogni 600 abitanti (a Bari città uno ogni 604 residenti). Ma ci sono diverse eccezioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I paesi più “globalizzati” della provincia di Bari sono: Binetto (1 supermercato ogni 411 abitanti), Locorotondo (uno ogni 419 abitanti) e a seguire Spinazzola (uno ogni 429), Noci (uno ogni 452), Alberobello (uno ogni 461), Rutigliano (uno ogni 464), Acquaviva delle Fonti (uno ogni 513), Triggiano (1 ogni 527), Polignano (1 ogni 539), Palo del Colle (1 ogni 542).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I paesi più “tradizionalisti” sono invece: Cellamare (1 supermercato ogni 1.376 persone), Toritto (uno ogni 967 persone) e a seguire Noicattaro (uno ogni 962), Bitritto (1 ogni 906), Giovinazzo (uno ogni 860), Cassano delle Murge (uno ogni 843), Modugno (uno ogni 812), Terlizzi (uno ogni 761), Poggiorsini e Mola di Bari (uno ogni 731).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel territorio provinciale quindi ci sono comuni in cui la grande distribuzione ha attecchito di meno e dove resistono maggiormente gli esercizi commerciali “vecchio stampo”.  Di contro, ci sono comuni in cui il “nuovo” sta avanzando maggiormente e i supermercati sono molto più radicati, a discapito dei negozi tradizionali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dice Antonella, che vive a Binetto: «Qui sono completamente scomparsi i panifici e i fruttivendoli. Resiste soltanto una salumeria. Frutta e verdura si possono acquistare dai due carretti che girano per il paese, ma per qualsiasi altra cosa ci si rifornisce presso i grandi supermercati: anche il pane ormai si compra soltanto lì».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma perché un paese decide di investire maggiormente nella grande distribuzione? Difficile dare una risposta. Certo non è questione di popolosità: i comuni più piccoli della provincia, Binetto e Poggiorsini, si trovano in posizioni opposte in questa speciale classifica. Poco determinante è anche la vicinanza al capoluogo. Sia tra i comuni più tradizionalisti che tra quelli più globali troviamo centri molto vicino a Bari, come Noicattaro e Bitritto da una parte e Binetto e Rutigliano dall’altra, sia paesi più distanti come Poggiorsini, Locorotondo e Spinazzola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E ancora: la maggiore o minore concentrazione di supermercati non pare avere relazioni con il tipo di economia del luogo. Rutigliano e Noicattaro infatti si basano prevalentemente sulla coltivazione dell’uva, ma nel primo abbiamo  una presenza di della grande distribuzione maggiore rispetto al secondo. Stessa cosa per Poggiorsini e Spinazzola, entrambi comuni che sorgono sulle più “elevate vette” della Murgia barese, ma con rapporti ben diversi tra residenti e supermercati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per molti la diversa concentrazione di supermercati sarebbe da far risalire alla minore o maggiore vicinanza dai grandi ipermercati presenti sul territorio. Ad esempio gli abitanti di Noicattaro e Bitritto (paesi “tradizionalisti”) affermano in coro che la scarsa diffusione di supermercati all’interno del territorio comunale è semplicemente dovuta alla presenza dei grandi centri commerciali appena fuori paese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«A differenza dei classici supermercati cittadini – dice Vito, di Noicattaro – negli ipermercati si può trovare di tutto, quindi credo che i nojani preferiscano spostarsi per fare grosse spese». Gli fa eco Davide di Bitritto che afferma: «I bitrittesi lavorano tutti a Bari e preferiscono nella pausa pranzo fare la spesa nei centri commerciali che hanno prezzi migliori dei cinque carissimi supermercati del paese». «E nell’ultimo anno hanno chiuso due grandi supermercati», sottolinea Angela, concittadina di Davide.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche a Modugno la situazione è simile. «Sembrerebbe che il supermercato attecchisca meno per certe categorie di alimenti – dice Antonella – soprattutto per la presenza del vicino ipermercato Auchan. In paese però resistono negozi che vendono prodotti freschi come pescherie, fruttivendoli e macellerie. Ma alcuni di questi stanno chiudendo: poco tempo fa è toccato a una salumeria, il cui proprietario attribuiva il calo delle vendite proprio alla presenza del centro commerciale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sarà, ma è bene sottolineare come in paesi quali Triggiano e Casamassima, che l’ipermercato ce l’hanno alle porte della città, il numero di supermercati cittadini rimane nella media provinciale. Anzi per Triggiano (un supermercato ogni 527 abitanti), si può parlare quasi di paese “globalizzato”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Probabilmente la chiave di lettura è da trovarsi nella diversa “vocazione” di ogni centro. Ci sono paesi che “combattono” contro la globalizzazione, che cercano di mantenere con orgoglio le proprie origini e le proprie tradizioni. E quindi rifuggono dai supermercati. Altri invece che hanno alzato bandiera bianca e hanno deciso di puntare su altri settori produttivi, abbandonando pian piano gli aspetti più folkloristici e quindi anche culinari che li contraddistinguevano.  
 

* con la collaborazione di Antonella Nigro


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