Youtube, quando i protagonisti sono i bambini: «Video spesso diseducativi»
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mercoledì 13 febbraio 2019
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di Marianna Colasanto
Si tratta di un fenomeno mondiale: le clip infatti provengono da ogni Paese del globo e in particolare da Russia, Stati Uniti e Corea del Sud. E stanno producendo delle vere e proprie star, come l'americano Ryan, di soli 7 anni, Karina Garcia, Evan o i protagonisti del canale “Ckn toys”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma qual è il segreto del loro successo? «I più piccoli ne rimangano incantati perché sono facili da capire – ci risponde la docente di Psicologia dello sviluppo dell’Università di Bari, Rosalinda Cassibba -. Spesso non hanno dialoghi e contengono elementi seduttivi come i mille colori, la velocità dell’animazione, le musichette ripetitive e martellanti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Cose che trasmettono sicurezza anche ai genitori – sottolinea la psicologa e psicoterapeuta Rossella Lippolis -. I protagonisti in fondo sono altri bambini che spesso svolgono semplici azioni ripetitive quali lavarsi, mangiare, fare i compiti o impastare (i cosiddetti video “slime”)».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma dietro a volte si nasconde l’inganno: i filmati tendono solo a pubblicizzare prodotti. Negli “unboxing” ad esempio si vedono bimbi scartare pacchi per poi mettersi a giocare con il regalo appena ricevuto. Spesso vengono pagati per farlo e i balocchi sono messi a disposizione da aziende produttrici di giocattoli.
«In molti hanno fiutato l’affare – conferma la psicologa e psicoterapeuta familiare Laura Ricchiuti -. L’aprire i regali attiva nella mente il ricordo di momenti belli come il compleanno o il Natale e del resto anche le musiche non comunicano con il canale cognitivo ma fanno leva sull’emotività. I bambini quindi si identificano con i protagonisti, desiderano far parte del loro mondo e bramano gli oggetti che vengono loro mostrati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma non c’è solo la pubblicità: a volte, magari inconsapevolmente, queste clip trasmettono messaggi profondamente diseducativi. «Nei video – avverte la Lippolis – gli attori sono spesso soli e pur essendo molto piccoli si dimostrano autonomi riproducendo azioni legate al mondo dei grandi, come il truccarsi. Questo non è bene, contenuti di questo genere non sono didattici: nelle scene dovrebbe esserci sempre la presenza di un adulto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli esperti pongono anche l’attenzione su cosiddetti “challenge”, nei quali i protagonisti si sfidano e fanno scherzi da “monellacci”. Un paio di esempi: due bimbi che scommettono su chi riesce a stare più tempo possibile sott’acqua senza respirare o una ragazzina che lancia finti escrementi sul fratello mentre sta dormendo.
«I filmati iniziano come parodie ma poi propongono dei messaggi non adatti ai minori – evidenzia la Ricchiuti -. Lo scherzo fine a se stesso può divertire, ma non vengono prese in considerazione le conseguenze: riproposti nella vita reale giochi del genere possono risultare pericolosi e violenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I genitori dovrebbero quindi proibire ai propri figli la visione di questi canali? «Purtroppo il negare porta all’effetto opposto: crea attrazione – avverte sempre la Ricchiuti –. Del resto ormai pc, tablet e smartphone fanno parte della vita quotidiana, usati in primis dai genitori. Ciò che madri e padri possono fare è mantenere un atteggiamento critico: devono far capire ai bambini che il monitor sta proiettando una realtà artefatta. Oltre chiaramente a ponderare la durata dell’esposizione: riproduzioni continuative di video nei primi anni di vita possono comportare futuri disturbi dell’attenzione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Foto di Ra Boe/Wikipedia
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Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
I commenti
- Fiorella Mastromarino - Anche questo fenomeno mi era sconosciuto. Mi ha lasciata turbata al punto di chiedermi come mai non esista un garante che impedisca trasmissioni così diseducative. In sintesi: queste trasmissioni sono rivolte a bambini molto piccoli perché inizino a vederli fin dalla più tenera età per orientare la loro formazione. E secondo me i genitori ed esperti dovrebbero impedire che ciò avvenga. Grazie come sempre per i vostri servizi inediti.