di Nicola Paparella

Borchie, capelli lunghi e musica heavy: i
BARI – C’erano i paninari, i dark, i punk, i new wave, i china, i rockabilly e i metallari. Erano gli anni 80 e i ragazzi dell’epoca si dividevano tra subculture giovanili che si differenziavano per modo di vestire, di parlare e di ascoltare musica. Sono passati tanti anni da allora e la maggior parte di questi “modelli” sono scomparsi nel nulla: di loro non resta che il ricordo, immortalato da film di serie b, libri e copertine di dischi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche se, a dire il vero, c’è chi ha resistito al cambio generazionale e continua a portare avanti un certo tipo di “modo di essere”. Sono i metallari, che a distanza di 30 anni è possibile ancora intravedere tra le vie di Bari con i loro capelli lunghi, giubbotti di pelle neri (il “chiodo”), borchie, catene e stivali. E soprattutto con indosso magliette con la stampa dei mitici gruppi musicali dell’heavy metal, dagli Iron Maiden ai Metallica ai Motörhead. Perché tutti i metallari ascoltano appunto musica metal, cioè quel genere di rock caratterizzato da pesanti ritmiche, iperbolici assoli di chitarra, voce spesso “urlata” e serrati ritmi di basso e batteria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il metallaro altro non è che un dissidente sociale - afferma il 31enne Alessandro Nespoli, che cura una webzine su questo mondo -. Fin quando esisterà la necessità di far sentire la propria voce o meglio di urlarla, allora il metal vivrà».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sono dell’idea che il metallaro oggi non sia poi tanto diverso da quello di trent’anni fa - dichiara la 23enne barese Claudia, maglietta dei Megadeth, pantaloni mimetici e pesanti stivaloni neri -. Ha mantenuto quelli che sono i suoi tratti distintivi. Ai concerti si poga e si fa “headbanging” (violenti movimenti della testa a tempo di musica), ci si veste con le borchie e si portano i capelli lunghi. Il fatto che questo fenomeno, se così vogliamo chiamarlo, resista così stoicamente al passare del tempo, è significativo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La cosa a cui devi fare l’abitudine – sottolinea il 27enne Paolo - sono gli sguardi della gente. I capelloni come me si beccano sempre una salva di critiche dai più perbenisti, o magari ordinari. Mi è capitato di essere scartato a dei colloqui di lavoro per via del mio essere metallaro, anche in lavori dove l’estetica non dovrebbe contare, tipo l’operatore call center».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Perché il metallaro fondamentalmente se ne frega delle convenzioni sociali - spiega il 25enne Antonio -. Quindi se la società ti impone di andare in giro incravattato e in ordine, noi facciamo l’esatto opposto. Non è nemmeno tanto una questione di ribellione al sistema, ma una forma di libera espressione. E’ chiaro che tutti noi abbiamo come riferimento personalità del mondo della musica come Bruce Dickinson, Zakk Wylde o Ozzy Osborne, tutti capelloni “brutti, sporchi e cattivi” che un po’ imitiamo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il metallaro non va in palestra e non emana un buon odore - conferma il 26enne Giorgio, ironizzando sull’argomento - e cura la sua “pancia da birra” come fossero addominali da preservare gelosamente. Ora ovviamente esagero, però a noi metallari piace bere. E poi suonare uno strumento e pogare ai concerti non vale come attività fisica? Sul fatto del vestire di nero o sui capelli lunghi, posso dire che mi piace ed è una cosa a cui difficilmente riesco a rinunciare: è bello trovarsi tra persone che condividono la tua stessa passione, anche a livello estetico».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Bari i metallari, che secondo Alessandro «sono intorno ai mille», si ritrovano chiaramente ai concerti metal e in locali dedicati a loro. Un appuntamento imperdibile è il Metal Symposium, un punto di riferimento per chi ascolta metal "estremo”, sottogenere che racchiude i gruppi più “duri e violenti” dell’heavy metal. «Si tratta di una rassegna musicale nata nel 2012 con l’intento di ridare linfa vitale alla scena metal - afferma Flavio Paterno, ideatore del Symposium -. Offriamo periodicamente al pubblico concerti che solitamente prevedono due band pugliesi e due band di altre regioni. A volte riusciamo anche a inserire in programma gruppi stranieri. L’iniziativa nasce dalla volontà di persone che hanno vissuto e vivono tuttora quotidianamente la dimensione artistica e sociale del Metal». (Vedi foto galleria)

«Eventi del genere per appassionati come me sono il massimo - dichiara il 28enne Mariano -. Ascolto da anni metal estremo e ovviamente non mi perdo il Symposium. C’è chi dice che sia un genere musicale troppo aggressivo, ma io penso che non ci sia modo migliore per scaricarsi. Alla fine il metal è nato per questo, o no?».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel video l’esibizione  dei Dewfall durante il Metal Symposium del 3 maggio 2014:


 


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