Bus n.19, assalto quotidiano degli ospiti del Cara: risse e incidenti
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venerdì 29 novembre 2013
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di Salvatore Schirone
Nell'ora di punta, gli studenti pendolari assistono impotenti all'assalto del mezzo: decine di ragazzi di colore salgono sul bus, cominciando a infastidire tutti. L'ultimo episodio qualche giorno fa. Riferisce Fabio: «Un ragazzino è stato picchiato brutalmente solo perché si era rifiutato di cedere il suo posto». E non vengono risparmiati nemmeno gli adulti. Una signora viene "palpata". Nasce una discussione. La donna chiama il marito sul cellulare. L'uomo raggiunge il pullman alla fermata e scoppia una rissa.
Ma i fatti più gravi avvengono nelle ore serali, durante le ultime corse, quando a temere di più non sono i pendolari, ormai già tornati a casa, ma i conducenti.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
«Faccio regolarmente anch’io quella tratta - ci dice un giovane autista Amtab - e ormai siamo rassegnati a lavorare in questa situazione. Questi uomini salgono ubriachi e sono fuori di testa. Sono ospiti del Cara (Centro di accoglienza richiedenti asilo). E dopo esser stati tutto il giorno in giro per la città ritornano al centro di accoglienza, da dove sono usciti clandestinamente attraverso i varchi della recinzione. L'altro lunedì (18 novembre) sono andato personalmente a riprendere dal pronto soccorso il mio collega Francesco».Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
Cosa era successo?
«Abbiamo denunciato anche al Comune questo problema, ma si sono stretti tutti nelle spalle - continua l'autista -. Ed è inutile fare multe: i controllori possono solo farli scendere, ma tanto risalgono sulla corsa successiva».Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
La situazione è ben nota anche alle forze dell'ordine. Infatti il nigeriano reo confesso dell'assassinio di Caterina Susca, la 60enne di Torre a Mare, è stato identificato e arrestato proprio sul famigerato numero 19. Anche lui era un ospite del Cara.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
Questo è ciò che avviene quando all’integrazione (o al contrario all’espulsione) si sostituiscono strane forme di “detenzione amministrativa” che costringono centinaia di persone a vivere per lungo tempo in un centro di “accoglienza” senza conoscere il proprio futuro. La fuga diventa la regola. E decisioni prese a livello governativo vedono i loro effetti riversarsi sulla vita dei singoli cittadini, nell’immobilismo delle amministrazioni comunali.
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Scritto da
Salvatore Schirone
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