Polignano, le case a picco sul mare: «Disabitate o diventate b&b». Ma Teresa resiste
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venerdì 3 marzo 2017
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di Ilaria Palumbo
Con un pizzico di invidia siamo andati alla ricerca dei fortunati proprietari di queste dimore, ma con nostra grande sorpresa abbiamo constatato che la maggior parte di esse o sono abbandonate oppure sono state trasformate in locali, case vacanze e bed&breakfast.
«Si tratta di case di almeno sessant’anni fa esposte alla forza del vento e del mare: per essere abitate avrebbero bisogno di grosse ristrutturazioni che in pochi si possono permettere – ci spiega un agente di commercio che fa da intermediario nella compravendita degli appartamenti -. Quindi i proprietari in molti casi sono stati costretti a venderle a prezzi stracciati ad alcuni imprenditori, soprattutto una ventina di anni fa. E questi ultimi hanno fatto l’affare, perché ora questi edifici completamente restaurati e inseriti in una Polignano sempre più turistica valgono sui 400-500 mila euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A vivere in questi edifici sono quindi rimasti in pochi: coloro cioè che hanno resististo alle avances delle agenzie immobiliari, riuscendo a provvedere alla manutenzione delle strutture di tasca propria. Tra di loro c’è la 67enne Teresa, che abita in un appartamento sul mare in via Cardinale Ciasca, a due passi da Grotta Palazzese. Il prospetto della sua casa si può intravedere affacciandosi su una delle balconate di Polignano (la quinta entrando nel centro storico dall’Arco marchesale) e guardando sulla sinistra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati a trovarla. La proprietaria, una signora dai capelli chiari e curiosi occhiali rosa, ci accoglie nella sua dimora strutturata su tre piani e ci mostra un grande salone arredato con mobili piuttosto “antichi”. «Vivo in questa casa da 37 anni – ci dice subito Teresa - apparteneva ai miei zii e quando sono morti l’ho ereditata. Ho lasciato qui i mobili che c’erano prima, anche i quadri esposti sono quelli dipinti da mio zio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dalla sala da pranzo intravediamo una veranda delineata da archi in cemento bianco, attraverso cui scorgiamo quel mare che sembra ricreare il paesaggio di uno dei tanti ritratti appesi al muro. Usciamo. Da qui si apre uno stretto corridoio da cui è visibile un ampio balcone a picco sul mare e al cui centro spicca un grande tavolo con una tovaglia celeste. Anche se non è certo questo oggetto ad attrarre la nostra attenzione, ma il panorama che si svela davanti ai nostri occhi. A sinistra e a destra è la scogliera a fare da padrona con la sua alta costa frastagliata, ma basta sporgersi oltre la ringhiera e ciò che si osserva è solo l’azzurro indistinto di cielo e mare. Si ha la sensazione di trovarsi sospesi per aria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Per lavoro sono costretta a passare molto tempo lontana da questa vista – interviene Teresa - ma cerco di godermela il più possibile quando mi sveglio: all’alba i colori del mare sono meravigliosi e regalano tanta serenità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La donna ci informa che al piano di sopra si trova il terrazzo che si erge a 27 metri di altezza, ma non ce lo fa vedere perché è abitato da una delle sue figlie. «Ci è capitato però di “prestarlo” per gli allenamenti ai tuffatori che vengono a Polignano per l’annuale gara», aggiunge. Teresa dalla veranda ci mostra il secondo balcone che si trova al piano di sotto e che poggia direttamente sulla massa rocciosa. Scendiamo e ci ritroviamo su una terrazzina più bassa ma ancora più suggestiva: da qui è quasi possibile toccare la robusta scogliera che si apre in tre pittoresche grotte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La proprietaria ci indica un albero di fico ancora spoglio e un piccolo dondolo in ferro che giace qui in attesa della bella stagione. «Non lascio molte cose sul balcone – sottolinea – il vento quando è forte è in grado di portarsi via tutto, dai panni stessi alle piante. Quando c’è maestrale sono costretta a chiudermi dentro casa con i doppi infissi. Alla fine abitare sulla costa ha anche i suoi difetti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È ormai arrivata l’ora di pranzo e stiamo per lasciare l’appartamento quando sentiamo un singolare verso provenire da fuori: sono i gabbiani, che si sono adagiati sulla superficie dell’acqua proprio sotto casa di Teresa. «Mi vengono a trovare tutti i giorni a quest’ora – ci rivela la signora – e lancio loro la mollica del pane. Sono amici, amici che vengono dal mio mare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Ilaria Palumbo
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