di Francesco Sblendorio

Altamura, favola ''Ultrattivi'': la formazione la scelgono i tifosi
ALTAMURA - Si scelgono i giocatori, si fa la formazione e si manda in campo la squadra. Se le cose vanno male si può cacciare l’allenatore. Tutto online. Detta così, sembrerebbe la descrizione di uno dei tanti giochi di calcio virtuale in circolazione. Ma in questo caso c’è una grossa differenza: i calciatori e l’allenatore sono in carne e ossa e il campionato esiste davvero. E’ ciò che avviene ad Altamura, in provincia di Bari, dove sono i tifosi a decidere la formazione dell’Asd Ultrattivi, società di calcio che milita nel campionato di seconda categoria pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il sistema funziona così. Il martedì sera, al termine del primo allenamento settimanale, l’allenatore stila una lista di 18 giocatori disponibili per la successiva partita di campionato, escludendo quindi squalificati e infortunati. Il mercoledì parte un sondaggio sul web attraverso il quale gli allenatori “virtuali” fanno la formazione che ritengono più adatta. Il sistema telematico incrocia le loro preferenze ed elabora un possibile 11 titolare. Nel frattempo, anche il “mister” sceglie la sua formazione. Il venerdì c’è un altro sondaggio online in cui i due possibili schieramenti vengono messi a confronto e sono sempre i tifosi a operare la scelta definitiva. La squadra più votata sarà quella che scenderà in campo la domenica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il mister reale, quello che dirige davvero gli allenamenti, si chiama Gianluigi Colonna e si presenta scherzosamente: «Penso di essere il primo caso di ingegnere-allenatore». «Allenare gli Ultrattivi – racconta – è qualcosa di diverso. Si ha possibilità di mettersi sempre in discussione, soprattutto nelle scelte sui ragazzi da schierare in campo. Certo, le due formazioni, la  mia e quella fatta dai tifosi via web, in genere differiscono al massimo di 4 o 5 elementi. Il sondaggio del venerdì – continua – il 70% delle volte ha premiato le mie scelte, perché comunque i tifosi mi riservano una certa fiducia, ma anche quando ha prevalso la squadra pensata dagli allenatori virtuali sul campo abbiamo ottenuto buoni risultati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il progetto Ultrattivi in effetti si sta rivelando vincente. Nella stagione 2011-2012 è arrivata la promozione dalla Terza alla Seconda Categoria. Quest’anno appena concluso era iniziato male, nelle prime 5 partite sono arrivate altrettante sconfitte. «Ma poi ci siamo ripresi – dice mister Colonna – e abbiamo ottenuto un buon ottavo posto. Ci siamo anche tolti la soddisfazione di battere quasi tutte le squadre più forti del nostro girone. L’anno prossimo vogliamo fare ancora meglio». Insomma, buon per lui che la squadra sia stata protagonista di un campionato positivo. Perché i tifosi possono anche decidere di esonerare l’allenatore, sempre attraverso un sondaggio via internet. «Ma fino a oggi non è mai accaduto», dice con soddisfazione Colonna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Diventare mister virtuale degli Ultrattivi è facile e costa poco. Basta compilare un forum sul sito della società e versare la quota annuale di 24 euro. Attualmente sono quasi 7.000 gli “allenatori attivi”. Per lo più pugliesi, ma anche loro conterranei emigrati in Belgio, Brasile, Canada. Da quest’anno è stata creata anche la figura del “presidente attivo”. Con 100 euro all’anno si può partecipare alla gestione manageriale della società, che in questo modo è riuscita a conquistare una certa indipendenza dagli sponsor.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un presidente reale e legale, comunque c’è. Si chiama Giacinto Fiore. È colui che nel 2008, vincendo un bando regionale da 25.000 euro, ha dato il via al progetto Ultrattivi. Nel giro di poco tempo si è creata una vera e propria “famiglia”, come la definisce Colonna. «Nessuno tra calciatori e dirigenti percepisce un euro da ciò che fa. Nonostante questo, nel corso degli anni molti giocatori che militavano in altre squadre si sono avvicinati alla nostra realtà».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da queste parti non c’è neanche bisogno di fare calciomercato. «Il primo gruppo di giocatori – racconta il mister – nacque da uno stage di 100 ragazzi, alcuni dei quali vennero selezionati e andarono a costituire la squadra. Così ogni anno vengono organizzati degli stage e alcuni dei giovani che si propongono entrano nel gruppo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà un tentativo di compartecipazione tra allenatore e tifosi nel guidare una squadra venne sperimentato a partire dal 2004 con il Cervia, compagine romagnola salita alla ribalta perché protagonista della trasmissione tv “Campioni”. Ma dopo un iniziale successo le cose andarono male e l’esperimento finì.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’idea dell’azionariato di base in una società calcistica invece è, in Italia, una novità assoluta. Il modello ha una certa diffusione all’estero, in particolare Israele e Spagna. Un esempio su tutti è il Barcellona. E come i catalani allevano i loro piccoli talenti nella cosiddetta “cantera”, anche gli Ultrattivi hanno avviato un fiorente settore giovanile. Si chiama “Campus cresci bene” e quest’anno ha visto la partecipazione di circa 70 bambini, saliti a 80 all’apertura del campo estivo. Un’occasione per imparare a giocare a calcio e non solo. L’Ultrattivi organizza anche corsi di inglese, astronomia, giardinaggio, educazione ambientale, alimentare e civica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In attesa che emerga un piccolo Leo Messi, Altamura per ora è diventata una piccola Barcellona.


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