di Alessandra Anaclerio

Nunzia, Maria e ''La pantofolaia'': le signore delle sgagliozze
BARI – E’ solo polenta fritta, certo, ma dietro alle sgagliozze, "must" della cucina barese si nascondono delle storie che vanno raccontate. Un mestiere, quello della venditrice di sgagliozze, tramandato di generazione in generazione tra le donne di Bari vecchia e che ancora oggi rappresenta una figura fissa e viva nel centro storico del capoluogo pugliese.   

La presenza delle "signore delle sgagliozze", prima che con la vista, si percepisce dall'odore di frittura che, quando cala il sole, inizia a prendere il posto di quello di ragù e di bucato. Ed è proprio quando il cielo comincia ad accennare tracce di arancio che "Maria la pantofolaia", "Maria delle sgagliozze" e "Nunzia dell'arco di San Nicola" (vedi foto galleria) accendono i loro usurati ma eccellenti pentoloni, per far riscaldare l'olio di girasole nel quale la polenta sarà fritta e poi venduta a 20 centesimi a pezzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nunzia dell’arco di San Nicola -Sul lungomare Augusto Imperatore, prima di svoltare per Via Venezia, la strada che conduce alla Basilica di San Nicola, troviamo la signora Nunzia. «Da 15 anni la mia vita è questa – ci racconta-. Ho seguito le orme di mia madre, anche perchè qui a Bari non c'era e non c'è assolutamente lavoro». Questa simpatica signora è madre di cinque figli ed è stata sempre stata affiancata nel suo mestiere dal marito. «Lui mi dà una mano a tagliare la polenta. Ma qui la titolare sono io», dice scherzando.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Maria la pantofolaia - Lasciando la bella vista offerta dal mare di Bari arriviamo in piazza Mercantile, dove l'arte di friggere si tinge solo ed esclusivamente di rosa. E' qui che troviamo, dietro due postazioni diverse, le due "marie". La prima è è “Maria la pantofolaia”. «Io ho due soprannomi – ci svela - uno è Maria e l'altro è pantofolaia. Il primo mi è stato accollato perchè è più breve rispetto al mio vero nome, che è Mariolina. Il secondo invece l'ho ereditato da mia madre. Lei, che 50 anni fa friggeva le sgagliozze e le patatine vicino alla Cattedrale, come primo lavoro faceva la pantofolaia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Mariolina adesso, con i suoi 72 anni portati più che bene, è affiancata dalla figlia Anna, con la quale si divide i compiti. «Mia madre prepara l'impasto e taglia- dichiara Anna- io invece friggo. E si vede dalle mani». Oltre alle sgagliozze, le due signore cucinano anche le "popizze", le frittelle fatte con impasto di farina, acqua e lievito. «Il trucco per delle popizze "esatte"- sottolinea Anna- sta nel preparare un composto che non sia "lento lento": deve riposare almeno per due o tre ore ed è importante lavorarlo con le mani».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Maria delle sgagliozze - L'ultima signora incontrata è "Maria delle sgagliozze". Lei, frigge precisamente da 40 anni. «Io ho 64 anni e ho iniziato da quando ne avevo 24- dichiara -. Ho imparato da mia madre e da mia nonna. Le mie figlie però non mi aiutano molto, si vergognano. Spero in una diversa sorte per le mie nipotine». Maria invece è orgogliosa del suo mestiere,  se si lamenta della mancanza di attenzioni da parte delle istituzioni, alle quali propone una "sagra della sgagliozza". «Sai quante persone verrebbero anche dai paesi? - sottolinea-. Ma al Comune noi non interessiamo, anzi, tempo fa volevano pure cacciarci, ma non ci sono riusciti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per concludere, ecco la vera e unica ricetta per preparare delle sgagliozze perfette. «Dovete prendere una pentola, mettere l'acqua, salarla e aspettare che bolli – c’insegna “Maria la pantofolaia”-. Poi buttate nell'acqua la polenta e girate sempre con il cucchiaio di legno. Quando il composto è denso, lo prendete e lo versate in una "tiedda" (teglia da cucina) e lo fate raffreddare. Dopo di che, si mette una mano sopra e se l’impasto è tiepido potete iniziare a tagliarlo e a friggere». E poi c’è il segreto finale. «Mi raccomando – avverte Maria – dopo che le avete fritte abbondate con il sale, altrimenti diventano “sciapite”».


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  • LUIGI IMBROGNO - il giorno 2 di ottobre 2017 in gita a Bari vecchia li ho assaggiati. e sono meravigliose le sgagliozze ne ho preso in abbondanza sono una bontà. le o preparate anche in casa. buonissime.


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