di Adriana Trisolini

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BARI –  Perché aspettare che siano gli spettatori a venire a teatro, quando è possibile andare nelle loro case per proporre commedie e drammi ambientati, perché no, in una cucina o in una camera da letto? E’ questa l’idea alla base del “teatro d'appartamento”, progetto nato dalla mente dell’artista Silvio Benedetto che lo mise in scena a Buenos Aires negli anni 50. Approdato in Italia nel 1975, questo genere di spettacolo è da qualche tempo fruibile anche a Bari, grazie alla Compagnia del Sole, che dal 2014 lo porta nelle abitazioni di coloro che ne fanno richiesta. Ne abbiamo parlato con gli attori Flavio Albanese e Antonella Carone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perchè ingaggiare una compagnia per proporre uno spettacolo a casa propria?

Di solito è un regalo che viene fatto ai propri ospiti. C’è chi ad esempio preferisce festeggiare il compleanno non solo con cibo e balli ma con uno spettacolo teatrale. E chi invece desidera animare una cena invitando noi attori. Spesso pasteggiamo assieme agli altri commensali proponendo incalzanti giochi dialettici in cui i presenti sono partecipanti e testimoni. Si potrebbe dire che il teatro d’appartamento sia un lontano parente dei teatrini di corte rinascimentali, che a loro volta si sono evoluti nei salotti settecenteschi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma questo tipo di teatro rimane mero intrattenimento o al contrario può riuscire ad assumere una certa valenza artistica?

La risposta è sì perché cambiando totalmente il rapporto con il pubblico si viene a formare una diversa forma di espressione teatrale. In uno spazio convenzionale il pubblico è solo ed esclusivamente spettatore, mentre nel teatro in appartamento è più che mai interlocutore. Le distanze si abbattono, lo spettacolo si avvicina, avvolge, e naturalmente respira gli umori e l’energia dei presenti. C’èun hic et nunc, un “qui ed ora” da cui l’attore che recita a una distanza così ravvicinata non può prescindere. Anzi deve saperlo maneggiare come un abile giocoliere affinché la sua magia riesca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Questa interazione può essere anche un buon modo per avvicinare il pubblico al teatro…

Certo, è un’efficace via per aiutare e sostenere il teatro. Gli attori infatti spesso si intrattengono dopo lo spettacolo con il ristretto pubblico, conversando, confrontandosi e conoscendosi e abbattendo così qualsiasi distanza tra il “palcoscenico” e gli spettatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quali tipi di spettacolo sono adatti per la performance d’appartamento?

Per ogni luogo e occasione ci sono la forma e il titolo più adatti. Noi ne proponiamo diversi pensati per essere rappresentati in spazi non convenzionali. Si va dal varietà al dialogo filosofico tratto dal Menone di Platone, dai monologhi di Teatro-Scienza al Dostoevskij del “Grande Inquisitore” o delle “Notti Bianche”. Ultimamente abbiamo messo a punto anche uno spettacolo dal titolo “Un sufi e il suo pianoforte” con il musicista Roberto Re David. 

Da dove è nata l’idea di proporre questo genere di teatro?

Stavamo provando il Menone di Platone, quando durante le prove siamo tornati con la mente proprio ai tempi del grande pensatore, quando i momenti conviviali erano spesso occasione di confronto, di lunghe dissertazioni, di dispute dialettiche. Da lì è nata l’idea di andare tra le persone a parlare di filosofia. E così ci siamo ritrovati in un giardino di una villa privata a rendere reale quel dialogo platonico che era il Menone parlando di insegnabilità della Virtù. Quella serata dell’agosto 2014 è stata di fatto la nostra prima concreta sperimentazione di Teatro in appartamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nella foto (di Natascia Locati) una scena dello spettacolo "Con tutto l'amore del mondo" di Qui e Ora Residenza Teatrale


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