di Anna Maggio

Modugno, il mistero di San Michele e San Pietro: mete di fedeli e satanisti
MODUGNO - Bigliettini di supplica a Dio, altari depredati e addirittura riti satanici. È incredibile quante storie si possano celare tra le mura delle chiese di San Michele e San Pietro, due piccoli edifici sacri apparentemente anonimi disseminati nell'agro di Modugno, in provincia di Bari (vedi  foto galleria). Distanti un paio di chilometri l'uno dall'altro, sorgono non lontano dal “Boschetto delle fate”, posto famoso per aver ospitato messe nere e sette sataniche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Giungere davanti alla chiesa di San Michele è abbastanza semplice: basta imboccare la strada provinciale 167 che da Modugno porta a Sannicandro di Bari, una contorta linea di asfalto priva d'illuminazione che si fa largo tra ruderi sparsi qua e là nelle campagne, abbastanza gettonata tra i ciclisti e i corridori del posto. Dopo averla percorsa per circa due chilometri si incontra sulla sinistra il luogo di culto, costruito in contrada San Martino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'entrata dell'edificio è sormontata da un architrave su quale è inciso l'anno di costruzione: il 1768. Ma ad attirare la nostra attenzione sono una scritta e il disegno di un polpo stilizzato lasciati con uno spray rosso sulla facciata principale. La parola riportata sul muro è "Cthulhu" e indica una creatura immaginaria partorita dalla mente dello scrittore americano Howard Phillips Lovecraft: si tratta di un'orribile divinità adorata da popolazioni selvagge che prevede nel suo culto anche il sacrificio di uomini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quando nel 2008 ho comprato il terreno su cui sorge la chiesetta la porta d'ingresso era rotta - racconta il proprietario, un signore modugnese che preferisce restare anonimo -. Mi accorsi allora che c’era gente che entrava frequentemente nell’edificio e per fini non proprio nobili. C’è chi si portò via l’acquasantiera, chi il rosone sul soffitto e chi tentò di smontare l’altare. Di tanto in tanto trovavo anche candele buttate alla rinfusa per terra: non so a cosa servissero, probabilmente messe nere o sedute spiritiche. Per questi motivi decisi di chiudere l’entrata con un cancello».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Aspetti che stridono con le origini della chiesa. «All'epoca la struttura sorse in un territorio colmo di vigneti che accoglieva coloro che si trasferivano durante la vendemmia - spiega l'esperto di monumenti locali Raffaele Macina -. Lì dunque si lavorava duro, si facevano feste e c'era bisogno di un luogo dove pregare. Solo negli ultimi decenni si è avuta notizia di queste presunte celebrazioni sataniche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E ancora oggi nella chiesetta continuano a succedere cose fuori dall'ordinario. Dietro l'altare, accanto alla nicchia che contiene la nuova statua di san Michele (la vecchia è stata rubata), c'è un quadro raffigurante proprio l'arcangelo, calato senza alcun avviso da un fedele attraverso una finestra posta in alto.  Ma le sorprese non finiscono qui: le pareti della chiesa sono infatti zeppe di immagini sacre e bigliettini. «Sono anni che raccolgo i bigliettini lasciati per terra qui dai fedeli - sottolinea il custode Giuseppe -. Si tratta di preghiere, immagini di santi, ma anche lettere d'amore e suppliche a Dio affinchè guarisca un parente malato o accontenti in qualche modo i propri cari. Li inserisco in una busta di plastica e li appendo al muro per evitare che si rovinino. A volte trovo persino dei giochini per bambini che raccolgo e poggio sull'altare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Una chiesa quindi che si divide tra il sacro e il profano: meta di fedeli che vedono in questo edificio un tramite tra gli uomini e Dio e meta di “antifedeli” che hanno preso di mira proprio questa chiesetta di campagna per svolgere i loro riti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un po’ la stessa storia di un’altra chiesa (questa volta sconsacrata) dedicata a San Pietro  e presente in contrada Balsignano. L'edificio religioso è raggiungibile da Modugno percorrendo la strada provinciale 92 che conduce a Bitritto. Dopo aver superato l'ex fabbrica di fuochi d'artificio Bruscella, esplosa tragicamente lo scorso 24 luglio, è necessario guidare per altri 500 metri e girare a destra in una stradina secondaria. A quel punto basta camminare per una manciata per raggiungere la chiesa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche sull'architrave che sovrasta l'ingresso della chiesa di San Pietro si legge un data: 1759, ma spicca in particolare la scritta latina "Sacra gerenti gratis hic manducare licebit", che in italiano significa "Qui si può mangiare gratuitamente". «La chiesa in antichità si chiamava Santa Maria di Costantinopoli e quella citata è una frase significativa - afferma l'esperto Macina - in quanto allude a un luogo di ristoro posizionato su una strada molto importante sin dal settimo secolo avanti Cristo: qui attorno si stagliano i castelli di Sannicandro, Gioia del Colle, Balsignano e Bitritto e questa era una delle vie più trafficate per trasportare carichi di cibo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dal 2007 il proprietario di questa piccola struttura e dell’appezzamento triangolare su cui sorge è l'avvocato modugnese Paolo Colavecchio. «La chiesa è completamente vuota - evidenzia Colavecchio -. Anzi diciamo che è stata svuotata: prima del mio acquisto è stata tappa fissa di ladri e vandali che hanno anche fatto a pezzi l'altare. Io sono riuscito a ripulire la chiesa e a dotarla di un cancello per rendere quantomeno visibili gli interni ai passanti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche su questa cappella si è infatti più volte allungata l'ombra dei riti satanici.  «Possiedo una campagna nei paraggi - dice invece il 55enne modugnese Franco - e qualche anno fa, prima che la chiesa fosse ristrutturata, passando di qui ho visto delle cose strane: paramenti sacri bruciati e fatti a brandelli e il numero 666, quello dell'Anticristo, disegnato su un muro interno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il “Boschetto delle fate”, la chiesa di San Michele e quella di San Pietro: nella campagne di Modugno c’è un misterioso e inquietante triangolo del satanismo

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)


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  • Graziella Ceraudo - È interessante suscita curiosità.


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