di Ilaria Milella

La storia del barese Mario De Giglio, che cura 100 gatti in difficoltà
BARI – Tempo fa avevamo parlato del signor Franco, che da solo accudisce ben 100 cani nella zona industriale di Bari. Oggi invece il protagonista della nostra storia è il barese Mario De Giglio, che cura sempre decine di gatti. Lui ha 56 anni e gestisce un “asilo” con una ventina di mici abbandonati o in difficoltà e quattro colonie nei pressi del cimitero di Bari che contano all’incirca ottanta felini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ho iniziato a prendermi cura dei gatti da giovanissimo – ci racconta il volontario –: sono entrato in contatto con i primi randagi quando avevo undici anni ed è stato subito amore. Ma è negli ultimi 8 anni che ho deciso di impegnarmi seriamente per il benessere di questi animali. Ho iniziato con tre gatti, che poi sono diventati sempre di più date le tante segnalazioni dei cittadini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il primo rifugio si trova in via Muciaccia, nel quartiere San Pasquale di Bari. Qui, in una stanza, ci sono una ventina di cuccioli destinati all’adozione (vedi foto galleria). Ci sono gabbie aperte dove i mici possono riposare e diversi giochi, tiragraffi e palline. Sul lato sinistro del locale  si trovano alcuni trasportini e un tavolo dove sono appoggiate coperte, sabbia e generi di prima necessità. «Sto terminando i lavori all’interno dello stabile - precisa l’animalista – non c’è ancora l’allacciamento con l’elettricità, ma vi sopperisco con delle lampade al neon lasciate accese di notte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I nomi scelti per i gatti derivano quasi sempre da dettagli fisiognomici dei felini, quali il colore del manto, gli occhi o la presenza di macchie. Tra di loro ci sono quindi “Rossino”, “Macchia”, o “Grigetta”. I gatti sono tutti piccoli, tranne Zoi, un felino adulto a macchie bianche e rosse che i padroni hanno affidato a Mario temporaneamente perché stavano traslocando. «Non andava d’accordo con i suoi “coetanei” e così l’ho messo assieme ai più piccoli», dice l’animalista.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Gli altri gatti accuditi si trovano nei pressi del cimitero. Si tratta di quattro colonie di felini, per un totale di un’ottantina di mici. Loro sono liberi, ma l’uomo porta loro giornalmente del cibo e li controlla. «Sì perché c’è sempre qualcuno che potrebbe far loro del male – sottolinea -. Due anni fa trenta di loro furono ritrovati strangolati ed infilzati. Erano tutti gatti buonissimi, avvicinabili da chiunque e i loro resti sono stati lasciati in bella vista proprio per spaventare l’attività di noi volontari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Tutte le spese (di cibo, medicinali, sterilizzazioni) sono a carico del volontario, che riesce a gestirle tramite sovvenzioni di privati. Di fatto lui sostituisce il lavoro che dovrebbero compiere le associazioni animaliste, che spesso, come afferma l’uomo, «sono in contrasto tra di loro e al posto di cooperare per il bene degli animali trascorrono il tempo a rinfacciarsi ciò che fanno e non fanno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mario viene chiamato da chiunque: da animalisti, da cittadini e anche da coloro come le forze dell’ordine che dovrebbero intervenire in caso di segnalazione di un animale abbandonato. «Il mio numero di telefono ce l’hanno tutti - afferma Mario – e io vengo chiamato perché spesso non è facile “catturare” un gatto per toglierlo dalla strada. I felini, soprattutto se sono in difficoltà, diventano diffidenti e aggressivi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Tra i più spettacolari salvataggi effettuati da De Giglio, c’è quello di un gatto maculato di Noicattaro, la cui testa era rimasta infilata dentro una bottiglia di plastica tagliata. «Ho visto il micio uscire dai cespugli, pronto a saltare in un giardino di una casa vicina – ricorda -: sono riuscito a intrappolarlo nel retino mentre spiccava il balzo. Quando sono riuscito a liberarlo dalla bottiglia si è calmato e mi ha fissato: non riuscirò mai a dimenticare quegli occhi e quello sguardo di gratitudine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il numero per contattare il signor Mario: 347-4737666.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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