di Annamaria Lacalamita

Couchsurfing, ospitare in casa chi viaggia: «Ma attenzione ad avances e bidoni»
BARI - Si chiama “couchsurfing” e la sua traduzione è “surfare sul divano”. Sì perché chi lo utilizza non fa altro che girare per il mondo passando da un posto letto all’altro, approfittando dell’ospitalità di persone che vogliono solo «offrire loro un posto letto gratuito per condividere le esperienze e le storie di persone che viaggiano, conoscendo nuove culture».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A spiegare la filosofia del couchsurfing è Domenico Giacomobello 35enne barese che amministra il gruppo facebook “CouchSurfing Puglia e Basilicata” e organizza anche ogni mese dei meeting per tutti i “surfers”, coloro cioè che attraverso il sito www.couchsurfing.org  riescono a viaggiare senza pagare alberghi e b&b.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto ebbe inizio nel 1999 quando Casey Fenton inviò più di mille e-mail ad altri studenti universitari dell’Islanda chiedendo loro un posto letto e trovando molte persone disposte ad ospitarlo gratuitamente. Ad oggi il sito ufficiale vanta circa 5 milioni di profili: migliaia e migliaia di persone che ospitano e vengono ospitate da altra gente durante i loro viaggi. In Italia attualmente gli utenti sono 210.634, in Puglia 7.521 e a Bari 2.015.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma come si fa a diventare “surfers”? Bisogna essere maggiorenne e creare un proprio profilo sul sito con foto, dati personali, interessi, passioni e stili di vita. In base ai parametri di ricerca tra cui località, sesso ed età, chi vuol essere ospitato contatta coloro che si avvicinano al proprio “profilo ideale” inviando una “couch request”. Richiesta che però può anche essere rifiutata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché comunque c’è la fiducia alla base del couchsurfing, anche se come dice il proverbio, “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. «Proprio per questo motivo, per sicurezza - avverte Domenico - è bene mettersi in contatto con i “profili certificati”, quelli cioè che hanno una “spunta” vicino al nome. Si tratta di coloro che hanno fatto una donazione al sito di 20 dollari effettuata con carta di credito. Sono quindi più facilmente rintracciabili in caso di comportamento scorretto. Io ad esempio prima di possedere un profilo certificato avevo poche richieste di ospitalità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In ogni caso è possibile sempre controllare le valutazioni assegnate alla fine di ogni esperienza da entrambe le parti. Ci sono tre giudizi: negativo, positivo e neutrale. E’ possibile anche contattare in privato un utente che ha già alloggiato presso chi ci ospiterà per chiedere delle referenze: come si è trovato lui durante la permanenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Non sono direttamente a conoscenza di episodi gravi legati al couchsurfing - afferma però Domenico -. Ho solo letto su internet di un uomo che ha abusato di una donna, ma questo purtroppo accade anche nella vita al di fuori di questo sistema. Magari si può avere invece a che fare con la scortesia, con avances o “bidoni”. A me ad esempio una volta è capitato di ospitare persone a cui era stato promesso un alloggio che però all’ultimo momento era saltato. E’ sempre opportuno avere sempre un piano di riserva, anche se è da dire che la maggior parte delle volte le richieste vengono evase positivamente. In più in caso di comportamento scorretto si può essere eliminati definitivamente dal sito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nonostante alcuni timori, la comunità del couchsurfing è comunque molto attiva. Tra i duemila surfers baresi c’è Domenico, che racconta: «Ho ospitato due ragazze polacche –che sono venute a piedi dal loro Paese. A ogni meta si fermavano e chiedevano ospitalità». Il 45enne Alessandro ha invece ospitato surfers di Budapest, Montpellier, Buenos Aires, Tokio e della Malesia. «Ai miei ospiti cerco di far vivere la Puglia per farla conoscere in tutta la sua bellezza – ci spiega – nel 2012 sono stato ospitato in Inghilterra, Francia  e Svizzera durante il mio pellegrinaggio da Canterbury a Roma, ricevendo una splendida accoglienza. Si è più propensi ad accogliere gente di diversa nazionalità per avere un maggiore scambio culturale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il 44enne Gianni ha invece conosciuto Dana, una ragazza della Repubblica Ceca ad uno dei meeting di Bari. «Alloggiava da una mia amica- ricorda -  aveva bisogno di ospitalità per il weekend e così le ho ceduto il mio letto (io ho dormito su una brandina). Abbiamo cenato insieme e poi fatto un giro per Bari vecchia. Durante la sua permanenza ci sono stati degli abbracci fraterni ma quando è salita sul treno ci siamo baciati. È stata un esperienza nuova e bellissima e sono contento di aver avuto un comportamento corretto visto che il ragazzo che l’aveva precedentemente ospitata le aveva fatto delle avances insistenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Infine il 26enne Giorgio, che ha ospitato più di cinquanta persone e ha trovato ospitalità in Belgio, Polonia, Olanda, Scozia, Grecia, Romania e Germania. «Sono dell’idea che prima di essere ospitati bisognerebbe ospitare - sottolinea - per comprendere bene cosa voglia dire essere un perfetto “padrone di casa”. Perché stare con i surfers vuol dire vivere il loro quotidiano, cercando di metterli a loro agio e nel contempo facendo conoscere la propria città in maniera autentica. Il couchsurfing non serve solo a risparmiare sull’albergo, ma a condividere un’esperienza , un “souvenir di vita” da portare sempre nel cuore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il sito ufficiale del couchsurfing e qui il gruppo facebook di Puglia e Basilicata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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