di Gabriella Quercia

I mirmecofili, coloro che allevano le formiche: «Le ammiriamo»
«Noi studiamo e alleviamo le formiche perché le ammiriamo: esistevano prima dei dinosauri e sono riuscite a sopravvivere nei millenni grazie a quello spirito di collaborazione che spesso negli esseri umani manca». Giovanni Bertazzoli, 57enne milanese, è il presidente dell’Associazione mirmecofili italiani, coloro che studiano, allevano e curano le formiche. E’ lui a introdurci nel mondo dell’insetto più laborioso e infaticabile che si conosca, anche attraverso il sito Formicarium.it, dove appassionati e studiosi forniscono consigli e informazioni per chi vuole iniziare a coltivare questo hobby.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quando abbiamo aperto il portale – sottolinea Giovanni - eravamo solo un centinaio di interessati, ma poco a poco siamo arrivati a quasi 900 associati e a un migliaio di accessi per quanto riguarda il forum. Segno che anche in Italia questa passione sta prendendo piede, anche se in Paesi come Germania o Inghilterra questa attività è diffusa da tempo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma dove si tengono le formiche? «Nei nidi artificiali – risponde l’esperto -. Si può usare il gesso, legno o sughero oppure uno speciale materiale edile che prende il nome di gasbeton, una specie di polvere di gesso molto leggera ideale per far costruire delle gallerie a queste piccole creature. Il tutto viene inserito in teche di vetro. E’ chiaro che bisogna trovare delle condizioni di luce, umidità e alimentazione che siano ottimali, ma anche cercare di ricostruire ciò che accade nel loro mondo, situato naturalmente sotto terra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La scelta invece della specie di formica da allevare può spaziare tra le 12mila presenti nel mondo di cui 254 esistenti in Italia. «Io – dice il presidente - possiedo le Messor capitatus, ovvero le formiche mietitrici che mettendosi in lunghe file raccolgono semi nei campi. Poi ho le Componotus vagus, cioè le comuni formiche europee che vivono negli alberi e vengono chiamate “giganti” perché arrivano anche a 14 mm. E poi, una specie molto interessante: la Formica sanguinea». (Vedi foto galleria)


La sanguinea è una delle formiche “schiaviste” presenti anche in Italia. Questa specie compie incursioni nei nidi di formiche vicine, meno bellicose, per rubare i bozzoli e portarli nel proprio nido. Quando si apriranno, le operaie nate credendo di essere sorelle delle sanguinea, cominceranno a lavorare per loro. Le formiche infatti non si riconoscono fra loro dal colore o dalla forma, ma dall'odore del nido.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E alcune formiche sono anche molto pericolose per l’uomo. «La puntura della Paraponera clavata del Venezuela, detta anche Bullet Ant – avverte Bertazzoli - dà la sensazione di aver ricevuto un proiettile nel braccio. Gli indigeni la usano come iniziazione dei giovani guerrieri: bisogna avere il coraggio di farsi pungere da manicotti pieni di queste formiche. In Italia solo la Myrmica rubra (una piccola formica rossa) punge dolorosamente, come una vespa». 

Ma per avviare un formicaio non si può fare a meno di un elemento: la presenza di una formica regina, che è alata perché si accoppia in volo. La regina dopo l’accoppiamento si stacca le ali e cerca un posto sicuro in cui deporre le uova (nei nidi artificiali sarà posta una provetta). Dopo circa un mese nascono le prime operaie. Una volta fondata la prima generazione, la regina si occuperà per tutta la vita solo di deporre le uova, mentre le altre faranno tutto il resto. Ma c’è un particolare interessante: la regina si accoppia una sola volta nella vita e mantiene congelati gli spermatozoi usufruiti nel primo “rapporto intimo” in una sacca, che prende il nome di spermateca. Qui è in grado di mantenere il seme maschile anche per 20 o 30 anni senza alcun bisogno di cercare nuovi partner.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma, la femmina perfetta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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