di Raffaella Ceci

I colori del mondo: «Aiutiamo ad adottare un bambino». E non è facile
BARI - Genitori adottivi che vogliono condividere la propria esperienza con chi ha già intrapreso o vuole intraprendere lo stesso percorso. Parliamo dell’associazione barese “I colori del mondo”, attiva dal 2004, che svolge il delicato ruolo di dare assistenza a chi decide di adottare un bambino.  Abbiamo incontrato Paola Fini, promotrice dell’associazione e referente a Bari per “I fiori semplici”, ente autorizzato alle adozioni internazionali.  

Qual è la vostra missione?

Siamo 11 soci e operiamo in Nepal, Burkina Faso e Repubblica democratica del Congo. Facciamo in modo di aiutare sia i bambini che cercano una casa, sia i genitori che vogliono dargliela.  Poi attraverso incontri e attività informative e formative sosteniamo i genitori adottivi nel loro percorso pre e post-adottivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quanti bambini vengono adottati in Puglia?

Secondo i dati dei “Fiori semplici”, siamo di fronte a un aumento progressivo della adozioni in Puglia. Nel 2010, tramite l’ente, sono stati adottati 4 bambini, 7 nel 2011,13 nel 2012 e 14 nel 2013. Nel 2014 sono avvenute già 4 adozioni. Diversamente da quanto sta avvenendo nel resto d’Italia, dove le adozioni sono in calo negli ultimi anni a causa della crisi economica, la Puglia sta registrando una crescita, probabilmente dovuta al fatto che dal 2010 i “Fiori semplici” hanno aperto una sede a Bari. Il nostro operato ha permesso alle coppie di avere un aiuto serio, siamo diventati un punto di riferimento per loro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutti possono adottare?

No, l’adozione è permessa per le coppie sposate da tre anni o sposate da meno di tre anni ma con almeno tre anni di convivenza documentata dalla residenza comune. Inoltre se si ha già un figlio naturale si è più avvantaggiati. Nei casi di coppie che non possono avere figli c’è il rischio che si voglia adottare un bambino per colmare un vuoto: la coppia potrebbe poi restare delusa dall’arrivo di un bambino che non è quello dei loro sogni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ed è necessario “stare bene” economicamente?  

Ci sono molti commenti e racconti, ma secondo la mia esperienza questo non è vero. Ciò che è possibile è che nei casi di adozioni nazionali, a discrezione del giudice, se il bambino ha qualche patologia grave che richiede molte cure e visite mediche, si preferisce una famiglia “più ricca” anche se in graduatoria c’erano prima delle famiglie meno abbienti. Anche se, certo, ci deve essere stabilità lavorativa almeno da parte di uno dei due genitori. In ogni caso, negli incontri con l’assistente sociale viene chiesto il guadagno annuo e viene inserito nella relazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qual è l’età media dei bambini?

L’età media è in aumento, ma la maggior parte di loro ha 6-7 anni. Un bambino di quell’età dà maggiore sicurezza rispetto a un bambino piccolissimo, perché è meno probabile che abbia gravi problemi di salute. Inoltre un bambino non può essere adottato da mamme e papà di qualsiasi età. Ci deve essere una differenza massima di 45 anni tra genitori adottivi e bambino. Una coppia 50enne può adottare, per esempio, un bambino di 10 anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Adottare impone un processo lungo…

Per alcuni aspetti l’iter è complicato e molto burocratico, ma è anche necessario che il percorso sia lungo per valutare la reale convinzione della coppia. Per adottare un bambino alla fine sono necessari non meno di due anni. Dipende tutto dalla velocità o lentezza dei giudici dal momento in cui giunge la notifica del decreto di idoneità e dai tempi della burocrazia per ottenere i vari certificati. Anche i genitori possono influire: se danno troppi vincoli i tempi si allungano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I genitori che cosa possono scegliere?

Il Paese di provenienza dei bambini. A volte la preferenza è giustificata dalle modalità di adozione dei Paesi di origine o dal colore della pelle. Il numero più alto di adozioni vengono fatte in Russia, dove è permesso un incontro tra bambino e genitori prima di procedere con le firme. Anche l’Ungheria è molto richiesta. Per le adozioni in Africa invece si diventa genitori adottivi prima di incontrare il piccolo. E’ vero anche che ci possono essere coppie che pongono come vincolo il sesso del bambino. Ma attenzione, il rifiuto di un bambino per ingiustificati motivi, per esempio perché non è del sesso richiesto, dell’età voluta o perché ha qualche piccolo difetto fisico, fa sì che l’ente possa “segnalare” la coppia. I richiedenti possono essere anche “bloccati” e può essere chiesto al Tribunale dei Minori di riesaminare la pratica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
  
Ci sono casi di adozioni nazionali?

Si, le adozioni nazionali in Italia sono anche in aumento ma sono più difficili da ottenere perché non ci sono tanti bambini da adottare e perché c’è il rischio giuridico, ci potrebbe essere un ricorso da parte dei parenti del bambino. Per esempio si potrebbe rischiare di trovare un nonno davanti al cancello di scuola che chiede di vedere il proprio nipote. Nelle adozioni internazionali la distanza geografica impedisce questi rischi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E’ mai avvenuto che la coppia abbia rifiutato il bambino?

Purtroppo può succedere. In questo caso il bambino, che ormai ha fatto il suo ingresso in Italia, entra in un orfanotrofio italiano. L’orfanotrofio cerca poi di trovargli una famiglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I piccoli adottati hanno dei tratti e dei bisogni comuni?

Sono tutti bambini che hanno vissuto l’abbandono e se lo portano dentro. Hanno una maggiore sensibilità e capacità di adattamento. Io ho adottato una bambina africana di 5 anni che era in istituto e chiamava tutte le suore “mamma” e tutti i preti “papà”, infatti quando l’abbiamo accolta si aspettava che mio marito celebrasse messa. Invece il maschietto, originario del Nepal, aveva 4 anni e necessitava sempre del calore materno per rilassarsi e addormentarsi. Per questo è fondamentale che la coppia che ha intrapreso questo percorso non dimentichi le difficoltà a cui sono andati incontro questi bambini fin da quando sono nati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il sito dell’associazione “I colori del mondo”: www.icoloridelmondo.org/index.html


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