di Alessandra Anaclerio

''Torre di Babele'', obiettivo integrazione: «Ma Bari è una città tollerante»
BARI - Dalla collaborazione di un gruppo formato da italiani e immigrati, è nata a Bari, in Via Fornari n.19, nei pressi dell’Ateneo, l’associazione culturale "Torre di Babele". Mauriziani, Filippini, Eritrei, Somali, Ghanesi, Etiopi e Malesiani: sono un centinaio gli immigrati tesserati che, dal 7 Settembre scorso, in un unico ambiente di circa 70 metri quadri, partecipano a diverse iniziative volte a far intrecciare le loro differenti culture con quella italiana, in nome di specifici valori, come la solidarietà sociale (vedi foto galleria). A parlarne è uno dei fondatori, Chouaib Chtiwi, originario di Casablanca che vive nel capoluogo pugliese ormai da diversi anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come definireste la vostra attività?

Un posto nuovo in cui c’è un unico gruppo in cui si fondono realtà diverse tra loro. Siamo un'associazione culturale autogestita, senza alcuno scopo di lucro. Ci finanziamo da soli grazie a delle offerte simboliche che vengono rilasciate da chi decide di tesserarsi, con le quali noi paghiamo l'affitto e le bollette, seppur con grandi difficoltà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perchè fondare un’associazione culturale?

Perchè a Bari tutti parlano di cultura ma in realtà se ne fa davvero poca. Con la nostra associazione vogliamo dar modo a italiani e immigrati di interagire fra loro, al fine di eliminare quelle che da sempre sono le barriere esistenti tra questi due mondi, quelle che portano tutt'oggi gli immigrati a stare da una parte della società e gli italiani dall'altra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che tipo di attività svolgete?

Principalmente organizziamo corsi per immigrati, ovviamente a titolo completamente gratuito. Abbiamo una ragazza italiana, Barbara, anche lei fondatrice dell'associazione, che impartisce lezioni di lingua italiana agli immigrati, compresi quelli del Cara, dando loro almeno le basi della lingua per affrontare la vita di tutti i giorni. Inoltre abbiamo un laboratorio musicale e uno artigianale. A marzo verrà allestita una mostra con tutti gli oggetti artigianali africani e i quadri creati dai nostri ragazzi, nel corso della Giornata del Rifugiato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perchè il nome "Torre di Babele"?

Per richiamare la leggendaria Torre di Babele citata nella Bibbia: la costruzione in cui si incontrano diverse lingue, persone e culture. Infatti il nostro obiettivo è proprio quello di metter vicini le diversità di Occidente, Medio Oriente ed Africa. Fino ad oggi questa collaborazione tra italiani e immigrati si è rivelata da dieci e lode. Speriamo che le cose continuino così e che possano cambiare solo per migliorare ulteriormente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


I baresi come hanno risposto a questa "domanda di integrazione"?

Bari si è dimostrata una città tollerante, anche se, come in ogni cosa, si può sempre far di più. Però siamo molto felici perchè ci sono molti italiani pronti ad aiutarci, a metter la loro arte a disposizione degli immigrati, perchè credono in se stessi e credono in un'idea di integrazione assoluta, su tutti i fronti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Se tu potessi parlare con il nuovo prossimo sindaco cosa gli chiederesti?

Per prima cosa gli chiederei di risolvere il problema che riguarda le persone senza fissa dimora, che sta crescendo a vista d'occhio, soprattutto con questa crisi che ha massacrato davvero tante famiglie e non solo di immigrati. Non reputo giusto che molti oggi siano costretti ad abitare nelle proprie auto o che debbano sperare nell'ospitalità di qualche amico per avere un tetto sotto cui dormire.  Sarebbe bello se si destinassero a uso sociale alcuni immobili comunali: ce ne sono tanti lasciati nelle mani del degrado, quando invece potrebbero rivivere, magari ospitando delle associazioni. Ma questo rimarrà un sogno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perchè la reputi un'impresa impossibile?

Perchè si mostra sempre interesse per queste cose, ma alla fine di concreto non si realizza mai nulla. Basta guardare l'ex Mercato coperto di Poggiofranco.Dopo l'occupazione che ci fu al suo interno, s'iniziò a diffondere la voce che sarebbero stati fatti dei lavori per poterlo destinare a un nuovo utilizzo, a sfondo sociale. Cosa hanno fatto? Niente: il mercato è ancora lì, inerme, dimenticato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Idee per il futuro?

Dare la possibilità ai cento tesserati di far teatro. Poi ci piacerebbe lavorare anche con i bambini. Sono molti quelli che vengono qui con i genitori e, appunto per loro, stiamo pianificando un progetto ben mirato, con un artista che metterà a completa disposizione dell'associazione il suo tempo, al fine di creare un laboratorio dove i piccoli potranno essere i veri protagonisti.


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