di Cassandra Capriati

Il fenomeno Cosplay, quando il travestimento è un modo di vivere
BARI – «Io e mio marito ci siamo conosciuti proprio grazie alla passione comune per il cosplay. Celebrare il nostro matrimonio con una festa in cui eravamo tutti travestiti da corsari, ispirandoci ai personaggi del film “Pirati dei Caraibi”, ci è sembrata una scelta quasi obbligata per rendere omaggio all’amore per questo nostro hobby che ci ha legati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parole della 27enne reggiana Marcella, fotografa e amante del cosplay (dall’inglese costum e play, rispettivamente costume e recitare), ovvero la mania di travestirsi da personaggi dei cartoni animati, dei videogiochi, delle serie tv e dei film. Nato in Giappone negli anni 80, questo hobby si è ora diffuso in tutto il mondo. E spopolano fiere, convention, gare e concorsi dedicati ai cosplayer che, attenzione, non si limitano a vestirsi come i loro miti, ma interpretano il personaggio attraverso pose, frasi, versi e atteggiamenti. (Vedi foto galleria)

E spesso, come nel caso di Marcella, a prescindere dalle convention a tema, c’è chi porta questo passatempo anche nella propria quotidianità, quasi come fosse un modo di vivere. Vedi Saretta, studentessa di Campobasso, che si è vestita da Lia De Beaumont, (personaggio tratto dal manga “Le Chavalier D’Eon”) per la propria festa dei 18 anni. Ma non è stato da meno Alessandro di Rovigo, che per il proprio matrimonio ha deciso di uscire dalla chiesa riparandosi dal riso con uno scudo di Capitan America. E che dire della 23enne barese Sara che conosce tutte le sigle in lingua giapponese di uno dei suoi cartoni animati preferiti. «Mi travesto spesso da Nana Osaki che è la cantante della band punk del manga “Nana” – ci dice -. Imparare i testi dei loro brani e il loro significato, mi sembrava il minimo da fare per far vivere il mio personaggio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Parliamo di hobby,  certo, anche se nel caso del cosplay sarebbe meglio definirlo come “un impegno”. Il cosplayer infatti dedica settimane, mesi nella ricerca dei materiali che serviranno alla realizzazione del suo costume per definirlo fin nei minimi dettagli, in una cura che diventa quasi maniacale. E poi occorre provvedere al trucco, alle parrucche, alle lenti a contatto colorate e ad altri tanti accessori. C’è bisogno di tempo, ma anche di denaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Solo per il vestito di Serenity, il personaggio tratto da Sailor Moon che ho utilizzato per il mio matrimonio a tema – racconta l’alessandrina Chantal – ci sono voluti due mesi di realizzazione, uno per poter creare il vestito e l’altro solo per applicare una ad una le mille perle che il disegno originale prevedeva. Per la stoffa in seta ho speso 150 euro, anche se poi ho risparmiato cucendo interamente io l’abito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Per completare il mio costume di Itachi, personaggio del manga “Naruto” – sottolinea il 21enne barese Fabio – avevo bisogno di particolari lenti a contatto rosse con dentro un simbolo tipico del mio personaggio: sono riuscito a trovarle a una fiera pagandole 25 euro, ma questo genere di lenti può arrivare a costare anche 40 euro. So anche di professionisti che realizzano su ordinazione il disegno che preferisci sulle lenti, ma in questo caso i prezzi sono proibitivi, parliamo anche di 200 euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Chiaro che per abbassare i costi è necessario in alcuni casi far da sé. «Ormai la colla a caldo è la mia migliore amica – racconta la 22enne romana Giorgia – la utilizzo soprattutto quando ho bisogno di realizzare gli accessori. Ad esempio il drago a grandezza d’uomo che ho creato per accompagnare il mio cosplay di Daenerys Targaryen, uno dei personaggi principali del “Trono di Spade”, era fatto esclusivamente di legno, cartapesta, colla e tanto impegno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ma che cosa spinge così tante persone a dedicarsi a questa dispendiosa e all’apparenza infantile attività? Certo, una delle motivazioni è sicuramente il divertimento, ma c’è qualcos’altro sotto. Ad esempio la soddisfazione nel diventare per un giorno qualcuno che solitamente non si è: se si è timidi si può impersonare un personaggio coraggioso e solare o se si è costretti dal proprio lavoro a dover essere sempre seri e irreprensibili, si può per una volta evadere mettendosi una maschera in faccia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ecco cosa ci dice il 30enne barese Alberto, cosplayer e avvocato di professione. «Mi piacciono i videogames e i fumetti  - afferma - e ogni tanto trovo divertente l’idea di vestire i panni di un supereroe che ammiro, tipo Batman o Spiderman. È inspiegabile ciò che si prova a introdurre la fantasia nel mondo reale, perché per esempio una cosa è dire “sono un fan di Assassin’s Creed” e un altro è ritrovarsi ad essere un “assassino”: ti fa sentire davvero potente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Anche la voglia di essere al centro dell’attenzione è parte fondamentale dell’esperienza, così come il voler condividere il proprio interesse con altri appassionati che porta a sviluppare quasi un senso di community e a fare nuove amicizie. «Ciò che mi piace del partecipare alle fiere in cosplay – dice la 26enne barese Serena - è proprio la possibilità di poter trovare fan con cui condividere questa mia passione. Gli altri la vedono come una “carnevalata”, come un hobby per bambini, quando invece la maggior parte dei cosplayers che conosco hanno intorno ai 30 anni e anche più».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Sicuramente non è un hobby per bambini, visto i costi e l’impegno profuso, però di certo ai cosplayers la nostalgia della propria infanzia non manca proprio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica).


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