di Francesco Sblendorio

Trani e Nazareth hanno lo stesso vescovo: la storia di un legame nato ai tempi delle Crociate
TRANI - Se da Trani volessimo andare a visitare Nazareth, la città palestinese in cui, come narrano i Vangeli, Gesù visse la propria infanzia e giovinezza, dovremmo affrontare un percorso di oltre 3mila chilometri che ci porterebbe ad attraversare almeno sei Paesi. Molto più facile sarebbe invece riuscire a incontrare i vescovi delle due città, per un motivo molto semplice: sono la stessa persona.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’arcidiocesi di Trani comprende infatti a tutti gli effetti anche quella di Nazareth: i due centri quindi, seppur molto lontani tra loro, hanno lo stesso prelato al vertice delle Chiese locali, i cui territori sono di fatto uniti in un’unica circoscrizione ecclesiastica. Un connubio nato ufficialmente nel 1828 per volere di Papa Leone XII, ma che affonda le proprie radici nei tumultuosi secoli delle Crociate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A quei tempi infatti nell'area della diocesi di Trani rientrava anche Barletta, città dove si trovavano numerose proprietà degli arcivescovi di Nazareth, che erano rappresentati qui da un proprio vicario, la cui presenza è attestata almeno dal 1162. La Chiesa nazarena aveva possedimenti un po’ in tutta Italia, ma soprattutto in Puglia, a causa dell'esistenza in questa regione dei porti di mare da cui solitamente ci si imbarcava alla volta del Medio Oriente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Barletta (che ancora oggi è sede dei cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme) sorgeva tra l’altro lungo l’antica via Francigena, per secoli percorsa dai pellegrini diretti verso i luoghi della vita di Gesù. E in città si trova ancora oggi la Basilica del Santo Sepolcro, edificata proprio grazie alle donazioni dei fedeli di passaggio, oltre a un antico ospedale che per secoli ha soccorso crociati e viandanti provenienti dalla Palestina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il legame quindi tra Barletta e la Terra Santa è sempre stato intenso, ma lo divenne ancora di più quando Nazareth, dopo essere stata occupata dai musulmani più di una volta e liberata grazie all’intervento dei cristiani, nel 1263 finì per sempre nelle mani degli arabi. Tra l’altro nel 1291 cadde anche l’ultimo baluardo crociato in Palestina: San Giovanni d’Acri, centro in cui nel frattempo si erano rifugiati i vescovi nazareni, ai quali, a quel punto, non restò che riparare in Europa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


I Papi, convinti che la perdita della Terra Santa da parte della cristianità fosse solo temporanea, continuarono però a nominare gli arcivescovi di Nazareth. Ma per loro un ritorno in Palestina si rivelò impossibile e così nel 1327 il vescovo Ivo trasferì definitivamente la sede dell’episcopato a Barletta. Perchè qui, come detto, si trovava un vicario che amministrava i beni dei vescovi della Galilea, i quali nel centro pugliese possedevano già la chiesa di Santa Maria di Nazareth e quella di San Clemente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel dicembre del 1424 il pontefice Martino V ordinò l’unificazione tra la diocesi di Nazareth e quella di Canne, paese dell’entroterra barlettano oggi scomparso, ma sede vescovile fin dal IX secolo. Il provvedimento restò “congelato” per una trentina d’anni, ma nel 1455 l’episcopato cannense fu in effetti unito a quello nazareno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il sodalizio tra Oriente e Occidente divenne quindi sempre più forte, sino a quando tre secoli dopo, nel 1818, una bolla papale a firma di Pio VII soppresse le arcidiocesi di Nazareth e Canne e ne aggregò il territorio a quella di Trani, dalla quale la Chiesa barlettana era comunque da sempre dipesa. Nel 1828 infine Leone XII restaurò formalmente il titolo episcopale di Nazareth per concederlo proprio ai vescovi tranesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fu così che il “matrimonio” tra il Sud Italia e la Palestina divenne ufficiale. Il capo della chiesa locale potè quindi cominciare a vantare il titolo di arcivescovo di Trani – Barletta – Nazareth (a cui nel 1986 si unì anche Bisceglie), dando vita a un legame ricco di significato tra la Puglia, tradizionale porta verso l’Oriente e la Terra Santa. Un’unione ancora oggi esistente.

Perchè se è vero che Nazareth rimane un centro a prevalenza araba, in cui i cristiani sono meno di un terzo della popolazione, la Chiesa cattolica continua a sentire il bisogno di mantenere in vita l’arcidiocesi che rappresenta la terra dove è cresciuto Gesù, seppur, da secoli, “in trasferta” in Puglia.   

Foto in copertina di: Israel_photo_gallery (Nazareth) ed Enric (Trani)


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Francesco Sblendorio
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  • antonio - non dimentichiamo presenza comunità ebraica in Trani, propulsore di cultura in Terra di Puglie.


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