di Nicola De Mola

Molfetta, nidi di fraticello nel porto: ecco come è avvenuto il salvataggio
MOLFETTA - Il loro rinvenimento risale a circa un mese e mezzo fa, ma la notizia è stata diffusa solo la scorsa settimana. Parliamo dei 25 nidi dei "fraticelli", piccoli uccelli marini appartenenti alla famiglia delle sterne, scoperti all’interno del cantiere del nuovo porto di Molfetta (vedi galleria fotografica). Un evento raro, che ha costretto gli addetti al cantiere a bloccare i lavori creando percorsi alternativi per il passaggio dei mezzi nel luogo dove i nidi sono stati trovati.  

La nidificazione di questi animali è un avvenimento del tutto eccezionale sulle nostre coste. I fraticelli sono generalmente solo di passaggio qui: arrivano dall’Africa per migrare verso le zone umide dell’Europa, dove si trattengono da aprile sino a ottobre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Abbiamo parlato di questa scoperta con Pasquale Salvemini, delegato regionale della Lega per l’abolizione della caccia (Lac), associazione ambientalista che con i suoi attivisti si è occupata del monitoraggio e delle tutela delle uova e dei pulcini “molfettesi”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Com’è avvenuta la scoperta?
 
Abbiamo rinvenuto i nidi un mese e mezzo fa, ma abbiamo preferito mantenere nascosta la notizia per fare in modo che le uova potessero schiudersi in totale tranquillità. I nostri attivisti, che monitorano costantemente la costa, avevano notato da parte dei fraticelli comportamenti che facevano pensare ad attività di nidificazione. Seguendo i loro movimenti abbiamo scoperto i nidi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Cosa avete fatto per tutelare le uova e i pulcini?
 
Abbiamo controllato i nidi sino alla schiusa delle uova e continueremo a monitorare la zona probabilmente sino ai primi di agosto, quando i piccoli saranno pronti a volare con i loro genitori verso la riserva naturale delle saline di Margherita di Savoia o verso il Delta del Po, dove risiedono le colonie più grandi di questi uccelli. Dobbiamo ringraziare per questo gli addetti del cantiere del porto che ci hanno permesso di lavorare in tranquillità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
Un avvenimento eccezionale, quindi, per la nostra regione…
 
Certo, soprattutto se consideriamo che si tratta di uccelli inseriti nella lista rossa degli animali a forte rischio estinzione e che qui possiamo ammirare soltanto durante le migrazioni. Ma la cosa veramente incredibile è che abbiano nidificato tra le pietre di un cantiere, dove in teoria sarebbero stati disturbati dall’attività umana e dal movimento dei macchinari da lavoro. Di solito i fraticelli nidificano su terreni sabbiosi o ciottolosi, lontani comunque dalla presenza dell’uomo. Fuori dal comune è stata anche la stessa quantità di nidi censiti: ben 25, in ognuno dei quali c’erano 2-3 uova.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Molfetta però è stata teatro di un altro avvistamento particolare…
 
Sì, circa un mese fa, sempre a Molfetta e per la prima volta in Italia, abbiamo avvistato alcuni esemplari di gabbiano testagrigia, specie originaria dell’Africa centro-meridionale e del Sud America e rarissima dalle nostre parti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come ci si dovrebbe comportare in casi come questo? Può un occhio “non esperto” riconoscere di essere di fronte una specie protetta?
 
No. È più facile che un nido a terra passi inosservato o che, addirittura, venga inavvertitamente calpestato. Basti pensare che le uova di fraticello si mimetizzano perfettamente con il terreno su cui sono state deposte. In ogni caso, che si tratti di specie protette o meno, quando si ha la fortuna di fare una scoperta del genere, è sempre meglio avvertire associazioni come la nostra o chiamare il 1515 del Corpo Forestale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Foto di: Pasquale Salvemini


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