di Alessandra Anaclerio

Gioco d'azzardo, quando lo Stato guadagna su vizio e disperazione
BARI - L'Italia come Las Vegas. Da quando il Paese del tricolore ha autorizzato la legalizzazione del mercato del gioco d'azzardo, quello che inizialmente era per i cittadini solo un cattivo passatempo nascosto, adesso si è  trasformato in un vizio consumato alla luce del sole. Da un lato migliaia di persone indebitate perchè avvolte nell'illusione di poter risolvere così i loro problemi economici. Dall' altro uno Stato pienamente attivo nella pubblicizzazione di questo pericoloso fenomeno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Lo Stato Italiano ha favorito l'apertura delle sale da gioco dicendo che non si tratta d'azzardo perchè il tetto di vincita è limitato - afferma Marco Baranello, direttore del Centro trattamento psicologico e fondatore della "Teoria enotocognitiva"-. Il vero problema è che ad essere illimitata è la frequenza con cui una persona gioca e la somma di denaro che investe».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«E proprio nei periodi di crisi come questo - continua Baranello -  l'azzardo è visto come la strada più breve per risolvere la propria situazione, che solitamente finisce per peggiorare, visto che il banco vince sempre. E non è necessario diventare dipendenti dal gioco per sperperare i propri soldi».  

In tv, sulle slot machine, su internet e nei diversi punti vendita di giochi a premi, non mancano frasi accattivanti e ingannevoli del calibro di "Gratta e Vinci: vinci spesso, vinci adesso", seguite da slogan come "Gioca con moderazione”. Delle vere promozioni-avvertenze che non fanno altro che incentivare e allo stesso tempo confondere, il “malcapitato”. Nonostante gli effetti negativi provocati dal gioco d'azzardo sui giocatori fossero noti, la scelta di legalizzarlo è prevalsa sulla voglia di combatterlo. Un paradosso che sembra trovare una giustificazione se si pensa al grande guadagno che gira intorno ad esso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Noi settimanalmente versiamo il 95% dei nostri proventi allo Stato- afferma Nicola, titolare di una sala di gioco barese- e con il restante 5% devo pagare i costi di un'attività aperta 24 ore su 24 che vede al suo interno 63 postazioni e 16 dipendenti». «Versiamo allo Stato ogni settimana il 75% di quello che incassiamo- dichiara Marco, titolare di una seconda “bisca” di Bari-. Abbiamo 11 slot machine e 11 VLT, che sarebbero le slot machine che ti danno la possibilità di inserire direttamente le banconote».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Dunque, basti pensare che in Italia (oltre ai grandi casinò di Sanremo, di Venezia, di Campione d’Italia e di Saint Vincent) esistono migliaia di sale da gioco, centri scommesse e rivenditori di gratta e vinci, lotto e superenalotto per immaginare quanti soldi possano giungere nelle casse dello Stato mediante l'industria dell'azzardo. Solo nel 2011, secondo quanto ha reso noto l’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, si sono sfiorati gli 80 miliardi di euro. E secondo uno studio svolto da NetBetCasino.it e LivePartners (società leader nel mondo nella gestione dei più grandi marchi di giochi online), bisogna aggiungere 14 miliardi di euro provenienti dai giochi sul web.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E a Bari, così come in tante altre città italiane, casinò e "derivati" molto spesso sorgono in prossimità di scuole elementari, medie e superiori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La poca distanza che c'è tra le scuole e le sale da gioco - afferma la professoressa Addolorata Armienti, dell'ufficio di presidenza dell'Istituto Tecnico Commerciale "Giulio Cesare" -  porta i ragazzi, fin dalla giovane età, a stare a stretto contatto con un esempio del tutto negativo che d'altronde rappresenta per loro un’attrattiva molto forte. Non è una casualità – sottolinea la docente - che questi centri si aprano vicino a istituti scolastici: rientra proprio nella loro strategia di marketing».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Inoltre spesso si tratta di luoghi di ritrovo di gente poco raccomandabile – rincara Nicola Carofiglio, vicepreside del liceo scientifico "Scacchi" -. Si parla quindi di un doppio rischio per i ragazzi, che magari potrebbero essere attratti e condotti su strade malfidate».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gratta e vinci, scommesse, lotterie e, “dulcis in fundo”, le slot machine. Sono tutti giochi apparentemente innocui, autorizzati dall'autorità pubblica, che nascondono lati oscuri a dir poco nocivi. Quello che colpisce i giocatori accaniti è un' inevitabile tortura mentale, saziabile solo con la causa del loro male: continuare a tentare la fortuna e di conseguenza buttar via denaro, fino a creare un circolo da cui diventa difficile uscire. Con uno Stato (cioè tutti noi) che continua a guadagnare su vizio e disperazione.


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