di Katia Moro

Bari, ritrovato libro dichiarato disperso: il primo che racconta del viaggio sulla Luna
BARI – A volte dai polverosi depositi delle grandi biblioteche emergono per pura casualità rarità inaspettate. Immaginate lo stupore degli esperti quando, nella Biblioteca Nazionale di Bari, a essere fortuitamente ripescato è stato un introvabile racconto di fantascienza dato per disperso. E qui non si tratta di uno scritto qualunque, ma di un libro che nel 1857, ben dieci anni prima della pubblicazione di “Dalla terra alla luna” di Jules Verne, raccontava del viaggio sul satellite terrestre, in più compiuto da una donna. Parliamo di “Viaggio alla luna”, dello scrittore e scienziato napoletano Ernesto Capocci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Classificato come disperso dal “Dizionario bibliografico degli italiani”, il breve ma prezioso volumetto rappresenta, sino a prova di smentita, l’unica copia originale oggi esistente e non sarebbe riemerso dall’oblio se il bibliotecario barese Francesco Quarto non avesse affondato casualmente le sue mani nella fatidica “Busta A 260/11”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Definiamo in gergo “buste” i faldoni in cui conserviamo la documentazione in nostro possesso – ci spiega Francesco -. “Viaggio alla luna” era conservato assieme ad altri testi lasciati in dono alla biblioteca da Raffaele Cotugno, scrittore e politico ottocentesco ruvese. Chissà come, era entrato in possesso di questo libricino scritto da Ernesto Capocci, noto per i suoi trattati scientifici e per il suo romanzo storico “Il primo vicerè di Napoli”, ma di cui pochi sanno che si fosse addirittura cimentato in un racconto fantascientifico ambientato in un futuribile 2057».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E’ stato però l’editore barese Luigi Bramato a dare importanza al ritrovamento del volume. «Siamo sempre alla ricerca di vecchi testi dimenticati da riscoprire e da riproporre – dichiara Bramato -. E così un bel giorno mentre ero in biblioteca a scartabellare tra gli inventari dei libri, mi balza agli occhi questo insolito titolo. Da qui alla conferma da parte del bibliotecario dell’unicità del testo adocchiato, il passo è stato breve».  

L’editore non si è così fatto sfuggire l’occasione di ripubblicare il ritrovato opuscolo con il nuovo titolo di “Viaggio alla Luna. Anno 2057: la prima donna nello spazio” (nell’immagine l’antica e la nuova edizione). «Il libro riscrive la storia della narrativa fantascientifica –afferma Bramato - perché in Italia prima ancora che in Francia con il romanzo di Verne e prima ancora della sua trasposizione cinematografica con il primo film di fantascienza “Viaggio nella luna” di Georges Méliès del 1902, già si preconizzava lo storico allunaggio che si sarebbe realizzato solo un centinaio di anni dopo, nel 1969».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E Capocci non solo aveva scritto per la prima volta di questo viaggio allora fantascientifico, ma aveva reso protagonista della sua storia una ragazza. Un dato non da poco se si considera che a quei tempi il ruolo delle donne  nella letteratura era relegato al massimo ad avventure romantico-sentimentali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La giovane in questione è Urania, che vola verso la Luna e racconta del suo viaggio all’amica Ernestina, destinataria della cronaca dettagliata dell’avventura oltre che dell’accurata descrizione scientifica del paesaggio lunare scoperto. Urania inizia il suo racconto dalla partenza, immaginata su di un aerostato che viaggia da Napoli fino all’Antisana, in Ecuador. E’ da qui, su un vulcano estinto, che una fantomatica “compagnia della luna” fa partire i suoi convogli. La nostra eroina assieme al suo uomo Arturo e al resto del piccolo equipaggio maschile che li accompagna, viene letteralmente eiettata da un enorme cannone che lancia la palla che contiene il gruppo: una sfera grande quanto “quella che è in Roma, in cima alla cupola di San Pietro”, che arriverà così direttamente sulla Luna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A parte la dettagliata descrizione scientifica che risulta meno accattivante rispetto al resto del libro, il racconto si caratterizza per fluidità e modernità di pensiero e di linguaggio, scaldato oltretutto dall’emotiva interpretazione della protagonista femminile che non perde occasione per rimarcare di contro la lucida freddezza del suo inappuntabile compagno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E quindi non resta che ascoltare il racconto di Urania, prima ragazza ad andare sulla Luna, che orgogliosamente scrive alla sua amica Ernestina: “Passo dunque a darti in due parole ragguaglio del rimanente viaggio, che certamente attenderai con la curiosità ereditata, da noi altre donne, dalla prima madre”.


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  • Luigi Bramato - Grazie a voi per l'attenzione che avete così cortesemente riservato al nostro ultimo titolo. Con stima, Luigi Bramato (resp. LB Edizioni)


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