di Salvatore Schirone

Le monache di clausura a Bari:  «Ma troppe muoiono misteriosamente»
BARI - Al centro della frenetica vita cittadina, 34 donne coltivano il silenzio e la preghiera. Sono le monache dei tre monasteri di clausura presenti a Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il primitivo monastero benedettino di Santa Scolastica che era in via Cardassi (edificio in ristrutturazione, vedi galleria), ora è a Poggiofranco, nei pressi di via Matarrese e ospita 16 monache guidate dalla badessa Madre Maria Elisabetta Keeler. La carmelitane invece hanno ben due conventi. Il più antico, “San Giuseppe”, in via De rossi ha 11 monache dirette dalla priora Madre Anna Maria di Gesù. Nel secondo, “Santa Teresa Nuova” in via Amendola, otto intrepide monache tengono vivo un monastero resistendo a pressioni esterne e scarse vocazioni e combattendo con strane malattie e morti misteriose. Siamo riusciti ad entrare e parlare con la superiora, Madre Maria Emanuela della Santissima Trinità. 
 
Grazie madre. Non è consueto che un monastero si apra agli occhi indiscreti di un giornale.
 
Ma noi siamo di mentalità aperta. Questo deriva dalla nostra storia legata alla nostra fondatrice, Suor Teresa Gimma, che ci diceva: «Preferisco andare in purgatorio per aver aiutato e curato una sorella, che meritare il paradiso imponendo l'osservanza rigida della Regola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Com’è la vostra vita?
 
E’ molto dura, fatta di molte ore di preghiera: una scelta definitiva di donazione totale a Gesù. Non è da tutti. Ma noi siamo aperti al mondo: usiamo anche Internet. Il nostro convento ospita gruppi laicali e offre molti momenti di preghiera comune, di studi e tavole rotonde su problemi di attualità. Centinaia di amici ci seguono. Decine di ragazze chiedono ogni anno di entrare in convento. Anche se poi abbandonano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Da cosa dipende la scarsità delle vocazioni?
 
Manca da parte di alcuni preti, parroci e direttori spirituali, un'adeguata capacità di discernimento. Noi dedichiamo la nostra vita a pregare per i sacerdoti. Le ragazze che vengono da noi sono colpite dal nostro stile di vita, ma non hanno una solidità spirituale. Noi ce ne accorgiamo subito. Ricevono molti benefici dal convento: alcune lasciano l'alcool e riscoprono la bellezza di una vita sana. Ma questo non è sufficiente. Non è vera vocazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Da quante sorelle è composta ora la comunità?
 
Il nostro convento dispone di ben 40 celle. Purtroppo ora siamo solo 8 sorelle, 4 italiane e 4 straniere. Fino a pochi giorni fa eravamo 9, ma una si è ammalata di una strana forma di dermatite. In poco tempo la sua pelle è diventata scura. E ha lasciato. È stato solo l'ultimo dei tristi avvenimenti di malattie misteriose che hanno colpito il nostro monastero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
Cos’è successo?
 
Sono superiora di questo monastero dal 1985. In circa 20 anni abbiamo perso 19 sorelle. Sebbene tutte sotto i 70 anni, erano in buona salute. Eppure sono morte improvvisamente in modo inspiegabile. Ricordo suor Agnese (si interrompe commossa, ndr). Nell'ultimo anno della sua vita ci raccontò una visione che l'aveva sconvolta. In giardino trovò una rosa bianca (il suo nome al secolo era Rosa) adagiata su un letto di foglie. Esattamente un anno dopo nello stesso giorno morì. I medici dissero che era un embolo e che però non c'era pericolo di vita, invece... In modo simile sono morte anche le altre consorelle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Come avete interpretato questi tristi avvenimenti?
 
Un assalto del demonio. Non abbiamo dubbi. Molti sacerdoti non credono più al diavolo. Il ruolo dell'esorcista è svalutato. Un giorno abbiamo trovato sul cancello un nastro nero con delle capigliature. Nel giardino, scavando per piantare alcuni alberi, vi abbiamo trovato feticci e segni inequivocabili di malefici e riti diabolici. 
 
Avete avuto anche altre pressioni esterne?
 
Sì. Sono in molti a volerci far sloggiare. Ci sono progetti di costruzioni su questo suolo. Ma noi resistiamo in nome della nostra fondatrice e per fedeltà al flusso di pellegrini che da diverse città della regione continua a visitare il monastero. Soprattutto il 6 gennaio quando esponiamo la statua miracolosa del Bambinello. Un giorno la chiave della clausura cadde nel pozzo e la comunità entrò nel panico. Madre Gimma ordinò che venisse calata la statua del Bambinello con una fune. Issata su, la chiave rimase impigliata nella mano delle statuetta. L'episodio è per noi la chiara volontà che il Signore malgrado tutto e tutti custodisce questo monastero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Lo scorso 25 febbraio, il cardinale Tarcisio Bertone ha chiesto alle comunità contemplative di pregare per il Papa che lascia e per quello che arriverà. Come vivete questi momenti difficile della Chiesa?
 
Il Papa ha fatto tutto quello che poteva. Ora gli resta solo la preghiera. È come Mosè. Quando si stancava e le braccia cadevano, Israele perdeva la guerra. Allora qualcuno lo aiutava a tenere le braccia elevate. Noi continuiamo questo compito. Nella Chiesa siamo il cuore che pompa il sangue al cervello e a tutto il corpo.


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  • Paolo - Queste cose non accadrebbero se ci fosse un vero esorcista valido qui a Bari nominato volutamente dai vertici della Chiesa locale che non dà il giusto peso in questo settore. Concludo con una frase di Baudelaire: il più grande miracolo che Satana ha fatto è stato quello di far credere alla gente di non esistere.


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