di Gabriella Quercia

La leggenda dei ''bambini indaco'': «Nati per cambiare il mondo»
Si chiamano “bambini indaco” perché la loro aura (il campo energetico invisibile che circonderebbe tutti gli esseri viventi) è di un colore raro, l’indaco appunto, tinta che si pone a metà tra l’azzurro e il viola. Stiamo parlando degli “indigos children”, figli nati dalle teorie della defunta sensitiva e psicoterapeuta statunitense Nancy Ann Tappe la quale, nel 1982, sosteneva che tra gli anni 70 e 80, fossero venuti al mondo una generazione di bambini “speciali”, fautori di cambiamenti nello stile di vita dell’intera umanità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto ebbe inizio quando la Tappe, che sin dall’infanzia era in grado di vedere il campo energetico di ogni persona, in un ospedale di San Diego scorse per la prima volta l’aura color indaco in un bambino appena nato. Nel suo libro “Comprendere la vita attraverso il colore”, la sensitiva scrive che gli indaco hanno delle caratteristiche comuni quali l’assenza di pregiudizio, il coraggio, la ribellione, il totale rigetto dell’autorità e soprattutto sono telepatici e talvolta persino chiaroveggenti e in grado di parlare con gli “angeli”. Nei suoi volumi si parla anche dei “bambini cristallo”. I cristallo, nati nel primo decennio del nuovo millennio, sono ancora più evoluti degli indaco: si tratterebbe di creature altamente spirituali, orientate verso la cura e la guarigione del prossimo. Se gli indaco distruggono il vecchio sistema, i cristallo costruiscono il nuovo. Sarebbero questi i “bambini della nuova era”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ve bene, di teorie al confine con il paranormale ce ne sono a bizzeffe in ogni angolo della Terra. Però la cosa che stupisce è che gli studi della Tappe siano stati accreditati e adottati dalla corrente New Age, dando vita a un boom di libri, conferenze, film e documentari sull’argomento dell’“alone di energia invisibile” e dei suoi colori. Ad esempio l’aura di colore rosso chiaro avvolgerebbe persone dedite all’aiuto verso il prossimo, ma se è più tendente verso lo scarlatto allora ci si trova dinnanzi a donne di facili costumi e se il rosso è opaco e scuro è classico degli assassini. Quella di santi e persone altamente spirituali è di colore dorato ma gli ubriaconi, i falliti e i mendicanti hanno delle sfumature rosso bruno-giallastro. I bravi medici e chirurghi sono circondati da un’aura verde mista al rosso, e se si è alla ricerca di un bravo insegnante bisogna fare in modo che il suo guscio energetico sia di un verde misto a uno sfavillante e carico blu elettrico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come detto però è l’aura indaco quella più speciale degli altri. Ed è quindi chiaro che c’è chi essendo nato tra gli anni 70 e 80 e sentendosi soprattutto un ribelle anti conformista e non convenzionale, ha cominciato a interrogarsi sulla possibilità di essere, proprio lui, un indaco: un essere “eletto”.  E così su facebook spopolano gruppi sparsi in tutto il mondo che raggruppano adulti che pensano di essere nati con un destino diverso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
E in questi spazi di condivisione non è difficile incontrare persone, come Giampaolo, che affermano: «Ho avuto alcune esperienze di dialogo con i defunti, ma soprattutto di psicocinesi. Da piccolo riuscivo ad accendere la tv da una distanza notevole o riuscivo a comunicare col pensiero con la mia mamma. A volte pensavo delle cose e lei, senza che gliele dicessi, le faceva». O come Andrea, che dice: «A 17 anni ho vissuto il mio primo viaggio extracorporeo. Ero steso sul letto, nella mia stanza, sveglio e sentivo delle voci che non appartenevano a questo mondo. In un secondo momento ho avuto la sensazione di fluttuare nell’aria e mi sentivo salire sempre più verso il soffitto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Per tutti, queste esperienze fuori dall’ordinario sono state accompagnate da un senso di malessere e ribellione nei confronti degli altri, della società. «Essere un indaco rappresenta un percorso difficile e sofferente- afferma Giampaolo-. Non è una fortuna essere nati con queste caratteristiche perché il mondo non è pronto ad accogliere la diversità. Infatti in famiglia, da piccolo, ero considerato la classica “pecora nera”: non riuscivo a relazionarmi ed ero rassegnato e deluso nei confronti di tutti. Soltanto persone simili a me possono comprendermi». «Quando ero bambino non volevo andare a scuola e in classe ero molto chiuso e solitario- sottolinea invece il 30enne Davide, che si definisce anche lui indaco-. Non avevo nessuna voglia di interagire con il mondo esterno, perché nessuno era in grado di comprendere il mio stato d’animo. A casa, con la mia famiglia, ero molto ribelle, smontavo e rimontavo i giocattoli in continuazione, per dargli la forma che volevo io. È stata dura sentirsi così».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del resto queste caratteristiche sono comuni a qualsiasi bambino più intelligente o vivace o al contrario affetto dalla sindrome Adhd, cioè il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, la quale porta, appunto, a problemi comportamentali, di eccessiva impulsività e a una difficile integrazione sociale. E infatti c’è chi, ritenendosi un vero indaco, prende le distanze da chi è solo psichicamente malato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Purtroppo molti di questi gruppi facebook - asserisce il 34enne Andrea - si ergono a spazi di “mutuo soccorso”. Nel senso che ci sono persone che hanno problemi psichici seri, che non sono indaco, ma si sbarrano dietro questa credenza decidendo di non assumere o sospendere le cure necessarie al loro benessere mentale. Diviene una sorta di consolazione, che può risultare molto pericolosa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

D’accordo ma allora come si può fare a capire se si è davvero speciali oppure psichicamente instabili? Per rispondere a questa domanda vengono in aiuto alcuni test elaborati ad hoc dai seguaci della New Age. Nei questionari si trovano interrogativi del tipo “ti capita spesso guardandoti intorno di sentirti un alieno sulla Terra e di trovarti nel posto sbagliato?”, “hai spesso visioni di avvenimenti passati, antichi o atavici?”, “vedi ombre, luci, scatti foto a cose che non si vedevano dal vivo?”. E’ solo il test che potrà dirci quale aura ci è capitata e se proprio noi siamo stati scelti per cambiare il mondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Del resto sono veramente pochi coloro che riescono a superare il test – afferma la 31enne Mara, che si definisce un’adulta “cristallo” -. Nel 2002 ho organizzato il primo raduno italiano di persone indaco. Durante quei giorni ci sottoponemmo tutti prima a un test Mbti, che individua le proprie capacità e attitudini, per poi passare a quello sui colori dell’aura per individuare chi tra di noi fosse veramente un indaco o un cristallo. Ebbene, su quasi cento persone solo cinque risultarono realmente speciali, gente che pensava e agiva con la propria testa, senza mai considerarsi un gregario. Gli altri tendevano invece a stare in gruppo e non avere iniziativa. Eppure ognuno di loro era convinto di essere un raro, particolare, bambino indaco».


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