di Armando Moncelli - foto Francesco De Leo

Alla scoperta delle dieci edicole votive di Palo del Colle, tornate al loro antico splendore
PALO DEL COLLE - Ogni paese ha delle forme di devozione popolare, spesso “raccontate” da variopinte edicole votive curate da devoti abitanti poste tra i vicoli e sotto gli archi dei centri storici. A Bari, ad esempio, se ne contano ben 240. A volte però queste immagini sacre non sono valorizzate come dovrebbero, anche se a Palo del Colle, paese a sud-ovest del capoluogo, ultimamente si è deciso di investire nelle edicole riportandole al loro antico splendore.  

Le icone sono infatti state restaurate tra il 2019 e il 2021 con il finanziamento alla locale associazione Lions e la collaborazione di privati cittadini e istituzioni. E oggi possono essere ammirate grazie a un tour artistico-religioso promosso dall’assessorato alla Cultura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I dipinti sono dieci, tutti realizzati tra la fine del 700 e l’800, e rappresentano una copia di opere presenti nelle chiese vicine: un qualcosa che un tempo permetteva ai fedeli di poter pregare anche quando i luoghi di culto erano chiusi. Siamo così andati alla loro scoperta accompagnati dal 24enne Pasquale Catacchio, collaboratore della Pro Loco di Palo del Colle. (Vedi foto galleria)

Iniziamo il nostro viaggio da piazza Santa Croce, sulla quale si affacciano i più importanti edifici storici del paese. Ci incamminiamo su via della Minerva per raggiungere il suo secondo vico, punto di accesso alla città vecchia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Arrivati sotto l’Arco del Vico ci basta alzare lo sguardo per trovarci davanti all’edicola dell’Arcangelo Michele, l’unica di Palo che rappresenta un santo, incastonata nel muro bianco. L’iconografia è quella tradizionale: Michele schiaccia con un piede il demonio mentre in una mano regge uno scudo con una grande croce. «Non è un caso che si trovi qui: venne infatti posta in questo punto per evitare che il male si infiltrasse in città», ci dice Catacchio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Torniamo su via della Minerva e prendiamo a sinistra via Giotto fino a raggiungere l’arco della Madonna della Porta, che prende il nome dalla vicina chiesa matrice. Qui per valorizzare l’icona è stato allestito un altarino con una candida tovaglia e cassette di legno colorate in cui sono inserite delle piantine. Nell’immagine Maria regge le chiavi del Paradiso mentre Gesù indica le porte del cielo come via da seguire. «Questa era considerata la Madonna protettrice del parto – ci spiega Pasquale –. Secondo alcune fonti, le levatrici e le donne del paese si riunivano al suo cospetto per pregare per le donne incinte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Svoltiamo ora a destra, in via Ruggiero, per raggiungere un bianchissimo arco di forma ogivale che ospita l’edicola della Vergine Immacolata, omaggiata da due fioriere colme di rose rosse. La Madonna è rappresentata in una veste bianca e blu e capelli sciolti, circondata da nubi e putti. Ai suoi piedi c’è una falce di luna, simbolo di purezza, mentre sulla sua testa è posata una corona di stelle: 12 come le tribù di Israele.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proseguiamo sulla stessa strada per poi raggiungere a destra via Petrarca, recandoci verso l’arco color ocra sotto il quale è custodita la Madonna delle Grazie, detta anche “del latte” perché raffigurata mentre allatta Gesù. Il dipinto conferisce eleganza ai suoi soggetti, entrambi raffigurati con la corona sul capo e inclusi in un ovale con decori floreali. Maria indossa persino dei gioielli e i suoi abiti hanno bordi dorati.

«Se la Madonna della Porta proteggeva le partorienti, lei veglia sulla fase di gestazione – evidenzia l'esperto –. Attorno a essa si creavano anche degli incontri “sociali”: anticamente infatti, con le festività di agosto, qui si allestivano altari per la messa e persino tavolate».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci incamminiamo ora verso vico Petrarca, dove sotto un passaggio in pietra viva è incastonata un’immagine del Cristo Crocifisso. Si tratta dell’unica edicola dedicata al patrono di Palo del Colle, quel Santissimo Crocifisso di Auricarro che secondo la leggenda portò nel paese la pioggia dopo una lunga siccità. Alla destra del Salvatore è presente San Giovanni, mentre a sinistra c’è l’Addolorata, vestita d’abiti insolitamente non neri ma colorati: l’azzurro per rappresentare la celestialità, il rosso a simboleggiare il martirio spirituale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Questa immagine sacra aveva una funzione precisa – illustra Pasquale –: trovandosi nei pressi della vecchia scuola di chirurgia della cittadina, serviva a dare consolazione agli ammalati e a ricordare ai medici che il corpo dei pazienti era il tempio dello spirito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Passando per via Umberto I raggiungiamo poi il poco lontano Arco Curci, nei pressi della chiesa di San Domenico. Qui si colloca, racchiusa in una cornice lignea che termina in una testa d’angelo, l’edicola della Madonna del Rosario. La Vergine è ritratta tra San Domenico e Santa Caterina inginocchiati e ai suoi piedi ci sono un Vangelo e un giglio: il primo rimanda alla missione evangelica dei due, il secondo rappresenta la purezza di Maria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche in questo punto un tempo veniva allestito un altare per la messa. Le celebrazioni includevano una processione ed erano molto sentite, anche perché nel paese era presente una confraternita dedicata proprio al Santo Rosario.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per incontrare tra vasi e piante l’immagine della Madonna di Costantinopoli, non ci allontaniamo di molto: ci rechiamo infatti in via Alfieri, alle spalle della già citata chiesa di San Domenico, che fu eretta su una precedente cappella dedicata proprio a questa madonna. Maria e il bambino incoronati sono raffigurati “esposti” da un elegante sipario rosso aperto da angeli. Lei indossa un manto azzurro sul quale è cucita una stella, rimando all’appellativo di stella maris (“stella del mare”). «Così come l’astro indica la rotta ai navigatori – spiega Catacchio –, lei indica la via per la vita di un buon cristiano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci incamminiamo sulla stessa strada e svoltiamo a destra su via Leonida fin sotto Arco Pagano, dove troviamo una seconda edicola dedicata alla Madonna Immacolata. «L’iconografia qui è completa – ci fa notare il nostro accompagnatore –. C’è Dio posto in alto, lo Spirito Santo rappresentato dalla colomba e Gesù ancora nel grembo materno». La Vergine con le mani giunte è circondata da angeli e ai suoi piedi ci sono la falce di luna e un serpente schiacciato, simbolo della vittoria sul male.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo ora su via Carlo Alberto, dove tra due piccoli vasi pendenti troneggia l’immagine della Madonna Assunta vestita di blu e rosa, colore legato al concetto di purezza e trapasso. «Al suo cospetto ci si riuniva la sera del 14 agosto per recitare il rosario delle “100 croci”, ovvero le 100 Ave Maria – illustra Pasquale –. La sera dopo si tornava poi sul posto per banchettare con l’anguria fresca».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Concludiamo il nostro particolare viaggio in Vico I di via Umberto I, dove ci aspetta la Madonna del Carmine. Con Gesù tra le braccia, tiene in mano lo scapolare: due rettangolini di stoffa raffiguranti Maria con il bambino e il cuore di Cristo. Sotto il mezzobusto, delle anime tra le fiamme del Purgatorio si rivolgono a lei.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Si tratta di una delle edicole più venerate – conclude il nostro cicerone –. La leggenda narra che durante la Seconda guerra mondiale gli abitanti cominciarono a rivolgersi alla Vergine perché proteggesse Palo dai bombardamenti. Bene, pare che la Madonna apparve ai cittadini proprio in questo punto, per rassicurarli che le loro preghiere sarebbero state sicuramente esaudite».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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