di Marianna Colasanto - foto Sonia Carrassi

Bari, la "Casa della parrucca": «In Italia siamo rimasti in 6 o 7 a produrle artigianalmente»
BARI – Dal 1967 “ricopre” le teste di artisti e di persone che sfortunatamente hanno perso i capelli. Parliamo della “Casa della Parrucca”, un negozio di Bari sito in via De Giosa e condotto oggi dal 61enne Piero Mansueto, uno dei pochi parruccai artigianali rimasti in Italia. Si tratta di coloro che realizzano e vendono capigliature posticce, prodotte con fibre naturali come il cotone, ma a volte anche con capelli veri.

Quando accediamo nel locale per intervistare il proprietario veniamo accolti da un ambiente molto particolare, con numerose teche di vetro nelle quali trovano posto acconciature di ogni tipo collocate su teste di manichini. Ci sono caschetti con tonalità sul grigio indossate dalle signore più âgée, chiome bionde con un taglio scalato e fiammanti capelli rossi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A colpire maggiormente sono però quelle indossate da attori e cantanti. Notiamo ad esempio una lunga acconciatura nobiliare, una “testa” fatta con pezzi di carta, una chioma blu e persino una arruffata usata da Tina Turner per uno spettacolo tenutosi a Bari anni fa. (Vedi foto galleria)

Piero, quando nasce la “Casa della parrucca”?

Tutto ha origine da mio padre Carlo, da cui io ho appreso il mestiere. Di lavoro faceva il parrucchiere e negli anni 20 aveva un negozio proprio qui in via De Giosa. Tra gli anni 30 e 40 emigrò però in Francia, lì dove cominciò a lavorare nei teatri, come addetto al trucco degli attori. Apprese così la lavorazione artigianale della parrucca, che in Francia era largamente usata negli spettacoli. Quando tornò a Bari, nel 1967, decise così di aprire sempre in via De Giosa un luogo dove creare e vendere parrucche. Fino agli anni 90 l’esercizio si trovava quasi ad angolo con via Celentano, poi si spostò nell’attuale sede all’incrocio con via Cardassi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Chi sono i suoi clienti?

Gli artisti prima di tutto: io ho “vestito” la testa di Toti e Tata, di Checco Zalone, oltre a rifornire quotidianamente il Teatro Petruzzelli. Poi ci sono coloro che soffrono di alopecia, cioè perdita dei capelli dovuta a malattia, a questioni genetiche, ma anche a stress e smog. Infine tra le mie clienti annovero signore più avanti con l’età che vogliono sentirsi sempre in ordine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche se in passato le parrucche venivano indossate semplicemente per moda

Sì negli anni 70. All’epoca chiunque le indossava: le più richieste erano quelle “alla Gina Lollobrigida”, che a sua volta ne portava una. In quel decennio se ne vendevano decine ogni giorno, ma purtroppo per noi questa moda è passata e non è più tornata. Naturalmente il mercato ne ha risentito e oggi siamo rimasti in 6 o 7 a produrre ancora artigianalmente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Come è fatta una parrucca?

Innanzitutto si distingue dal tipo di calottina. Può essere standard o su misura: in quest’ultimo caso la protesi è in seta, materiale che non irrita la cute e che riprende la conformazione cranica. Poi ci sono i capelli, realizzati con fibre sintetiche, fibre naturali (come il cotone) e a volte con capelli veri. In questo caso la lavorazione è artigianale, la eseguo io con le mie mani: va cucito singolarmente ogni capello. Naturalmente si tratta di prodotti maggiormente duraturi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E lei come fa a procurarsi i capelli umani?

Vado dritto alla fonte: sono disposto a pagare anche migliaia di euro per una chioma sana, che non sia stata soggetta a tinture e trattamenti e lunga perlomeno 45 centimetri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è quindi un mercato per la compravendita dei capelli.

Sì, soprattutto in passato c’era la fila per vendere la propria chioma, soprattutto da parte delle studentesse. Le mie preferite erano le fuorisede calabresi: le brave ragazze “casa e chiesa” con le loro lunghe chiome color corvino e i capelli bellissimi grazie al clima della loro regione e al modo sano di mangiare. Se non erano loro a venire in negozio andavo direttamente a selezionarle io allo studentato, che aveva la sede nell’Albergo delle Nazioni. Oggi c’è però resiste ancora il “giro” delle cresime. Il rito vuole che prima di ricevere il sacramento le mamme lascino crescere i capelli delle loro bambine. Poi, una volta conclusasi la festa, i capelli vengono tagliati e in alcuni casi venduti ai parruccai.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quanto può costare una parrucca?

Una fatta con fibre sintetiche sui 200 euro, mentre con le fibre naturali si arriva a mille. Tutt’altro prezzo hanno quelle prodotte su misura con capelli naturali, che possono costare anche 5mila euro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Negli ultimi anni ci sono sempre più associazioni che offrono parrucche a coloro che sono sottoposti a chemioterapia. Come funziona in questi casi?

Le associazioni ricevono i capelli da donatori e li portano ai professionisti che realizzano un bel prodotto. Attenzione però: c’è anche chi fa il gioco sporco, vendendo le chiome naturali ad alcuni centri che in cambio restituiscono una “vile” acconciatura in fibra sintetica, poi ceduta al malato. Ma in questi casi parliamo di un’offesa intollerabile nei confronti di una persona che soffre. Chi deve indossare quotidianamente una parrucca non può infatti usarne una “artificiale”: danneggerebbe ulteriormente il proprio capo già bombardato da sostanze chimiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per concludere: che cosa le dà più soddisfazione nel suo lavoro?

Restituire il sorriso alle donne che si tormentano per la caduta dei capelli: spesso grazie a una parrucca riescono a ritrovare la femminilità e la fiducia in loro stesse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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