di Luca Carofiglio

Il 16enne Marco Merro, campione di boxe: «Ma per rivincere dovrò lasciare Bari»
BARI - Duri allenamenti, il sostegno della famiglia e soprattutto nessun timore di farsi male. Sono i punti di forza di Marco Merro, astro nascente del pugilato barese: il 16enne del quartiere Libertà lo scorso 29 ottobre è infatti diventato campione nazionale juniores nella categoria 63 kg. Il successo è maturato a Roccaforte Mondovì, in Piemonte, dove il promettente ragazzo ha battuto in finale il campano Luca De Chiara, di un anno più giovane. (Vedi foto galleria)

L'atleta in erba vanta già 29 vittorie su un totale di 34 incontri disputati e si allena nella palestra Black Cove di via Casavola, nel rione San Girolamo. Siamo andati a trovarlo proprio lì, nel "covo" in cui prepara i suoi duelli. (Vedi video)

Quando entriamo nel salone che ospita il ring lo riconosciamo subito mentre sferra potenti colpi a uno dei suoi "addestratori", il georgiano Konstantine Kupatadze, 34enne ex boxeur che vanta la partecipazione alle Olimpiadi di Atene nel 2004. Poi, sceso dal quadrato recintato, dà una sistematina ai guanti e assesta una rapida serie di ganci e diritti a un grosso sacco giallo appeso nelle vicinanze.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E a sessione terminata, dopo averci mostrato i suoi trofei, ci racconta la sua storia. «Quando mi hanno premiato in Piemonte la soddisfazione è stata immensa - esordisce il piccolo campione -. Subito però il pensiero è corso a tutta la fatica e alle rinunce che ho dovuto sopportare per affrontare la competizione in gran forma, soprattutto le giornate intere passate qui a esercitarmi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il primo tassello della sua avventura risale al 2005 ed è del tutto casuale. «In quell'anno partecipai a un campo estivo allestito nell'Arena delle Vittorie - spiega Marco -, praticamente un mese di giochi ed eventi sportivi dedicati ai bambini: fu lì che ebbi modo di conoscere Salvatore Livorti, il mio futuro maestro. All’epoca però ci perdemmo di vista. Poi nel 2014 lo incontrai nuovamente per chiedergli informazioni su un corso di kickboxing, ma lui mi convinse a optare per la boxe».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Così Salvatore, 60 anni e una vita passata a insegnare pugilato, gli fa muovere i primi passi nella palestra Kankudai di via Napoli. E nel 2015 arriva il debutto. «Il primo match lo persi - ricorda sorridendo l'atleta - così come uscii sconfitto dal campionato regionale. Dopo qualche mese però arrivarono finalmente le vittorie, sia in amichevoli che in incontri ufficiali. Del resto ero assolutamente deciso ad "affermarmi": vincere era diventato il mio solo pensiero e l'unica paura non era più ricevere colpi dolorosi, bensì quella di uscire sconfitti dal ring».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I successi iniziali gasano Merro che comincia a collezionare diversi trofei di tornei minori: la determinazione è tale che spesso preferisce sacrificare qualche uscita con gli amici pur di esercitarsi con i guantoni. «Sono consapevole di dire "no" a piaceri adolescenziali che non riavrò mai indietro - ammette il giovane - ma non posso vanificare tutto il sudore versato. Persino nell'alimentazione devo essere preciso: per mantenere il peso forma mi affido a un nutrizionista che mi sprona costantemente a condurre una dieta sana».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma gli sforzi pagano: nell'aprile del 2017 porta a casa il Torneo internazionale di Podgorica, in Montenegro, battendo tre avversari stranieri e venendo nominato miglior boxeur juniores della competizione. E alla fine di ottobre arriva per l'appunto il titolo nazionale a Roccaforte Mondovì.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sono state emozioni indescribili - continua il 16enne - e spero di provarne altre, magari seguendo le orme di Vasyl' Lomacenko, l'ucraino campione mondiale nei pesi superpiuma, il mio grande idolo. In tutto ciò non dimentico chi mi segue ovunque, ovvero la mia famiglia, che mi sostiene nei momenti difficili e alimenta la mia fame di vittorie».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

D'altronde buon sangue non mente. «Noi abbiamo sempre avuto a che fare con lo sport - evidenzia il padre Francesco -. Io ho praticato lotta greco-romana e il nonno di Marco era un pugile conosciuto a livello locale come "u' coratin", in quanto originario di Corato. Sono dunque contento della scelta di mio figlio, anche se per ora è costretto a frequentare una scuola serale e a volte deve sacrificare lo studio per allenarsi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Forte è anche l'appoggio dello staff che lo segue, composto da Salvatore Livorti, Konstantine Kupatadze e dal 36enne preparatore atletico Francesco Cavoni. «Il ragazzo è uno degli allievi di cui posso vantarmi - sottolinea Salvatore -. Quando si pone degli obiettivi fa di tutto per portarli a termine: è questo il suo punto forte». «Ha una grande eleganza nei movimenti - assicura invece Cavoni - e si è sempre distinto per il notevole impegno, buttandosi velocemete alle spalle le delusioni degli esordi: cosa rara per un adolescente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma di pane duro Marco ne deve ancora mangiare. «La boxe in Puglia e nel Sud in generale è poco conosciuta - conclude il lottatore - e per passare al professionismo è necessario emigrare in posti dove un pugile può raggiungere il top della condizione. Insomma, presto potrei essere obbligato ad abbandonare la mia città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)

Nel video (di Gianni de Bartolo) il nostro incontro con il pugile Marco Merro:



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  • Cecilia colapietro - Nn mi aspettavo di vedere un ragazzo all'apparenza così 'delicato' nel fisico, praticare uno sport che ritengo 'violento'. Mi piace però, lo scopo mister...quello cioè di togliere i ragazzi dalla strada. E allor...cge ben venga anche questo tipo di sport.


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