di Alessia Schiavone

"Vorrei tanto ritrovarti", la barese Maria cerca la mamma: l'ha abbandonata 50 anni fa
BARI – «Spero che la persona che mi ha dato la vita si riconosca nel mio appello e voglia rincontrarmi». Parole della 50enne Maria Patruno, che ci ha contattato dopo aver letto il nostro articolo sull’ex brefotrofio di Bari. La donna infatti nel 1965 è stata ospitata nell’istituto di via Amendola, lì dove venivano accolti i neonati abbandonati nel barese e dove lei ha vissuto per sette mesi, fin quando nell'aprile del 1966 è stata adottata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma nonostante Maria abbia avuto un destino migliore di quello ad esempio capitato a Vincenzo, altro ospite del brefotrofio ma sballottato per anni da un istituto all’altro tra suore ossessionate dalla disciplina, ha deciso comunque di ripercorrere i suoi passi per scoprire la sua vera origine e cercare magari di conoscere la persona che l’ha abbandonata: sua madre biologica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La signora infatti dopo aver letto la nostra intervista a nonna Gina, una delle donne che si occupavano dei neonati nel brefotrofio, ha capito che chissà, potevano esserci persone che potevano ricordarsi di lei, che potevano “sapere”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E per riuscire nel suo intento ha deciso di utilizzare lo stesso mezzo preso in prestito da tante altre persone adottate alla ricerca dei propri veri genitori: Facebook. Ha così pubblicato sulla sua bacheca un post dal titolo “Vorrei tanto ritrovarti”, corredato da una sua fotografia da neonata (nell'immagine) e dal link a un video-appello inserito su Youtube.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«E' probabile che mia madre avesse appena 21 anni o anche meno quando ha partorito e forse è stata costretta ad abbandonarmi senza riconoscermi», dice Maria, che vive nella speranza che questo incontro con le proprie origini un giorno possa avvenire. 


Quella di Facebook per la donna è in realtà un’ultima spiaggia, visto che nonostante varie istanze al Tribunale dei Minori di Bari, le è stato sempre negato il diritto di ricostruire la sua storia. Tutta colpa della cosiddetta "legge dei cento anni" che impedisce ai bambini adottati di conoscere l'identità dei propri genitori biologici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto quello che è riuscita a sapere è che lei è nata la mattina del 7 settembre 1965 nella clinica del dottor Nicola Lisco, situata allora in via De Napoli, nel quartiere San Pasquale di Bari. Appena nata le fu dato il nome di "Maria" (che conserva ancora) e un cognome fittizio: Celestini. Forse fu il messo comunale ad assegnarglielo o lo stesso dottor Lisco, ormai deceduto, che la 50enne purtroppo non ha mai avuto modo di conoscere. 

«Le uniche informazioni che ho sono quelle presenti sui miei documenti di nascita - spiega Maria-. Del resto per il codice della "privacy" non mi è permesso di accedere ai dati e alla cartella clinica custoditi nell’Azienda sanitaria locale di Bari. A quanto pare a portarmi nel brefotrofio fu una certa Rita Tempesta, forse infermiera della clinica in cui sono nata ma che non sono mai riuscita a rintracciare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Maria non pretende nulla, vuole solo conoscere la verità e capire il perchè sua madre abbia rinunciato a lei. «E l'unico modo che ho – afferma - è urlare la mia storia ai quattro venti, nella speranza che mia madre si riconosca nel mio appello e voglia rincontrarmi». 

Qui la pagina Facebook di Maria Patruno:

Il video appello di Maria su youtube:


 


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  • Maggi Vincenzo - Auguro più fortuna di me che non ho mai saputo chi mi ha messo al mondo, dopo 50 anni mi è rimasta la curiosità, ma tutt'ora mi viene impedito dalle leggi che non riconosco coloro che sono figli di N.N. Ciao Vincenzo!
  • irene - Anche io provo le stesse emozioni e sensazioni di Maria Patruno e vorrei rintracciare le mie origini. Le ricerche proseguono, nata presso il Policlinico di Bari il 31/12/1972 fui battezzata il 4/02/1973 presso la chiesa di San Marcello a Bari; il nome della madrina è Chiara Lanzone. Qualcuno la conosce? forse lavorava presso l'ex brefotrofio di cui parla nonna Gina...fui subito adottata dopo il battesimo ma vorrei tanto ora risalire alle mie origini seppur felicemente sposata e madre di due bambini.
  • Maria Patruno - Salve a tutti. Sono Maria Patruno. La mia mamma biologica l ho trovata l estate del 2019, vive in Basilicata e sta bene. Volevo consigliare a chi cercanle proprie origini di fare istanza al TdM(tribunale dei minori) per la legge dell interpello. La viatra genitrice verrà contattata privatamente da assistenti sociali che gli cjiedwranno se vorrà rwvocare l anonimato e quindi incontrarvi. Se è decwduta vi verrà dato in automatico quel nome.... Nell eatremo dei ci sarebbe un test del dna da fare (tramite il quale io son riuscita a risalire a lei peeche il TDM e nessun altro è stato capace di rintracciare la mia scheda ospedaliera) Nel caso potete scrivermi privatamente per eventuali consigli e potrò così indirizzarvi sul cosa fare. Grazie di cuore a tutti


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