di Alessia Schiavone

A Bitonto c'è l'unica Galleria nazionale pugliese: «Ma è poco conosciuta»
BITONTO - È custodita tra le mura di un sontuoso palazzo rinascimentale ed è impregnata di artisti quali Veronese, Poussin, Giaquinto, De Nittis e Delacroix, solo per citarne alcuni. Conta 229 dipinti e circa 108 disegni, dislocati in un arco temporale che va dal 1500 al XX secolo. Si tratta della collezione Devanna, un nome probabilmente ignoto a molti ma che in realtà appartiene all'unica Galleria nazionale presente in Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quanti infatti hanno sentito parlare o varcato le porte della galleria statale ubicata in via Rogadeo a Bitonto, l’antica via “delli Mercanti” che un tempo collegava porta Baresana e la Cattedrale? Per i baresi e i pugliesi in generale questo patrimonio è a tutti gli effetti "uno sconosciuto". D’altronde per chi non è della città, come fare per accorgersene se non ci sono nemmeno delle indicazioni stradali o dei cartelli informativi a segnalarne la presenza?
 
Bisogna considerare tra l'altro che se da una parte la Puglia è ricca di musei archeologici, dall'altra possiede solo due pinacoteche degne di nota, quella di Bitonto e quella di Barletta. Ciò al contrario di molte altre regioni italiane che ne possiedono centinaia. Una ragione in più dunque per apprezzarla e per promuoverne la valorizzazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Inaugurata nell'aprile del 2009, all'interno dello storico palazzo Sylos-Calò, la galleria nazionale della Puglia nasce grazie alla generosa donazione di due cittadini bitontini, i fratelli Girolamo e Rosaria Devanna che hanno deciso di consegnare nelle mani dello Stato un terzo della loro collezione con l'intento di dare a queste opere una casa, aperta a chiunque avesse fame di arte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
La collezione ricca e complessa si articola in cinque sezioni, ognuna dedicata a un secolo differente e, pur cercando di rispettare le tematiche e i contesti di ciascuna opera, segue un ordine cronologico. La galleria propone un percorso espositivo singolare, quasi unico in Italia. A fianco agli artisti meridionali (punto forte della collezione) e a esponenti della pittura del Centro e Nord Italia, non manca infatti la forte presenza di figure europee di tutto rilievo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
In occasione degli Open Days (sabati sera estivi dedicati a visite guidate gratuite) abbiamo deciso di farci visita e di scoprire ciò che questo tesoro non ancora "esplorato" ha da mostrarci. Basta calpestare l'elegante cortile che si staglia alle spalle del portone d'ingresso, per riuscire subito a immaginare la preziosità che questo luogo potrebbe riservarci. (Vedi foto galleria)
 

Accompagnati dalla guida turistica Valentina, percorriamo la scalinata principale che conduce al piano superiore e ci addentriamo nella prima sala, quella dedicata al 1500. Qui ad accoglierci ci sono una serie di icone su tavola di carattere religioso, fortemente intrise di cultura bizantina. Ma tra i portavoce del Rinascimento riconosciamo anche il Veronese, Paolo Negroni e il fiammingo Jan Soens.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Procediamo nel nostro viaggio e raggiungiamo l'ampia sezione dedicata al 1600, il secolo di Caravaggio che, seppur assente nella collezione Devanna, sembra aver lasciato la propria impronta. Singolare infatti è il caso di Giovanni Baglione, di cui ammiriamo un auto-ritratto, che per primo (per una vendetta personale) scrisse una biografia del pittore barocco maledetto cospargendola di nefandezze.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


A rendere ancor più particolare la collezione si aggiungono dipinti a quattro mani con rappresentazioni di natura morta che fanno da cornice a figure religiose che si alternano a quadri che mettono da parte la religiosità per dar spazio alla mitologia. Numerosi gli artisti del Barocco presenti sulle pareti bianche e allietati anche dalla presenza di un pianoforte. Tra i più noti anche sulla scena europea Poussin e Velazquez.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del Settecento invece grande protagonista è la scuola napoletana con De Matteis, De Mura, Falciatore, Giaquinto che competono però anche con artisti del calibro di Hamilton, Gros e Delacroix. Ma se si alza lo sguardo e lo si volge al soffitto, è curioso notare un affresco ornamentato in perfetto stile liberty, risalente ai primi del 1900, eredità di una delle tante famiglie nobili che hanno abitato il palazzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si aprono i sipari del XIX secolo con le "fotografie" di un'arte più libera e realista. Si spazia da Gioacchino de Toma a Giuseppe De Nittis sino a Francesco Netti e Federico Rossano: solo alcuni degli artisti napoletani e pugliesi che caratterizzano questo scenario. Ma in particolare cattura l'attenzione un bronzetto al centro della sala. Si tratta del busto di fanciulla napoletana realizzata da Vincenzo Gemito, un po' il Verga del mondo della scultura (nella foto)

A interrompere la rassegna di opere d'arte, c'è la sosta sul loggiato del palazzo che si affaccia direttamente su Piazza Cavour e dove è possibile ammirare, attraverso le arcate e incastonato tra le luci della sera, ancora un altro quadro: il borgo antico di Bitonto. A chiudere le porte della Galleria Nazionale, c'è infine la sala del 1900 al piano terra dove brillano le tre vedute tutte pugliesi di Francesco Speranza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Peccato però che non tutti i dipinti donati siano stati esposti. «Ci sono ancora 70-80 quadri e centinaia di disegni rinchiusi in deposito perché non c'è spazio sufficiente - sottolinea Girolamo Devanna, oggi residente a Rimini-. Il museo certo è curato, tante sono le iniziative promosse dalla galleria e il numero di visitatori che si registra in determinate occasioni è di tutto rispetto. Ma vorrei un po' di più. Mi sarei aspettato una maggiore partecipazione soprattutto da parte del Comune e della Regione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ad esempio si potrebbero aprire i sotterranei del palazzo e  sfruttare quegli spazi per la collocazione dei restanti dipinti e fondamentale sarebbe far conoscere anche ai paesi vicini l'esistenza di un museo di questo genere. «Ho intenzione di fare una nuova donazione, ma ho dubbi sul fatto che la Puglia possa e voglia garantire alla mia collezione il trattamento che merita -conclude Devanna-. Prima di regalare altri 300 quadri, voglio prima essere certo di cosa ne faranno e di come li valorizzeranno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Devanna, professore di Storia dell'arte e letteratura americana ormai in pensione, ha girato il mondo e di frequente ha sentito parlar in maniera entusiasta della galleria di Bitonto all'estero. Sono tanti infatti gli stranieri, che di passaggio in Puglia, non perdono l'occasione di fare visita alla pinacoteca rimanendone estasiati. Quasi un paradosso, se si pensa che la maggior parte dei pugliesi, pur avendola sotto gli occhi non ci ha mai messo piede.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il sito internet della Galleria Nazionale della Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • francesco - bellissiomo quello che si vede, come fare e quando poterlo visitare? chi contattare o chiamare??
  • BARINEDITA - salve Francesco, abbiamo aggiunto il link del sito internet della galleria in calce all'articolo. Saluti


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