di Eva Signorile

Terra dei Fuochi, Don Patriciello: «Industrie mandanti del disastro»
BARI - «Ha ragione Papa Francesco quando dice che Dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, ma il creato non perdona mai e se non lo custodisci, ti distruggerà». Prole dure quelle pronunciate venerdì pomeriggio a Bari da Don Maurizio Patriciello (nella foto a sinistra), il sacerdote diventato famoso per le sue battaglie nella "Terra dei fuochi", quel territorio che abbraccia i comuni del Casertano e del Napoletano avvelenati dai rifiuti tossici smaltiti illegalmente dalla Camorra. Il prete coraggio di Caivano è intervenuto in occasione della 98esima festa della comunità della chiesa del Santissimo Sacramento in via Buccari. Lo abbiamo intervistato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 1997 il pentito camorrista Francesco Schiavone parlò di accordi tra Camorra e Sacra Corona Unita per l'interramento di rifiuti pericolosi anche a Bari, nel Foggiano e nel Salento. Solo di recente sono partite le indagini. Se fosse vero la Puglia e la Campania sarebbero accomunate da un triste destino di veleni e morte…

Si è così infatti. Quando si parla di Puglia e veleni, lo si fa spesso concentrandosi solo sull'Ilva. E invece bisognerebbe anche guardare sotto terra. Ora i roghi tossici della Terra dei Fuochi non stanno bruciando più, perché quell'area è sotto i riflettori, ma è assai probabile che semplicemente i rifiuti siano stati spostati altrove, magari proprio in Puglia o in Lucania. Si tratta di un problema che ha origine nell'evasione fiscale: tutto ciò che è lavorato in nero, produce poi scarti che vanno inevitabilmente smaltiti illegalmente. Per questo, io non grido alla vittoria quando sento che i roghi nella Terra dei fuochi stanno diminuendo: perché, se la grande evasione resta, allora rimane anche il problema dello smaltimento di questi rifiuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A febbraio però il Governo ha approvato un decreto legge sulla Terra dei Fuochi.

Sì, ma è un provvedimento così piccolo e inconcludente, che dubito possa rappresentare una soluzione. Un esempio: si prevede di inviare per le campagne qualcuno, in modo da arrestare chi sta effettivamente bruciando qualcosa. Ma nelle campagne chi si trova? Il disoccupato, il nomade o l'extracomunitario, che fanno questo lavoro per qualche decina di euro. Il problema è il mandante, bisogna colpire i mandanti del disastro ambientale: le industrie del Nord Italia e dell’Europa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Però ci sarà il supporto dell'esercito.

Intanto inizialmente si era parlato di 800 militari, ma nei fatti sono diventati 100. Cento militari, spalmati su tre turni, diventano circa trenta figure realmente operative di volta in volta. Poi saranno quasi tutti giovani e inesperti e andranno via dopo un anno. Abbiamo quindi proposto che, invece di mandarci i militari, si aumentasse il numero delle forze dell'ordine presenti in loco ma niente, sono stati irremovibili. E poi c'è il problema del coordinamento: ci sono delle azioni, si fa qualcosa a livello sporadico, ma poi non si comcludono. Per esempio, una ventina di giorni fa ci hanno detto che si erano interrotti i prelievi di terra che si stavano facendo per creare una mappatura delle zone realmente compromesse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Per quale motivo sono stati interrotti?

Perché c'è il sospetto che in alcune zone siano state interrate scorie ancora più pericolose, si pensa a rifiuti radioattivi. Siamo quindi andati dal ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti, per protestare sul fatto che non eravamo stati informati della situazione, noi che da anni ci battiamo per questo territorio. Il ministro è stato molto cortese con noi, ma immaginate il nostro stupore, quando ci ha detto che neanche lui era al corrente di questi fatti. Questo la dice lunga sul disordine e sullo scollamento che regna tra i vari ministeri. E poi tutte queste commissioni ministeriali e interministeriali dove ognuno deve dire la sua. Quando noi parliamo, tutti quanti sono d'accordo con noi, tutti concordano sul fatto che è uno scempio, ma la risposta politica è poi lenta ed estenuante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è uno scollamento anche tra le persone e la politica…

Purtroppo sì. Nelle nostre zone non c'è una casa senza un malato e se è già un dolore enorme perdere un adulto, proviamo a immaginare cosa significhi la perdita di bambini e adolescenti. Qualche giorno fa ho accompagnato al Quirinale tredici donne, madri di altrettanti bambini morti di cancro o di leucemia. Ma quando porto questi esempi ai nostri politici, mi sento rispondere che "non ci sono prove", perché "non ci sono studi". Ma fateli questi benedetti studi, no? Io sono un prete, non sono un uomo di scienza e vi porto il grido di un popolo, ma sta ai politici trovare le risposte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma secondo lei c'è una reale volontà di trovare delle risposte adeguate?

Fino ad oggi no, non c'è stata. La politica ha permesso per anni che la Camorra togliesse la vita a un intero territorio, senza muovere un dito. Il giorno in cui ci renderemo conto che gli uomini e la Terra vivono in simbiosi, che sono come gemelli siamesi, potrebbe essere già troppo tardi per rimediare. Se si avvelena il territorio, si avvelenano gli uomini e noi stiamo già pagando un prezzo altissimo.


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