di Mattia Petrosino

Bari, la vita di Pierluigi: «Mi sento un prete, indosso la talare e vengo deriso da tutti»
BARI «Tutti si fanno beffe di me, ma io davanti a Dio mi sento un vero e proprio sacerdote». Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di una persona che da più di trent’anni si alza la mattina e indossa per tutto il giorno una lunga talare nera da prete, pur non essendo un prete. È il barese Pierluigi (nella foto), 53enne con problemi psichici, a cui è sempre stata negata la possibilità perlomeno di “sognare”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’uomo abita a Poggiofranco con l’anziana mamma e da un po’ di tempo frequenta la parrocchia del Santissimo Sacramento di via Pasubio, nel quartiere Carrassi. Ma questa è solo l’ultima tappa del suo peregrinare, lui che dall’età di 17 anni desidera solo una cosa: diventare sacerdote.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Non ero ancora maggiorenne quando decisi di entrare in seminario – ci racconta –. E così feci, ma dopo solo sei mesi fui cacciato da quello Diocesano per alcuni errori da me commessi. Però non mi persi d’animo: l’anno dopo bussai ai Paolini, dai quali questa volta andai via io per motivi di inconciliabilità con la scuola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da quanto abbiamo potuto sapere, i vari ordini religiosi riconobbero subito in lui dei disturbi mentali, non compatibili con la possibilità di continuare un serio percorso vocazionale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pierluigi però, nonostante i dinieghi delle autorità cattoliche, non rinunciò mai all’idea di “essere un prete”. Dall’età di 22 anni cominciò così a indossare la talare, il tradizionale vestito oggi portato dagli ecclesiastici solo in particolari occasioni. Una divisa che continua a mettersi, come anche il cappello romano, copricapo indossato dai presbiteri della Chiesa. Un po’ come avviene per un altro “personaggio”: il "Monsignor Soldato" di Adelfia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sono felice di indossare quest’abito: mi racconta perfettamente – ci dice Pierluigi –, anche se continua a rappresentare un problema per le tante parrocchie che non hanno voluto mai accettarmi per quello che sento di essere veramente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Questo perché il nostro “reverendo” si è fatto la fama di piantagrane. Lui infatti non si è mai limitato a travestirsi da prete, ma in alcuni casi si è auto-investito di funzioni e comportamenti sacerdotali. Sia nella vita privata (con tutte le limitazioni che la vocazione comporta), che in quella pubblica, quando ha addirittura confessato degli ignari credenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Da quel momento sono iniziati i miei guai – confessa -. Le chiese hanno cominciato ad allontanarmi e le persone a deridermi: c’è chi mi chiamava “Zorro”, chi “Batman”, chi “falso prete”, chi “esorcista”. Ne ho sofferto molto e ancora oggi sono combattuto sulla possibilità di togliermi questo indumento. Ma so di non essere più in tempo: la mia identità la fa la talare, anche se portarla è ormai diventata una penitenza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da una decina d’anni l’uomo ha trovato “riparo” in via Pasubio. «Lo conosco da parecchio tempo e sono al corrente della sua storia – ci spiega Don Giuseppe, parroco del Santissimo Sacramento –. Io da qui non l’ho mai cacciato, anche perché ormai ha capito che, se c’è chi si avvicina per sbaglio per essere confessato, lui non può farlo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Mi è capitato di parlare con lui e mi ha colpito molto la sua conoscenza in ambito ecclesiale – afferma invece la 25enne fedele Angela -. Anche se prima di conoscerlo mi intimoriva: avevo dei pregiudizi sulla base di quello che si mormorava in giro. Nei suoi occhi ho però intravisto dolore: soffre molto il fatto che lo si derida».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Già, la poco cristiana derisione. «Qui perlomeno non mi hanno mandato via – conclude il nostro amico – anche se i parrocchiani mi guardano tutti con ostilità, non mi calcola nessuno e a me non rimane che sedermi sempre al primo banco, solo, con la testa bassa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché Pierluigi è "matto", lo abbiamo capito, ma non era San Paolo quello che diceva “ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”?


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  • francesco quarto - sono contento che barinedita offrar una platea a personaggi come Cerino, il cantante di via sparano, maria la fioraia e Pierluiogi il "sacerdote" che conoco da tantisismi anni per abitare nello stesso quartiere. i personaggi border line a Bari sono tanti e sono stati tantissimi, a cominciare dai due più noti, cui Bari ha addirittura dedicato docufilm. mi riferisco a Piripicchio e Lorenzo Varechina. una attenzione e una sensibilità verso questi "diversi" è segno di una matura coscienza civica e civile. proporrei una veria e propria ricerca storica e antropologica sui nostri "freaks" del passato! solo barinedita ha tutti i crismi per rischiare un tale progetto! Buon viaggio!
  • BARINEDITA - Grazie @francesco. Abbiamo sempre dato molto spazio a questi personaggi "inediti" di Bari. Immagini che il nostro primo articolo (10/9/2012) era dedicato a "Michele di Bari Vecchia", icona della movida barese purtroppo scomparso. Abbiamo anche parlato di "Oronzo degli accendini", di "Cioch cioch bevilach", di "Monsignor Soldato", delle "signore delle sgagliozze" e di tanti altri. Di tante persone che hanno una storia (diversa) da raccontare.
  • francesco quarto - Permettetemi di utilizzare la vostra pagina per "contro replicare". Non di replica in realtà si tratta bensì di un suggerimento di ricerca, sulla strada del recupero dei "diversi". Il personaggio cui mi riferisco forse non è assimilabile alla categoria, se non per quella che era la sua attività. Creava quadri (e che quadri!!!), ritratti, vedute paesaggistiche, di monumenti, utilizzando francobolli che ritagliava in pezzetti opportunamente. Ovviamente era in Bari Vecchia; fu allestita anche una mostra dei suoi lavori, una decina di anni fa; so che scomparve. Nel caso siate interessati cominciate col chiedere prime notizie al titolare del Bar San Nicola (Giuseppe detto Bambolotto). saluti a tutti! FQ


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