di Emanuele Martino

La storia del Conversano, in piena guerra fu il vincitore del campionato ''Italia Libera''
CONVERSANO - Un pittoresco paese dell'entroterra barese, le violenze e le privazioni di un atroce conflitto armato, il talento di un gruppo di giocatori in fuga da una carneficina senza senso. Sono gli ingredienti dell'epopea dell'Unione sportiva Conversano, il primo "dream team" del calcio meridionale dopo lo sbarco delle truppe Alleate in Sicilia del 1943. La temibile squadra in maglia viola entrò infatti nella storia del pallone nostrano stravincendo la Coppa Puglia e il Campionato dell'Italia libera, i tornei più prestigiosi in un Mezzogiorno messo a dura prova dalla Seconda guerra mondiale. (Vedi foto galleria)

La semisconosciuta impresa prende forma agli albori del 1944. L'Italia è spezzata in due dalla linea Gustav: da una parte i soldati anglo-americani cercano faticosamente di risalire la Penisola, dall'altra l'esercito tedesco prova a proteggere il Centronord dello Stivale occupato dopo l'armistizio di Cassibile. La Puglia trema sotto gli ordigni sganciati dagli aerei nazisti. Bari, sede della prima radio libera d'Europa, fatica a riprendersi dopo l'apocalittico bombardamento del 2 dicembre 1943.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma è difficile pensare al calcio in una situazione del genere, tant'è che dopo l'ultimo scudetto del Torino della stagione 1942/43 la serie A viene sospesa a tempo indeterminato. Eppure anche in un contesto così drammatico gli italiani non ce la fanno proprio a rinunciare alla partita della domenica. Prendono quindi il via una serie di competizioni su scala regionale: nel Settentrione la Figc organizza la Divisione nazionale, poi vinta dai Vigili del fuoco di La Spezia e nel Centro la Roma si aggiudica il Campionato romano misto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel Sud è il molfettese Giosuè Poli, presidente del Coni pugliese, a prendere per primo l'iniziativa, dando vita alla quinta edizione della Coppa Puglia. Ai nastri di partenza ci sono 16 formazioni e lo spettacolo sembra assicurato per un preciso motivo. «A causa dell'occupazione tedesca molti calciatori residenti nella Repubblica sociale italiana si rifugiarono dalle nostre parti - racconta Giacinto Iacovazzo, ex mezzala del Conversano negli anni 60 e memoria storica dei viola -. Fu una ghiotta occasione per le squadre del Sud che poterono schierare alcuni tra i migliori atleti dell'epoca».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Conversano il presidente Peppino Laruccia fa le cose in grande. Tra gli acquisti spiccano ex calciatori di serie A come il difensore Renzo Bettini, il centrocampista Andrea Campana e l'argentino Franco Ponzinibio, rispettivamente ex Padova, Vicenza e Genoa. E poi c'è il blocco di chi nella stagione precedente aveva indossato la maglia del Bari: il difensore Onofrio Fusco, il centrocampista Vincenzo Orlando, l'attaccante Alberto Milli e soprattutto Leonardo Costagliola, l'ottimo portiere che verrà convocato per i mondiali del 1954.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il mix di campioni permette ai viola di conquistare il trofeo a fine marzo grazie a una vittoria sul Rutigliano dell'ex juventino Francesco Capocasale. «La vittoria arrivò dopo tanti sacrifici - ricorda Iacovazzo -. I calciatori andavano in trasferta a bordo di camion e percepivano stipendi irrisori racimolati in gran parte con le collette dei tifosi. Molti di loro risiedevano a Bari e venivano qui ad allenarsi in treno, venendo accolti nelle case degli abitanti più generosi che offrivano loro un piatto caldo e un bagno rigenerante».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Intanto Poli si rende conto del successo riscosso dalla competizione e ci prende gusto, creando il Campionato dell'Italia libera: stavolta le società al via sono ben 38, tutte pugliesi eccetto il Matera, divise in gironi a seconda della vicinanza geografica per contenere i costi dei viaggi. Le gare cominciano ad aprile e culminano nella fase conclusiva con Lecce, Presidio, Miraglia, Castellaneta, Putignano, Divisione Piceno, Rutigliano e (ovviamente) Conversano a contendersi il primo posto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La finalissima vede contrapposte le stesse compagini che si erano contese la Coppa Puglia quattro mesi prima. All'andata il Rutigliano vince uno a zero in casa con un rigore contestatissimo realizzato da Capocasale e un clima infuocato per via degli incidenti tra le tifoserie avversarie. Il ritorno a Conversano si preannuncia rovente e si disputa su un nuovo campo allestito in fretta e furia visto che il vecchio rettangolo di gioco è stato requisito dagli Alleati: a separare gli spettatori dai 22 protagonisti c'è solo una fune.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Morale della favola: la squadra del patron Laruccia ribalta il risultato senza nemmeno battere il calcio d'inizio, visto che gli ospiti non si presentano per paura di nuovi scontri. Quindi due a zero a tavolino per il Conversano e altro trofeo in bacheca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una cavalcata entusiasmante, forse non abbastanza per la Figc che ancora oggi rifiuta di riconoscere quei successi. «Nel 2009 - sottolinea Iacovazzo - assieme alla giunta comunale chiesi alla Federazione di inserire una menzione speciale del Conversano nell'albo d'oro del campionato italiano. Ma la risposta fu negativa. Peccato: in questo modo viene negata l'esistenza di un'annata magica fatta di entusiasmo, passione e sacrificio, all'ombra della Guerra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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