di Annarita Chieffo

Bari, incontro con i ''poliamorosi'': «Rifiutiamo la monogamia, porta sofferenza»
BARI – E’ il 28 dicembre, siamo a Bari, in un locale di piazza Mercantile. E’ un’occasione decisamente particolare: siamo stati infatti invitati al primo “poliaperitivo” pugliese, ovvero un incontro tra persone che praticano un modello sociale diciamo “alternativo”, visto che rifiutano il concetto di monogamia e vivono rapporti amorosi e sessuali con più persone. E’ ciò che si chiama “poliamore” ed è (si legge sul sito poliamore.org) la possibilità di avere più di una relazione intima, sessuale o affettiva per volta, con il consenso esplicito di tutti i partner attuali e potenziali”.

A differenza dell' “amore libero” (dove ognuno fa quel che gli pare), il poliamore ha però delle regole ben precise, tanto che viene chiamato anche “nonmonogamia etica”: “etica” perché i poliamorosi si impegnano alla trasparenza e all’onestà con i propri partner. Spesso si tratta proprio di rapporti ufficiali a tre, di persone che vivono sotto lo stesso tetto non con uno ma con due compagni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In Italia si stima ci siano un duemila poliamorosi che pian piano stanno cercando di “uscire allo scoperto”, per manifestare orgogliosamente il loro diverso modo di vivere (e forse anche per giustificarlo). Nel Nord sono più numerosi, ma stanno aumentando anche i poliamorosi del Sud: ce ne sono a Napoli, in Sicilia e anche in Puglia. Tanto che come detto noi qualche giorno fa abbiamo partecipato a un loro incontro pubblico che si è tenuto proprio a Bari. (Vedi foto galleria)

Quando entriamo nel locale sono le 20.30. Con noi ci sono 16 persone: 8 donne e 8 uomini provenienti da tutta Italia. Stringiamo la mano a un torinese di 38 anni conosciuto nella comunità come “Ataru”, in vacanza in Puglia. «Sono sposato da 10 anni – ci dice – e da circa un anno mi sono avvicinato alla filosofia del poliamore. In questo periodo ho fatto entrare nella vita di coppia un altro paio di ragazze, con il consenso di mia moglie che è bisex e che se vuole potrebbe decidere di conoscere anche altri uomini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma ci chiediamo: qual è la differenza tra poliamore e scambismo? «Lo scambismo – chiarisce Ataru - è solo un gioco in cui si incontrano altre persone per fini sessuali, lasciando completamente fuori gli scambi emozionali. Invece nel poliamore c’è la possibilità di concepire affetto e amore per più di una persona contemporaneamente: ci si mette in gioco sul lato sentimentale, che è quello che fa più male».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ataru però ci confessa che la cosa con la moglie non è andata molto bene, visto che lei ha dimostrato di essere molto gelosa. Chiediamo conferma alla signora, che però appare un po' schiva: è qui solo per conoscere persone “simili” e confrontarsi con loro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alla domanda sulla gelosia ci risponde la 42enne Valentina: in passato ha avuto una relazione a tre e oggi vive con uno solo dei suoi compagni, che però nel contempo ha anche un’altra donna. «Io non sono particolarmente gelosa per mia fortuna – afferma –. Tuttavia quando vidi per la prima volta l’altra persona amata dal mio compagno (bella in maniera eccezionale) mi sentii un po’ inadeguata. Per questo gli chiesi di aiutarmi dimostrandomi in maniera più esplicita il suo apprezzamento per il mio aspetto. La cosa è stata utile: io mi sono sentita molto amata e valorizzata e lui ha sperimentato nuovi modi di comunicare emotivamente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Insomma, il poliamore etico porta a una serie di “situazioni da affrontare”. Domanda: ma non sarebbe meglio vivere da single, per sperimentare così qualsiasi esperienza senza dover andare incontro a compromessi? E’ sempre Valentina a spiegarci che siamo fuori strada. «Qui non si parla di sesso, ma di amore: amore verso più persone –sottolinea -. E’ proprio questa la differenza con la “coppia aperta” dove ogni membro della coppia è libero di accoppiarsi come meglio crede. Noi poliamorosi facciamo conoscere “l’altro” al nostro compagno, anzi facciamo in modo, se possibile, di far entrare questa terza persona nella nostra vita. L’importante è che ci sia sempre onestà, rispetto e trasparenza nei modi e tempi scelti e concordati dai soggetti stessi per la massima felicità di ciascuno e di tutti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In effetti la massima “espressione” del poliamore è proprio il rapporto a tre (o addirittura a quattro). E’ questo il caso del 42enne bresciano Ivan, che vive con due donne.  Ha un figlio di 4 mesi (con una delle due) e i quattro vivono insieme da un po' più di un anno. «Fino all'arrivo del bimbo – ammette - tutto era più facile per entrambe le mie compagne, ma poi si è verificato una sorta di sbilanciamento o meglio, è ciò che ha avvertito la “non mamma”. Personalmente però non mi sono mai sentito più o meno legato ad una di loro due. In fondo vivere insieme è più facile di quanto sembri. Noi dormiamo tutti e tre nello stesso letto, però se a volte una delle due vuole stare sola, c'è una stanza in più. Convivere in questo modo ha a che fare con la sensazione di un amore ancora più grande, con sei occhi che si incontrano e si dedicano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche la 29enne romana Elisa vive con due compagni contemporaneamente a Bologna. Sta insieme ad M. da quasi tre anni e a febbraio di quest’anno ha conosciuto S., che è entrato nella sua vita e ha “meritato” di conoscere M. Così i tre hanno iniziato a uscire insieme e a frequentarsi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma, in tre si starebbe meglio che in due. Ma la monogamia è veramente una scelta così insostenibile? «E' sostenibile finché dura – afferma Ataru -. A rigor di logica, si interromperebbe nel momento in cui un partner, pur senza tradire, dovesse provare nuovi sentimenti per una persona fuori dalla coppia». E Valentina aggiunge: «Viene imposto un limite che costringe ognuno a essere tutto per l'altro e trovare tutto nell'altro. A mio parere si tratta quasi una forma di tortura psicologica ed è garanzia (eccetto pochi fortunati) di frustrazioni, rancori e sofferenze. La monogamia apre la porta alla sottintesa accettabilità di inganno, tradimento e falsità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E a questo punto non ci resta che andare a riferirlo al nostro unico, solo e "triste" fidanzato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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  • Vincenzo Fabrizio - Per prima cosa vorrei dire che ho apprezzato molto l'argomento di cui si parla in questo articolo. Poi vorrei fare una premessa dicendo che l'amore in sé non mette dei limiti ma siamo noi a dargli una precisa forma e il concetto d'amore cambia a seconda della persona in questione. L'articolo in sé descrive una delle tante sfaccettature dei rapporti sessuali-sentimentali della nostra società che si muove veloce e cambia nel tempo. Inteso come sentimento quindi, ognuno è libero di provarlo nel modo che ritiene più adatto a sé. Ma di fronte a quanto letto sorgono spontaneamente delle domande, alle quali ognuno risponderà secondo la sua personale logica comportamentale . Può mai esistere un rapporto sincero e alla pari tra due uomini che condividono la stessa donna o al contrario? Io credo che vien meno l'istinto naturale di ogni persona nel competere con l'altro, nel voler essere più apprezzato dell'altro e così via... Il pensiero della libertà affettiva e sessuale non può viaggiare affiancato all'amore vero, quello esclusivo tra due persone di sesso diverso. No. Credo che, tra le persone di cui parla l'articolo, esista una più complessa idea di "amore" rispetto allo standard generale, e che per questo assume un diverso contorno. Se si pensa ad un normale rapporto si capisce subito che questo articolo vuole spronare il lettore ad aprire la mente al cambiamento, a conoscere nuovi orizzonti ma questo è riservato a chi ha gli occhi per farlo e la mente per capirlo. E ammesso che ci riesca un conto è concepire e accettare un concetto, un altro è agire di conseguenza cambiando se stessi radicalmente. Prendo questo articolo come un'alternativa alla mia noiosa (forse futura) routine giornaliera tra lavoro e famiglia lasciando uno spiraglio all'idea che un giorno potrei essere un uomo diverso da come lo sono adesso con altre idee e altri orizzonti , ma per ora penso che una donna già basta e se è Donna sa farsi bastare da sola.
  • Ezio - Secondo me la monogamia è stata inventata per la salvaguardia dei bambini. In alcune tribù i figli non sono dei genitori ma della tribù, ogni membro della tribù è tenuto a proteggerli e ad allevarli. Metodo praticamente impossibile da attuare in società moderne complesse e numerose come le nostre. E' necessario ai fini della convivenza civile individuare degli adulti che si prendono carico delle loro responsabilità nei confronti dei piccoli.
  • F - Non credo che il poliamore sia meglio della monogamia… ma certo e' meglio della monogamia di facciata e poi dietro le spalle palchi di corna. Un rapporto tanto complice che, se nasce un nuovo interesse, ce lo si puo' dire senza scatenare drammi… sembra apprezzabile. Sicuramente la monogamia rimane la scelta migliore per tanti, ma se ci fosse piu' coerenza in giro penso che questo poliamore coinvolgerebbe ben piu' di 2000 persone.
  • Dionisia A. - I miei pensieri avranno probabilmente un sapore un po' agée ma riesco con difficoltà a vedere un legame reale nel poliamore, anzi, mi sembra l'impedimento più grande alla conquista di una felicità autentica. Mi baso sulla mia esperienza: non mi è mai successo di innamorarmi contemporaneamente di due o più uomini, quelle volte che è accaduto si è trattato di una esperienza intensa e rivolta verso una sola persona, talvolta così forte da oltrepassare la mia volontà e da rendere ogni confusione impossibile, negare ciò significa respingere la verità più forte che ho vissuto poiché capace di oltrepassare ciò che io stessa a lungo ho ritenuto essere tale. Non ho nulla contro chi pratica questa forma di legame aperto, ma esaltarlo come modello di modernità mi sembra ben povera cosa in una società già assolutamente libera e da sempre capace di percorrere di per se stessa queste strade.
  • Andrea - Non ho potuto non notare che l'articolo è uscito solo da un giorno e già ha quasi 7000 visualizzazioni. L'argomento mi ha attirato perchè ho sempre pensato che non ci fosse nulla di male nel pensare ad un apertura della coppia verso nuovi orizzonti dell'amore, purtroppo è difficile farsi capire anche dalla propria compagna come nel mio caso, ma ritengo che l'argomento sia piuttosto un tabù ovvero non accolto dalla società. Auguri quindi ai pionieri che con coraggio ci mettono la faccia e auspico loro di riuscire a fare breccia nel futuro delle generazioni, perchè l'amore comunque lo vogliate guardare è sempre amore pertanto non può nuocere, mai. Buon anno.
  • Simone - Vedo una gran sofferenza in queste persone e veramente poca felicità. Che dice tutto sulla bontà dell'esperimento.
  • Carlo Trevisan - Leggere queste cose fa capire quanto siamo sprofondati, quanto poca dignità, coraggio e volontà abbiamo. Si pensa solo al sesso, al divertimento a bere e a drogarsi. Partiamo col dire che la poligamia appartiene all'Islam, e osserviamo la cultura di quel paese. Potrei finire qui, ma andiamo avanti: ognuno può fare quello che vuole della propria vita e avere tutti i partner che vuole. Dare definizioni è da sfigati, etichettare ecc... ognuno faccia quello che vuole, MA, nel momento in cui si decide di fare una famiglia, avere responsabilità insieme ad altri e figli, allora si mette la testa a posto, e si fa una coppia. Lecito anche dividerla se succede qualcosa, ma di base la si fa affinchè duratura. Per il resto trovo estremamente tristi queste persone, e anche la "giornalista", che evidentemente non sa più di cosa parlare.


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