di Gabriella Quercia

I rabdomanti: «Con poteri paranormali scoviamo l'acqua nascosta nel sottosuolo»
Cercano acqua e metalli nel sottosuolo mediante l’utilizzo di una bacchetta biforcuta o di un pendolo. Sono i rabdomanti, persone che sarebbero dotate di una mente in grado di scovare qualcosa che scorre anche a diverse centinaia di metri di profondità, riuscendo a decifrare che tipo di acqua hanno individuato, il punto esatto in cui si trova e in cui si può iniziare a trivellare. Gli antesignani di questa antica e remota arte “divinatoria” furono le popolazioni della Cina e dell’Egitto, le quali, si dice, erano solite scovare non solo corsi d’acqua ma anche miniere e metalli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La rabdomanzia è una facoltà paranormale derivante dal nostro cervello- ci spiega Maurizio Armanetti, 62enne toscano esperto internazionale nella ricerca di acque termali -. E’ una dote che paragonata alle moderne strumentazioni scientifiche di individuazione dell’acqua nel sottosuolo si rivela molto più efficace. La mente umana è in grado di compiere operazioni inimmaginabili, come quella di trovare l’acqua anche quando non è visibile. D’altronde il corpo umano è formato in gran parte da acqua ed è normale esserne attratti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lo strumento principale utilizzato dal rabdomante è una bacchetta biforcata, a forma di lettera y molto corta. Solitamente è di legno di salice, ulivo o nocciolo, materiali flessibili e leggeri, in grado di “muoversi” a seconda delle vibrazioni inviate dal rabdomante. Il pendolo invece è uno strumento meno antico, è di metallo, anche se ha la stessa funzione della bacchetta: oscillando fungerebbe da amplificatore dei movimenti imposti dal rabdomante.  (Vedi foto galleria)

«La bacchetta, così come il pendolo, sono dei prolungamenti della nostra energia- afferma il 38enne Paolo Gatti, rabdomante di Bergamo-. E’ come se l’ “antenna” che avverte le vibrazioni fossimo noi e attraverso il ramo si percepisce e decifra ciò che il soggetto sta cercando. Alcuni pensano che il fuscello possa essere di qualsiasi materiale, anche di metallo, ma io sono convinto che un ramo di legno funga da sinergia tra l’uomo e la natura».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima di recarsi sul luogo di osservazione, il rabdomante studia il terreno sul quale operare. In questi casi la moderna tecnologia è un valido alleato. «Prima di andare sul posto mi faccio inviare le coordinate del terreno- ci spiega Gatti- e poi le studio attraverso Google Maps e Google Earth. Così ho già un’idea dell’area che andrò ad esplorare, avvertendo i primi segnali elettromagnetici. Una volta lì, impugno la mia bacchetta all’altezza del plesso solare, cioè tra la fine dello sterno e l’inizio dello stomaco, e compio un giro di 360 gradi su me stesso. A questo punto inizio a concentrarmi sull’energia che ricevo dalla fonte e a farmi un’idea sulle varie caratteristiche». (Vedi video)

Infatti l’acqua come tutti gli elementi naturali ha delle sue frequenze, dei suoi battiti. È su questi che il rabdomante si concentra per intercettarla. Essendo chiusa nel suo letto, la sorgente crea attrito con il terreno circostante dando luogo a dei campi elettromagnetici che vengono catturati attraverso la bacchetta di legno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quando trovo ciò che sto cercando- prosegue Gatti- avverto delle contrazioni involontarie dei muscoli, specie di quelli delle braccia e il legnetto inizia a muoversi. Talvolta inizia a ruotare, e il numero di giri che compie indica la profondità del corso d’acqua. Tutta questa operazione richiede un’oretta, anche di più, perché bisogna attendere pazientemente i segnali di madre natura e comunicare con essi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«L’acqua più difficile da scovare è quella termale- sostiene Armanetti- per il semplice motivo che è quella che si trova dai 500 metri di profondità in poi, arrivando anche ai 1200 metri sottoterra. In una stessa zona possono esserci più tipologie di acque. Per distinguerle bisogna allenare il cervello a riconoscerle. Quelle termali sono formate da innumerevoli minerali, così io insegno alla mia mente a reagire in presenza di acque più mineralizzate di altre. Il rabdomante non deve improvvisare, ma studiare l’idrogeologia per poi captare le varie caratteristiche attraverso questa sua dote».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Per fare in modo che la nostra mente impari a riconoscere e distinguere i vari flussi idrici- continua Gatti- bisogna esercitarsi in un luogo dove sappiamo già che esiste, ad esempio in prossimità di un pozzo. In tal modo, attraverso una situazione di certezza, si accumulano tutti i dati che servono per i prossimi esperimenti. In base alle mie esperienze so che in presenza di una cavità sotterranea la bacchetta va verso il basso, mentre in presenza di falde acquifere punta verso l’alto. Diciamo che solo tramite vari tentativi si può costruire una sorta di banca dati della ricerca dell’acqua».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E nonostante ci sia molto scetticismo nei confronti della rabdomanzia e dei relativi metodi di ricerca, c’è chi vi ricorre, pagando, nella speranza di avere risposte sull’eventuale presenza di acqua nel sottosuolo. Un rabdomante può essere interpellato quando ad esempio si vuol costruire un pozzo nella propria casa o se, in casi di siccità, il raccolto è a rischio e l’agricoltore non sa dove reperire l’acqua. Oppure quando ci si mette alla ricerca delle acque termali, che sono ambite da stabilimenti alberghieri e centri benessere. «Se ci sono in ballo grossi investimenti, allora è facile che ci si possa rivolgere a noi -afferma Armanetti- perché prima di scavare si vuole essere sicuri di ciò che si sta facendo, visto che  trivellare costa un sacco di soldi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Una delle scoperte più belle che ho fatto è stata a Monte Colombo un paesino dell’Emilia Romagna di 4mila abitanti – conclude l’esperto -. Qui un vecchio capitano di marina, una sorta di padre spirituale della comunità, prima di morire disse che sapeva dell’esistenza di alcune sorgenti di acqua termale nella sua tenuta. Così la sua famiglia mi chiamò ed effettivamente io “sentii” l’acqua, ma fuori della loro tenuta. Così acquistarono il terreno e a 620 metri di profondità trovammo l’acqua termale. In quel punto è poi nato un fiorente centro benessere. La rabdomanzia non è una cosa seria: spesso sono gli stessi geologi a chiamarci e si affidano a noi, che grazie alle nostre facoltà sensitive riusciamo a trovare il bene più prezioso al mondo: l’acqua».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel video il rabdomante Paolo Gatti mentre esegue una ricerca con il tipico fuscello di legno:



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