di Federica Calabrese - foto Daniela Quintavalle

Bari, Massimo e la sua bottega di presepi: «Ospito la Natività in bottiglie, conchiglie e lampadine»
BARI – C’è la classica natività con San Giuseppe e la Madonna, ma anche un Gesù Bambino inserito in una lampadina, i Re Magi posti in una bottiglia di Birra Peroni e i pastori adagiati in ricci di mare e conchiglie. È il mondo “natalizio” che ci si trova davanti varcando la soglia di “Il vecchio, l’antico e altro”, bottega situata in via Abbrescia n.8, nel quartiere Madonnella di Bari. Un luogo presente qui dal 1980 e aperto dal 65enne Massimo Briamo, artigiano che crea e vende statue e oggettistica per i presepi. (Vedi foto galleria)

Il suo è un mestiere ereditato dal bisnonno, che ha trasmesso di generazione in generazione i segreti per la lavorazione manuale della terracotta. «Ho iniziato prima in maniera amatoriale, realizzando delle bomboniere all’interno del negozio di mia sorella, ubicato un tempo sempre in via Abbrescia – esordisce Massimo, nato a Lecce ma vissuto sempre a Bari –. Ma poi ho capito che questa poteva divenire la mia occupazione e così mi sono messo in proprio aprendo 42 anni fa il locale in cui sono ancora attivo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà entrando ci si ritrova circondati da ogni genere di oggetto: vasellame,  argenteria, quadri e dischi in vinile. Sì perché con i soli presepi non si “campa”, così Briamo si sostiene sfruttando il suo laboratorio come mercatino dell’antiquariato e dell’usato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma la sua passione restano sempre le natività in creta, sistemate in apposite vetrine o sparpagliate in vari angoli. «Grazie ai presepi riesco a dare sfogo alla mia creatività – sottolinea il signore –. Questo tipo di produzione mi permette tra l’altro di riprodurre le fattezze umane, in ogni loro sfumatura. Il mio obiettivo è infatti quello di riprodurre il reale. Per questo motivo tra i miei soggetti ci sono anche lo storpio, la donna incinta, la vecchia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ci guardiamo intorno. Notiamo statuine di ogni genere e misura, assieme a grotte, luci e villaggi orientali fatti di cartapesta. «Ogni oggetto per me può diventare un presepe, dalla piccola lampadina alla bottiglia di vetro, dalla conchiglia alla pallina da tennis», ci dice mentre ci mostra alcune sue particolari opere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Tra queste sculture di solo un centimetro di altezza rigorosamente modellate a mano senza l’aiuto di pinzette o coltellini da intaglio o il beneagurante “caganer”, tipico del folklore spagnolo, raffigurante un giovane accovacciato intento a defecare. Mentre in una teca sono esposti personaggi maschili e femminili vestiti con abiti di stoffa minuziosamente realizzati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Massimo ha creato anche un angolo dedicato ai “pezzi di ricambio”, quello che lui ha battezzato “il reparto ortopedia”. Qui ci sono piedi, mani o teste già pronte che possono andare a completare le statuine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nella parte retrostante del negozio, scopriamo il laboratorio dove il mastro presepaio dà vita alle sue creazioni: radici, attrezzi per la colla a caldo, sughero e seghe affollano gli scaffali attorno al tavolo dove vengono prodotte le opere d’arte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La lavorazione è attenta e scrupolosa. «Prima di tutto va modellata l’argilla a mano o con l’uso di stampi per riprodurre elementi come mani o piedi - ci racconta Massimo -. Il passo successivo è l’asciugatura, seguita dalla cottura in forni che raggiungono temperature di oltre 200 gradi. Io mi servo di quello di un’industria di mattoni di Terlizzi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una volta pronto il materiale disegna sulle statue volti, espressioni, vene o capelli. «Utilizzo principalmente la pittura acrilica, ma talvolta anche la tempera, dipende dal dettaglio da colorare», ci rivela.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Infine, il personaggio viene vestito con della stoffa, sapientemente adagiata sulla figura di creta grazie a colla e acqua. «In ultimo ricopro tutto con una soluzione che consente al tessuto di diventare rigido e resistente impedendogli così di rovinarsi», spiega.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Tra queste mura – conclude orgoglioso l’artigiano prima di salutarci - custodisco ben 4.000 pezzi, da quelli più comuni a sculture uniche che produco solo io in tutta la Puglia. Perché il presepe è passione, è arte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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