di Federica Calabrese

Bari, sulle tracce della via Traiana: la strada seppellita e (quasi) cancellata
BARI – Una via mitica, percorsa in passato da eserciti e fedeli diretti alla Terra Santa e ancora oggi meta di pellegrinaggi. Parliamo della via Appia-Traiana, strada di 305 chilometri aperta tra il 108 e il 109 d.C. per collegare Benevento a Brindisi.

Abbiamo in precedenza raccontato come il 31enne barese Roberto Cancellieri l’abbia attraversata per intero, rilevando al suo passaggio archi, colonne e pavimentazioni originarie. La maggior parte del tracciato infatti conserva tracce ben evidenti di questa antica arteria, con un’eccezione: Bari. Nel capoluogo pugliese infatti disinteresse e sviluppo edilizio hanno di fatto quasi del tutto cancellato la strada, tanto che per molto tempo non si è stati nemmeno certi di quale fosse il suo percorso.

Recenti indagini hanno però cercato di fare luce sul misterioso tratto barese e un volume dal titolo “Bari Romana” firmato da Luigi Todisco, professore di Archeologia classica dell’Università di Bari, è riuscito a fornire alcuni elementi attraverso i quali è possibile oggi affermare qualcosa di concreto riguardo questa via.

Di certo sappiamo che la Traiana arrivata a Bitonto si biforcava prendendo due direzioni: una andava verso l’antica Ceglie del Campo, l’altra entrava a Bari per poi proseguire lungo la costa a sud del capoluogo. I due rami si riunivano poi all’altezza di Monopoli.

Il territorio dove oggi sorge il quartiere San Paolo rappresentava il primo tratto della Traiana “barese” e nei pressi di edifici quali la masseria Prete e la masseria Caffariello permane qualche segno del tragitto, seppur molto ridotto rispetto al passato. Nel libro di Todisco è infatti riportata una foto in bianco e nero che mostra evidenti e basoli presenti nei pressi della Prete, che ora risultano però scomparsi, forse perché utilizzati come materiali per altre costruzioni. (Vedi foto galleria)

Addirittura pare che nel luogo dove si trova la masseria Caffariello fosse stato rinvenuto un cippo in pietra di età romana, monumento però anch’esso volatilizzatosi. Come anche nella vicina Zona industriale sembra che un miliare con l’indicazione del 52esimo miglio della strada sia stato sepolto sotto le fondamenta dello stabilimento della Fiat-Om.


Purtroppo sono queste le conseguenze della pluriennale assenza di una politica culturale e di un disinteresse verso la storia.

Ritornando al percorso. La Traiana entrava a Bari attraverso l’attuale via Crispi (sotto la cui strada ad angolo con corso Vittorio Emanuele si troverebbe una necropoli romana) e oltrepassando l'antica porta di accesso situata nell'odierna piazza Massari. Passava poi per l’attuale Palazzo della Prefettura arrivando in piazza del Ferrarese, lì dove è ancora oggi presente una delle poche testimonianze della via: un rettangolo delimitato da paletti in ferro che contiene la pavimentazione originaria.

La Traiana entrava poi a Bari Vecchia. Visitando il succorpo della Cattedrale di San Sabino è possibile ammirare un lembo di strada basolata. La via infine arrivava sul mare: fiancheggiava l’odierno Molo Sant’Antonio e proseguendo sull’attuale Lungomare Nazario Sauro continuava per chilometri spingendosi lungo la costa sud.

Attenzione. Esisteva anche una diramazione della Traiana che collegava Bari a Ceglie del Campo: si tratta di quella che in tempi ancora più antichi veniva denominata via Minucia. Passava per le attuali piazza Moro, via Abate Gimma e via Argiro (lì dove sotto un palazzo ubicato al n.50 fu trovato un pezzo di strada poi ricoperto) per poi proseguire su via Giulio Petroni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sotto quest’ultima arteria anni fa sono stati persino rinvenuti segni di una necropoli romana di età imperiale, poi “chiaramente” seppelliti sotto tanto cemento e asfalto.


(Vedi galleria fotografica)


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