di Marianna Colasanto

''Serata d'onore'': Michele Placido conduce il pubblico nel suo mondo di poesie e canzoni
Serata d’onore - Regia: Michele Placido; attori: Michele Placido, Anna Gargano; musicisti: Gianluigi Esposito (voce e chitarra), Antonio Saturno (voce e mandolino).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un recital che unisce in un sol colpo monologhi, poesie e famosi motivi musicali. Parliamo di “Serata d’onore”, spettacolo andato in scena a Bari a metà novembre nel teatro Abeliano, che vede al centro un solo “personaggio”: l’attore e regista pugliese Michele Placido.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il settantenne di Ascoli Satriano conduce infatti il pubblico nel suo mondo, fatto di memorabili poesie e canzoni a lui care, suonate con chitarra e mandolino da Gianluigi Esposito e Antonio Saturno. Lo spettacolo è tutto qui: la scenografia è molto semplice (una sedia e un tavolino) e lo schema alterna monologhi di Placido (e in due casi della giovane attrice Anna Gargano) a pezzi musicali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’inizio Michele chiama in causa Pablo Neruda e mentre recita i versi del poeta cileno, in sottofondo partono le note di Luis Bacalov scritte per la colonna sonora del film “Il Postino”, ultima opera del grande Massimo Troisi. Si parte quindi con un alto tasso di pathos, anche se poi per la gran parte della sua durata lo spettacolo procede in modo allegro e letteralmente scanzonato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il protagonista infatti si diverte con letture maliziose come “L’uccelletto” del poeta romano Trilussa e “Le Golose” di Guido Gozzano e quando i musicisti intonano motivi quali “La pansè” di Renato Carosone o “I’ te vurria vasa'” di Roberto Murolo, ritroviamo Placido a canticchiare in un angolo le canzoni, come uno spettatore qualsiasi. Il clima quindi è confidenziale: l’attore dialoga spesso con il pubblico e lo invita a lasciarsi coinvolgere dai brani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non mancano comunque i momenti più “seri”, come quando Placido recita a memoria “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello, la storia di un uomo malato di tumore o nel finale in cui il mattatore decanta i versi del V canto dell’Inferno di Dante Alighieri: “Paolo e Francesca”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Con il vate della letteratura italiana si conclude il recital e Placido conquista definitivamente il pubblico. A tal proposito non possiamo fare a meno di intercettare un commento entusiastico sussurrato da uno spettatore: “Sono venuto qui unicamente per ascoltare Michele Placido recitare i versi della Divina Commedia. Altro che Benigni”.


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