di Marianna Colasanto

Bari ritorna agli anni 80: sempre più furti, scippi e rapine. Ecco perchè
BARI – C’è stato un tempo in cui a Bari era veramente difficile vivere. Non si poteva passeggiare tranquillamente senza la paura di essere scippati della propria borsa o portafogli, non si poteva lasciare un oggetto incustodito su un tavolo o su una spiaggia senza la certezza che quell’oggetto sarebbe sparito di lì a poco, non si poteva parcheggiare la propria bicicletta, il proprio motorino o la propria auto senza il timore di non rivederli mai più, non si poteva uscire di casa senza il dubbio che qualcuno avrebbe potuto forzare quella porta che stavamo chiudendo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto questo accadeva soprattutto negli anni 80 e 90, quando lo “scippatore” era, al pari di San Nicola e il Petruzzelli (bruciato), uno dei simboli del capoluogo pugliese. Poi, tra la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo millennio, qualcosa è cambiato. Bari è rimasta una città con una grande presenza criminale, legata soprattutto allo spaccio di droga, ma la microcriminalità è piano piano scomparsa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sembrava l’inizio di una nuova era per il capoluogo pugliese, ma purtroppo da qualche anno a questa parte (e in maniera sempre più crescente) la storia si sta ripetendo e si è costretti nuovamente a registrare e commentare rapine, colpi in appartamento, scippi di smartphone, furti di motorini e biciclette, addirittura il ritorno al racket delle estorsioni. Per capire cosa sta avvenendo, abbiamo interrogato Nisio Palmieri, coordinatore del Centro Studi e documentazione dell’Osservatorio per la Legalità e Sicurezza di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Facciamo un salto indietro: andiamo ai purtroppo famosi ani 80, quando Bari era dominata dalla microcriminalità.

Negli anni Ottanta la microcriminalità barese era composta da bande di ragazzacci, provenienti soprattutto dalla zona di Japigia, del quartiere San Paolo e di Bari Vecchia, che agivano in maniera becera, improvvisandosi gangster e non fermandosi davanti a nulla: rubavano persino negli ospedali. E tutto con la benedizione dei clan, visto che questi giovani distoglievano l’attenzione delle forze dell’ordine: in questo modo la criminalità organizzata poteva operare con maggiore tranquillità nel contrabbando e nello spaccio di droga.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E poi cosa è avvenuto, come mai lo “scippatore” è scomparso?

Tutto è cambiato quando la criminalità a Bari ha assunto un volto imprenditoriale, più “serio”, quando ha allargato i propri confini e ha capito che il mercato della droga era infinito e ci si poteva espandere a dismisura. Ha avuto quindi bisogno di manodopera e ha reclutato tutti quei ragazzi che erano dediti al furto, per farne spacciatori di droga. Le strade del capoluogo sono diventate più sicure, anche se la droga è diventata molto più facile da reperire e da consumare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La droga è quindi riuscita a un certo punto a dare da “mangiare” a tutti?

Sì, il mercato degli stupefacenti è ricchissimo, non c’è zona di Bari e della provincia che non sia intaccata da questo fenomeno molto pericoloso. Parliamo di un’industria su cui vivono moltissime persone, da quelli che la tagliano a quelli che la vendono. Ultimamente si registra anche un ritorno all’eroina. E ci sono sempre nuove “fabbriche” e mercati che si aprono. Ora per esempio c’è Giovinazzo che è in mano ai banditi, paese che purtroppo non è ancora stato preso in considerazione dalle forze dell’ordine e dalla Direzione Investigativa Antimafia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


D’accordo, ma se il mercato degli stupefacenti è così florido, come mai negli ultimi anni si sta assistendo a un ritorno a furti e rapine?

Perché negli ultimi anni a Bari sono arrivati nuovi criminali che pretendono il loro spazio e che stanno andando proprio a invadere quei settori che la malavita barese aveva abbandonato. Ad esempio ci sono i georgiani, che sono specializzati proprio nei furti, soprattutto in appartamenti: sono maestri nello scasso, non c’è sistema di difesa che non riescano a far saltare. E i georgiani spesso sono complici della piccola malavita barese. Ad esempio l’oro che riescono a trafugare viene poi venduto ai baresi e commercializzato da questi ultimi. Questo tipo di furti si stanno registrando soprattutto nel quartiere Madonnella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi sono solo gli stranieri a rubare?

In realtà la microcriminalità è anche un prodotto della crisi economica: ci sono persone che si sono ritrovate disoccupate e che hanno ripreso a compiere furti (nella foto l'immagine di un giovane poi arrestato che si apprestava a compiere una rapina in viale Salandra). In alcuni casi si tratta di gente che forse non ha mai rubato in vita sua, ma si trova costretta a farlo per campare. Il criminale di professione li lascia “lavorare”, ma a patto che non diano fastidio e che non operino in zone e in settori di propria competenza. Anche se questo è un fenomeno difficilmente controllabile, anche per la malavita organizzata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Se i georgiani si sono specializzati negli appartamenti, la piccola criminalità barese in che cosa si sta buttando?

Nei furti di auto e moto. Il mercato della ricettazione è molto florido, anche solo per i pezzi di ricambio. Recentemente le forze dell’ordine hanno scovato nel quartiere Libertà un cortile di un palazzo dove veniva custodita la gran parte delle moto rubate in città, che poi venivano consegnate ai ricettatori. Per fortuna questo posto è stato scoperto perché alcuni condomini hanno avuto il coraggio di denunciare la cosa alla Polizia. Un'altra zona di “deposito” dei furti, oltre al San Paolo, è il quartiere San Pio (Enziteto). San Pio è attualmente il quartiere più pericoloso di Bari, dove non si può letteralmente entrare senza essere avvicinati e magari fermati dai delinquenti. Qui c’è anche un forte spaccio di tutti i tipi di droga, tanto che arriva gente anche dalla provincia per poterla comprare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma i clan hanno interesse a che ritorni nel cittadino comune la paura di essere derubato?

Sì, perché come avveniva negli anni 80 e 90, i clan sperano sempre che l’attenzione delle forze dell’ordine si concentri su altri obiettivi, in modo da svolgere più tranquillamente la propria attività. La storia si ripete. E oggi, grazie alla nuova “manodopera” che arriva dai Paesi stranieri o da persone senza lavoro, non hanno nemmeno bisogno di sguinzagliare per i furti i “pesci piccoli”, che invece come detto servono per lo spaccio di droga. 

Quindi non c’è scampo: Bari è destinata a ritornare a essere una città poco sicura…

Credo di sì purtroppo. Anche perché le forze dell’ordine lavorano senza avere mezzi sufficienti, data la spending review che ha riguardato tutti i settori del pubblico impiego. A volte escono anche meno squadre perché non c’è benzina sufficiente per le auto delle pattuglie. I tagli alla spesa pubblica però cozzano contro l’esigenza che ha una città di essere difesa da una criminalità che diventa sempre più forte.


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  • Luca - Quindi quello che ci stanno dicendo che dovremo cominciare a girare armati anche noi e farci giustizia da soli? Non lo accetto e mi sembra un'assurdità!! Si pagano le tasse e non veniamo neanche difesi!!! Che schifo!!!!
  • eustachio - "andiamo ai purtroppo famosi ani 80"


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