di Eva Signorile

Via Nicolai, sul muro riemergono 3 manifesti storici: a rischio distruzione
BARI - Passeggiando nel cuore del quartiere Libertà, in via Nicolai, può capitare di imbattersi nei resti di un passato recente riemersi per puro caso dalle nebbie della storia. Sul muro di un caseggiato che incrocia via Mayer, campeggiano infatti i resti di tre manifesti pubblicitari risalenti agli anni 50 del secolo scorso, considerati dagli esperti del genere dei piccoli tesori. I due manifesti meglio conservati reclamizzano un prodotto Martini, il terzo invece, decisamente provato dallo scorrere del tempo, è più difficile da riconoscere. (Vedi foto galleria)

I due manifesti "gemelli" colpiscono in particolare: rappresentano una ragazza bionda con in mano un bicchiere. La bionda figurina ti guarda dall'alto con lo splendido sorriso rimasto inalterato dagli anni 50 a oggi e duplicato nel manifesto affisso proprio accanto. Il viso però ha accusato lo sfregio del tempo: quasi completamente cancellato nel primo, è invece sopravvissuto nel secondo, da dove un occhio della modella ammicca malizioso nel gioco del vedo-non vedo creato da un lembo del manifesto che le ricade a metà del viso e che un venticello ogni tanto solleva, rivelandolo per pochi istanti al fortunato passante. Ha in mano un bicchiere colmo di un liquido scuro: è il "Lixy", un elisir alcolico ("dolce e delizioso", recita il manifesto), derivato dal China Martini, che "ti mantiene sano come un pesce", a detta della modella la quale da sessant'anni anni suggerisce ai passanti di berlo "con ghiaccio e seltz".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«I manifesti - ci dice Aguinaldo Perrone, artista ed esperto di "cartellonismo", che da tempo segue le vicende dei manifesti di via Nicolai - furono ritrovati oltre due anni fa, quando furono eliminate dalla facciata del palazzo due lamiere di metallo che ospitavano altri cartelloni pubblicitari. La sorpresa fu tale che molti curiosi ed esperti del settore accorsero a vederli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A quel tempo, però, la bionda signorina se la passava decisamente meglio, come dimostrano le foto in galleria. Non ci sono più le lamiere a proteggerla e le millantati virtù del "Lixy" possono ben poco contro la violenza degli agenti atmosferici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma è pochi metri più in là che il rinvenimento si fa mistero. Un manifesto ben più grande occhieggia con difficoltà nel gioco di stratificazioni accumulate dal tempo: l'immagine sbiadita di un cucciolo di cane lecca il viso appena distinguibile di un paffutissimo bebè. Il disegno emerge a fatica tra gli altri manifesti, al punto che diventa difficile distinguere quello del bimbo e del cane da tutti gli altri. Compaiono, ad esempio, due date: "9 ottobre 1947" e "sabato 3 maggio": si tratta probabilmente di resti di annunci di comizi elettorali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quello di maggio, in particolare, accompagna il nome dell'onorevole Giusto Tolloy, all'epoca segretario del Partito Socialista, poi diventato ministro del Commercio nel terzo governo Aldo Moro. Il nome dell'onorevole Tolloy copre quasi completamente quello del prodotto reclamizzato nel manifesto del bambino col cane, che per mesi ne ha reso difficilissimo il riconoscimento, accendendo le discussioni degli esperti. «Si tratta di un raro manifesto pubblicitario del Formaggino Mio, risalente agli anni 50 - afferma però con sicurezza Perrone - è del celebre illustratore e pittore barese Gino Boccasile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ignota è la mano che ha creato la pubblicità del China Martini: «All'epoca - continua Perrone - la pubblicità era una forma d'arte: i manifesti erano creati continuamente e a volte succedeva che non venissero firmati, anche se spesso erano creati da autori prestigiosi. Prendiamo la stessa ditta Martini: alcuni suoi manifesti portano firme illustri, come quelle di Armando Testa, Attanasio Soldati o Andy Warhol. L'autore del manifesto di via Nicolai potrebbe essere Mario Rossi, che ha lavorato spesso con questa ditta, firmando anche un’opera simile, sempre per la Lixy». 

Certo, un'indagine approfondita e un'opera di restauro sarebbero auspicabili, ma al momento sarebbe già tanto se ci si limitasse a proteggere i manifesti superstiti, con una semplice  e "low cost" teca di vetro, onde evitare che il sorriso e gli occhi grigi della bionda figurina vengano cancellati per sempre, insieme alle rotondità del paffuto bebè e del tenerissimo cucciolo di cane.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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Eva Signorile
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  • aguinaldo perrone - Da ricerche appena completate posso dire che con certezza si tratta della firma di Gino Boccasile
  • Nico Cirasola - Ricerca necessaria ed emozionale


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