di Mina Barcone

A Palese e Santo Spirito si raccolgono le firme: «Vogliamo staccarci per sempre da Bari»
BARI – «Avremmo finalmente la possibilità di gestire al meglio un territorio dalla forte identità culturale che sinora è stato però visto e trattato solo come una grande periferia». Parole di Felice Eugenio Lorusso, portavoce del gruppo di cittadini “Autonomia Palese-Santo Spirito”, realtà nata nel 2005 con l’intento di promuovere la scissione di Palese e Santo Spirito dal Comune di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I due rioni furono infatti “forzatamente” uniti al capoluogo pugliese nel 1928 sotto la spinta dell’allora ministro dei lavori pubblici Araldo di Crollalanza, con l’obiettivo di creare la “grande Bari”. Così questi centri (fino all’inizio del 900 rispettivamente “marina” di Modugno e “marina” di Bitonto) divenirono prima frazioni e poi quartieri veri e propri nel 1970. E oggi formano assieme a Catino e a San Pio il  Municipio 5 di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un’annessione che non è mai stata vista di buon occhio dai residenti. E questo non solo a causa delle notevoli differenze culturali con la “città” (dal dialetto sino ad arrivare al Santo Patrono), ma anche per la bassa considerazione che l’amministrazione comunale avrebbe sempre avuto nei confronti delle ex frazioni, considerate quasi come “quartieri di serie B”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da qui il desiderio di indipendenza, che ha trovato sfogo già nel 2009, quando venne indetto un referendum consultivo che portò l’80% dei residenti a esprimersi per l’istituzione di un Comune autonomo. Un risultato che non venne però preso in considerazione dalla Regione Puglia, che nel 2010 si pronunciò negativamente riguardo alla separazione da Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma ora, a distanza di 12 anni, è in atto una nuova raccolta firme tra gli oltre 28mila palesini e santospiritesi per chiedere una volta per tutte al Consiglio Regionale l’apertura di una pratica che possa portare al definitivo distaccamento dei due quartieri. Per comprendere meglio le ragioni di tale richiesta, abbiamo parlato con Lorusso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da dove nasce l’ambizione di divenire Comune a parte?

Dalla consapevolezza di poter gestire molto meglio, rispetto al passato, un territorio che è sempre stato visto e trattato solo come una periferia. Palese e Santo Spirito hanno una propria identità culturale che andrebbe preservata e non sminuita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Vi sentite quindi trattati come “quartieri di serie B”?

Esatto. La nostra richiesta è conseguenza diretta della poca attenzione ricevuta dalla politica nel corso degli anni. Noi versiamo nella casse comunali tasse considerevoli (vedi Tari, Imu, Tasi), ma non abbiamo mai avuto un ritorno in termini di benefici e di servizi. I nostri problemi rimangono gli stessi e nessuno muove un dito per risolverli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di quali questioni parliamo?

Una su tutte: la ferrovia che divide Palese e Santo Spirito recando grossi problemi alla viabilità. Andrebbe interrata, ma non si è mai trovata una soluzione perché nessuno in Comune ha mai avuto la volontà di interessarsi attivamente alla questione. I motivi? Sicuramente la mancanza di fondi, ma a questo va aggiunto il clima di disinteresse nei confronti di questa parte marginale della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Altro nodo è il degrado del lungomare di Palese e Santo Spirito…

È sotto gli occhi di tutti. Ci sono numerosi edifici, che un tempo ospitavano ristoranti, ostelli, alberghi e aziende ittiche, completamente abbandonati a loro stessi. Il Comune sarebbe dovuto intervenire abbattendo o trovando una nuova destinazione d’uso, ma sinora, nonostante le promesse, non ha fatto niente. Al contrario tutte le energie dell’amministrazione sono impegnate nella valorizzazione della più “turistica” parte sud di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E se Palese e Santo Spirito divenissero Comune autonomo che cosa potrebbe cambiare?

Da indipendenti potremmo interfacciarci direttamente con enti e istituzioni quali Ferrovie dello Stato, ministero delle Infrastrutture, Regione e potremmo spendere le tasse dei cittadini in progetti che riguardano direttamente il nostro territorio, senza passare da Bari. In Italia i comuni che funzionano meglio sono quelli che hanno tra i ventimila e cinquantamila abitanti. Si reggono bene economicamente e si possono dotare di una forza progettuale tale da poter accedere ai finanziamenti europei, che oggi rappresentano l’unico motore di sviluppo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma il Municipio 5 non ha voce all’interno dell’amministrazione cittadina?

Ai consiglieri municipali non viene dato alcun tipo di potere decisionale. I Municipi sono nati come organi di decentramento atti a esercitare le funzioni del governo nel territorio periferico, ma questo concretamente non è mai avvenuto. Tra l’altro spesso i rappresentanti locali appartengono allo stesso partito del sindaco e sono quindi portati a fare solo il suo volere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma la vostra richiesta non va contro la riduzione della spesa della politica che si sta perseguendo negli ultimi anni?

Ma anche il Municipio ha un costo e non è affatto indifferente. A Bari i Municipi pesano 5 milioni di euro all’anno, per non fare poi assolutamente nulla. Noi abbiamo analizzato il bilancio di due cittadine costiere simili, come grandezza, a quello che potrebbe divenire il comune di Palese e Santo Spirito. Una è Mola, l’altra Giovinazzo. A conti fatti la spesa di questi paesi non è di tanto superiore rispetto a quella dell’attuale Municipio e non parliamo solo di stipendi ma anche di costi di gestione. Quindi usando più o meno lo stesso denaro pubblico potremmo avere un’amministrazione più oculata e produttiva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Adesso come procederete?

Continueremo a informare i residenti attraverso incontri e articoli di giornale (abbiamo anche una nostra pubblicazione dal nome “La voce dell’autonomia”) e proseguiremo con la raccolta firme da presentare alla Regione. La speranza è che venga poi indetto un nuovo referendum consultivo il cui risultato dovrebbe finalmente portare alla creazione di un Comune a se stante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E perché questa volta la Regione, dopo il “no” del 2010, dovrebbe ascoltarvi?

Perché all’epoca fu presentata anche la proposta per il distacco amministrativo dei quartieri Carbonara, Ceglie e Loseto. Ma la politica non avrebbe mai concesso l’autonomia a Carbonara, vista l’estrema concentrazione di suoli edificabili in quell’area. E quindi la Regione disse “no” a tutti. Oggi invece la richiesta verrebbe solo da noi. E diciamolo, Bari avrebbe solo da guadagnarci se ci concedesse la tanto agognata indipendenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Foto copertina di Antonio Caradonna


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  • Gianni Serena - Tutto vero, tranne il fatto che i palesini non gradiscono il distacco da Modugno e l'accorpamento a Bari. Le notizie storiche rivelano che i palesini ne furono invece entusiasti perché era dal 1859 che chiedevano il distacco da Modugno. Ebbero subito l'apertura della strada a mare e in seguito la costruzione dell'edificio scolastico Duca D'Aosta. In quel periodo Palese ebbe dei vantaggi e un occhio particolare per via di influenti personaggi col regime fascista (olio di ricino a parte per chi osteggiata il regime, ma questo è un altro discorso). Il rapporto con Bari si è deteriorato nel tempo e, negli ultimi decenni è diventato pessimo, nonostante tanti sorrisi di facciata. Ed è così che i cittadini di Palese si sono resi conto e convinti che autodeterminarsi è meglio. Meglio "centro" di sé stessi che periferia trascurata della città. Perciò, avanti con la richiesta di Autonomia a braccetto con Santo Spirito.
  • Antonio - Sento puzza di poltronai. Già vedo una miriade di "Personaggi (ben più di sei) in cerca di .......... poltrone".


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