di Marianna Colasanto

A Bari è boom di B&B, ce ne sono 147: «Turisti non più solo di passaggio»
BARI - I più “antichi” sorsero al servizio di ospiti fugaci in cerca di un letto vicino all'aeroporto o agli ospedali, quelli nuovi accolgono i tanti italiani e stranieri che stanno scegliendo la Puglia come destinazione per le proprie vacanze. Parliamo dei 147 bed and breakfast di Bari, strutture ricettive che negli ultimi cinque anni sono più che raddoppiate, fungendo ormai da "termometro" del turismo cittadino. (Vedi foto galleria)

Non è un mistero infatti che prima dello scorso decennio il capoluogo pugliese fosse tutt'altro che una meta ambita: esclusi i giorni di dicembre, quando gruppi di pellegrini dell’Est accorrono ancora oggi per onorare San Nicola, era difficile imbattersi in viaggiatori provenienti da fuori regione. E nemmeno l'arrivo dei croceristi, la cui permanenza in città dura giusto qualche ora, incoraggiava la creazione di alloggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Poi però si sono cominciati a sentire i benefici del successo della Puglia come luogo dove passare le ferie. Il Salento ha fatto da apripista, seguito dal brindisino con i suoi resort di lusso e poi, ancora più a nord, dai riscoperti centri di Monopoli e Polignano a Mare. Bari nel suo piccolo si è "accodata",  potendo comunque offrire un pittoresco borgo antico ed eccezionali piatti tipici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I bed and breakfast si sono quindi sviluppati assecondando questa evoluzione e c’è stato un vero e proprio boom. Ad oggi se ne contano come detto 147, di cui 105 “familiari” (aperti in maniera non continuativa nell’appartamento dove vive il proprietario) e 42 “imprenditoriali” (iscritti nel Registro delle imprese e attivi tutto l’anno).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra questi ultimi il primo a nascere fu il pioneristico "Santa Fara residence", inaugurato nel 1995 su via Bitritto, nei pressi dell'omonima chiesa del quartiere Picone. Poi fu la volta di "Villa Aurora", aperta nel 2006 nel rione Palese. «La zona non fu scelta a caso - spiega il titolare Francesco -: qui nei paraggi c'è l'aeroporto. Feci così in modo di ospitare quei viandanti che facevano scalo a Bari prima di ripartire per luoghi più attrattivi. I clienti si fermavano per una sola notte: del resto allora la nostra regione era poco pubblicizzata nel mondo: pretendere ospiti con pernottamenti più lunghi era pura utopia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche Villa Augusta, sorta nel 2008 su strada Pezze del Sole (tra via Amendola e Japigia), nacque per intercettare un turismo “alternativo”. «Accoglievo i parenti dei pazienti ricoverati all’ospedale Mater Dei - sottolinea il gestore Pasquale -. Poi cominciai ad avere richieste anche dai genitori di bambini in cura al pediatrico Giovanni XIII». Stessa musica per la "Casa nel Sole", aperta sempre nel 2008 in via Cifarelli per dare un tetto momentaneo ai cari degli iscritti al Conservatorio di Bari. .Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


L'avvio degli anni 2010 segnò però l'inizio dell'ascesa della Puglia come luogo di interesse internazionale. Alcuni "coraggiosi" scelsero così di creare dei bed and breakfast in centro: una rivoluzione per l'epoca, visto che gli antesignani del settore si erano concentrati esclusivamente ai margini dell'abitato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra chi fiutò la nuova tendenza ci fu la 30enne Ilaria, che nell'elegante quartiere Umbertino approntò nel 2011 il suo "Dolci risvegli", a pochi passi dal Teatro Petruzzelli. «Capii che questo tipo di attività poteva diventare una novità vincente - rivela la ragazza -. Del resto la città vecchia, pochi anni prima risanata e recuperata, era pronta per poter mostrare le proprie bellezze al mondo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Dal 2013 ci ha poi aiutato un’importante iniziativa della Regione - prosegue Ilaria -. Chi ha una struttura ricettiva infatti comunica ogni due settimane alle istituzioni che tipo di clientela ha avuto. Dai dati complessivi che risultano si può quindi calibrare l’offerta: oggi sappiamo per esempio che febbraio è il mese dei francesi, mentre da maggio a settembre l'aumento dei voli da Mosca e Bucarest favorisce l'arrivo di russi e rumeni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma che cosa piace di Bari ai turisti? «Rimangono affascinati da Bari Vecchia e dalla convivialità dei suoi abitanti - continua la giovane -, anche se il più delle volte la città funge semplicemente da "base" per recarsi in posti limitrofi come Alberobello e Matera».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come Ilaria, anche il 29enne Alessandro nel 2011 ha optato per il centro come sede del suo "Melo Accomodations", situato nel rione Murat. «D'inverno ospito più che altro lavoratori come bancari e informatici - puntualizza il gestore -, ma l'arrivo del caldo cambia le carte in tavola. Giungono infatti in città i visitatori in procinto di salire sulle navi da crociera, in particolare polacchi e tedeschi dai 25 anni in su. Sono ben accolti dai residenti del borgo antico, che mostrano come preparare le orecchiette, invitandoli ad entrare nelle loro antiche case. Evidentemente questi ultimi hanno capito che lo straniero, se trattato bene, spende in cibo e abbigliamento ed è invogliato a tornare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L'anno scorso poi - incalza Alessandro -, una grossa mano l'hanno data sia la celebre rivista National Geographic che la nota guida turistica Lonely Planet che hanno dedicato a Bari articoli letti in tutto il mondo. C'è da dire però che chi viene in città per la prima volta rimane deluso dall'assenza di spiagge decenti. Un peccato, perché il viandante desideroso di un bagno in mare non resta che qualche giorno nel capoluogo: poi è costretto a spostarsi più a sud».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«I segnali sono comunque sempre più incoraggianti - conclude la 41enne Marianna, proprietaria della struttura "La Muraglia”, nel centro storico - . Alcune compagnie di crociera fanno scendere i propri passeggeri a Bari per dei minitour alla scoperta dei dintorni: giri di pochi giorni in cui la città fa da base. Stanno crescendo inoltre i voli low cost in arrivo da mezza Europa, opportunità che invoglia gli stranieri a passare nel capoluogo almeno un weekend. Ora c’è solo da sperare che il Coronavirus non fermi questa entusiasmante “voglia di Puglia”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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  • Ivan - Gli articoli della Colasanto sono sempre molto interessanti, però pur trattandosi di una pubblicazione del 25 maggio 2020 non affronta un tema fondamentale: che fine faranno tutti questi bed n breakfast in questa estate particolare?
  • Fiorella - Articolo molto interessante pressoché sconosciuto a tanti amici e conoscenti che sono rimasti sorpresi nell'apprendere di questa grande diffusione sul nostro territorio, augurando a tutti che si riempiano per accogliere tanti turisti, ovviamente nella massima sicurezza. Grazie
  • Stefano - Beh! Ho contato fino a 100 prima di decidermi a scrivere il mio pensiero, poi ho ceduto. Qualche hanno fa avevo deciso di avviare una attività similare a quello che viene definito B&B. Avevo alcuni appartamenti bilocali nuovi in un piccolo condominio. li ho arredati a nuovo e li avevo resi come tante piccole bomboniere. Ovviamente ligio alle norme che regolano il settore avevo aperto una partita Iva, avevo ottenuto visita e permesso ASL, avevo ottenuto visita ed autorizzazione VVF, avevo ottenuto visita ed autorizzazione Ente Turismo ecc. ecc.. Avevo affidato la contabilità ad un commercialista per essere in regola con il Fisco. Doopo 6 anni ho deciso di chiudere tale attività perchè il mercato di tale tipo di ospitalità è invaso da tanta schifezza, da tanta speculazione, da tanta incompetenza e soprattutto da tanto NERO da rendere non concorrenziale le attività soggette invece alle regole. Un paio di anni fa sono venuto a Bari, vivo al Nord, ed ho voluto pernottare in un B&B ubicato in pieno centro, in una traversa di via Sparano. Beh! mi astengo dall'esprimere la mia opinione in merito. Probabilmente l'idea di turismo, in quel settore a Bari mi sa che prende per riferimento qualche città dell'Africa o di qualche favela Brasiliana. Detto alla barese " ci vuè iè ada cussì ". Mi spiace scrivere queste cose ma soffro quando ho modo di constatare quando la mia Bari, dove sono nato, viene trattata in quel modo.
  • Vito Petino - OSTELLO DELLA GIOVENTÙ Passavo alcuni mesi fa sul lungomare Massaro a Palese. E proprio di fronte al ristorante lo Scoglio ho rallentato per dare un'occhiata ai luoghi completamente cambiati da quelli del decennio '60/'70. Certo che nuovi edifici avessero sostituito i vecchi anche in quell'angolo, son rimasto sorpreso invece di rivedere oltre la recinzione e fra il fogliame degli alberi “quella costruzione”, il vecchio Ostello della Gioventù, ad archi a piano terra e a terrazzo al primo piano, che in quel decennio mi aveva visto, prima imberbe e poi maturo, a caccia di avventure sentimentali insieme a tanti amici che il tempo ha sperduto lungo il cammino. La scritta Strada Fontanelle, una stradina laterale dove si sgattaiolava nell’Ostello, mi ha riportato in superficie dolci ricordi. Quella “costruzione” è stata in quegli anni un B&B ante litteram. Era una dimora per giovani globetrotters. La vetustà e la cattiva conservazione di quel che oggi appare un rudere mi hanno demoralizzato, perché specchio crudele di quel che anche il mio aspetto fisico è divenuto per le abrasioni, le lesioni provocate dal trascorrere dei decenni. Quel che rimaneva dell’Ostello era lì davanti ai miei occhi increduli per tanto scempio anche sonoro. Alle tante voci giovanili e allegre, al frastuono musicale che soltanto la giovinezza sa dare si contrapponeva un silenzio dolente. Sensazioni deprimenti in parte attenuate dalla testimonianza concreta che quel vecchio luogo rappresenta tuttora a quel che rimane della mia generazione, ricolmo com’è di brani di vita lasciati lì da tanti miei coetanei, felici e liberi d’amarsi, e mai sfiorati dall’idea dell’evanescente peccato che la comunione di corpi sprizzanti giovinezza potesse dare. Non fu detto unitevi e amatevi? E noi l’abbiamo messo in pratica negli anni migliori della nostra esistenza. L'essenza della giovinezza, già breve di per sé, è cogliere l'attimo che già fugge un istante dopo. E noi, io con i miei amici d’allora, di attimi sublimi in quell'Ostello della Gioventù ne abbiam colti a iosa. Sciami di giovani vi arrivavano a depositare il miglior miele, tratto dai fiori più belli dei giardini europei e oltre, in quel grande favo ad archi sul lungomare Massaro. Quel miele chiamato amore di cui son ghiotti per natura tutti i giovani del mondo. E non erano di ostacolo nemmeno le mille lingue incomprensibili, sapendo ogni coppia di giovani ben dialogare nella lingua universale che madre natura ha concesso loro quando si parlano d'amore. Gli ospiti di quell’Ostello erano di entrambi i sessi. Ai ragazzi piacevano naturalmente le bellezze nostrane; ma a noi maschietti italiani interessava soltanto andare alla scoperta delle sinuose colline, valli e gallerie di quelle bellezze straniere, senza muoverci da casa, visti i pochi mezzi finanziari che sempre assillano i giovani. Le orde che scendevano erano le consuete che da secoli ci invadono. Tante di razza latina, spagnole, francesi e portoghesi: le Carmen, Isabel, Consuelo, Juliette, Claudine, con folte criniere nere e occhi azzurri, o bionde con occhi verdi, e corvine con occhi neri come laghi profondi. Le vichinghe: Elga, Liv, Astrid, occhi dalle sfumature del mare e del cielo sotto intrecciati crini dorati per natura, e pelli mielate dal sole mediterraneo. Le germaniche-russo-polacche: Ingrid, Eva, Olga, pelli, occhi e capelli dalle tonalità più chiare allo scuro misterioso. Le britanniche: Ketty, Jenny, Betty, dalla pelle candida, occhi smeraldo, criniere rosse, nere e bionde indifferentemente. E non mancavano anche gran tocchi di bellezze più esotiche, come le afro-asiatiche e indio-cubane. Tutte ragazze unite da una comune caratteristica, il ribollir del sangue nei corpi giovanili. Dove sei, Vincenzo, vecchio e burbero portiere di quell’Ostello, che con i tuoi baffoni neri ci incutevi timore se si tentava di penetrare nelle stanza delle ragazze. Eri inflessibile come un soldato tedesco. Avevi un solo difetto, l’allergia al denaro. Mai una volta che ti sia lasciato corrompere toccando una sola lira di quel che ti offrivamo. Infatti, sapendo della tua avversione, ti infilavamo direttamente nelle tue tasche capienti il rotoletto di cartamoneta, e tu ci suggerivi la via per raggiungere la nostra bella di turno. “Andate nella stradella; in fondo la recinzione è nascosta e più bassa. Scavalcate la ringhiera sul muretto e dal giardino dietro arrampicatevi ai balconi delle ragazze. Mi raccomando, senza fare chiasso!” A un centinaio di metri dall’Ostello c’era, e c’è ancora oggi, il lido “Sun Beach”. Appena le scuole chiudevano era quello il luogo del primo approccio, sulla sabbia di quella spiaggia o in mare. Anche le serate le trascorrevamo lì sulla pista da ballo, dove i cuori cominciavano a palpitare al suono di “O sole mio” o “Torna a Surriento” dell’Elvis, che alle straniere piaceva tanto. Per tutta l’estate ci nutrivamo di panini e Coca Cola. Da giugno a settembre, le ragazze cambiavano ogni quindici giorni o al massimo ogni trenta, ma il menù no. Quando si aveva un soldo in più ci si poteva permettere anche una pizza e birra consumate su uno scoglio del lungomare. I nostri concorrenti più pericolosi erano uomini maturi, o giovani rampolli danarosi, che con le loro auto sportive attiravano le ragazze più d’un magnete. Ma i frutti dell’Ostello erano tanti che ce n’erano per tutti. Il momento più commovente erano i continui addii ad ogni quindicina o fine del mese. Si piangevano vere lacrime per un sentimento sincero, pur se breve. Alcuni si scambiavano gli indirizzi. Le lettere, nei primi giorni numerose, si diradavano mentre i nuovi amori s’infoltivano. Il sentimento nato per gioco diveniva tanto forte e serio, da giungere, in alcuni casi sporadici, anche al matrimonio. Più d’un amico si è trasferito nel paese della ragazza dopo il matrimonio; o viceversa la ragazza è rimasta per sempre a Bari. I casi più dolorosi capitavano quando la ragazza s’accorgeva di essere in attesa, sapendo con certezza chi fosse il padre del bimbo, che spariva per sempre dopo averlo appreso. A me è capitato proprio l’ultimo anno che ho trascorso dalle parti dell’Ostello. Rividi ad agosto del 1970 la Jenny con cui ero stato nel giugno del 1966. Mi aveva scritto qualche settimana prima preannunciandomi il suo arrivo. Avevo l’auto e l’attesi di fronte all’Ostello. Vidi uscire una donna bellissima, riconobbi in lei la ragazzina prorompente e ingenua di sei anni prima. Conduceva per mano un bambino. “Ti sei sposata?” le chiesi. Ebbi sbattuto in faccia un no aspro e secco. “David, this is your dad”, disse al bimbo. E a me un po’ più dolce “Vedi, Tino, come ti assomiglia. I tuoi stessi capelli biondi che mi dicevi di avere da piccolo”. Rimasi a riflettere. “How old you are, David.” “I turned four in May.” E rivolto a Jenny, “I capelli biondi li hanno in tanti, ma noi siamo stati insieme a giugno di sei anni fa. Rileggiti le poche lettere che ci siamo scambiati allora. E poi io sono sposato e ho due bimbe.” Era vero, anche se il mio matrimonio era già a rotoli. Ho visto l’ultima volta Jenny di spalle che strattonava il suo David, rientrando all’Ostello. E giusto per il lieto fine, aggiungo che l’anno dopo ho conosciuto la mia Alice, italiana di Carovigno, pugliese come me, scoprendo finalmente l’amore che dura tutta la vita. È mezzo secolo che siamo felici insieme, con figli e nipoti …
  • Vito Petino - Errata corrige OSTELLO DELLA GIOVENTÙ: 1) periodo relativo a Vincenzo il portiere: "nelle stanze delle ragazze"; 2) periodo relativo a Jenny: "nel giugno del 1964 (sei anni prima)"; 3) sempre periodo Jenny: "How old are you, David". Avendo scritto il commento con lo smartphone, il T9 mi ha scorretto in automatico il testo giusto. Grazie e scusatemi la disattenzione. Buona serata ...


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